Papilloma virus, come si trasmette e quali malattie può provocare

Le risposte di un’indagine di Fondazione Umberto Veronesi ETS e AstraRicerche rivelano molte idee confuse, un’informazione ancora incompleta, ma la voglia di saperne di più

Milano, 5 marzo 2024 – In Italia ancora 4 giovani su 10 non conoscono il Papilloma virus (HPV), in molti hanno le idee poco chiare sulle sue modalità di trasmissione, sulle malattie che possono derivare da un’infezione persistente e sulle opportunità di prevenzione. Ne sono consapevoli e quasi il 90% vorrebbe saperne di più. È quanto è emerso da un’indagine nazionale promossa da Fondazione Umberto Veronesi ETS e condotta da AstraRicerche su un campione rappresentativo di 18-29enni.

“Viviamo un momento storico cruciale, in cui grazie a vaccinazione, test di screening e al miglioramento delle terapie esiste la possibilità reale e concreta di debellare le malattie provocate dal Papilloma Virus, primo fra tutti il tumore della cervice. I più giovani sono la fascia di popolazione più direttamente coinvolta, perché sono i primi ad essere toccati da quella che è la più comune fra le infezioni sessualmente trasmesse e sono coloro che possono cambiare il loro destino cogliendo le opportunità di prevenzione e di diagnosi precoce. Ecco perché è fondamentale conoscere che cosa pensano e che cosa sanno, e assicurarci di continuare a fare il massimo affinché siano informati e messi nelle condizioni di compiere scelte consapevoli”, dichiara Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi ETS.

La ricerca è stata commissionata ad AstraRicerche, primario Istituto di ricerche sociali e di marketing, che ha condotto nel corso del mese di febbraio 2024 ben 1.206 interviste a giovani donne e uomini fra i 18 e i 29 anni, rappresentativi della popolazione italiana, e presentata in occasione della Giornata Mondiale contro l’HPV (4 marzo) durante un evento organizzato da Regione Lombardia.

Spiega Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche: “Il questionario è stato sviluppato in base a una precedente analisi di testi on line in merito al tema e ha consentito di indagare se il Papilloma virus (HPV) è noto presso la popolazione 18-29enne, se i principali aspetti rilevanti (fra cui la diffusione, gli effetti patologici, la modalità di prevenzione del contagio, i comportamenti da attuare in caso di positività riscontrata) sono noti e compresi, con particolare attenzione ai test (PAP-test, HPV-test) e al vaccino (anche per capire i motivi dell’eventuale non vaccinazione). Inoltre si è voluto rilevare in che misura e tramite quali mezzi i giovani italiani vogliono essere informati e aggiornati su HPV e sulla vaccinazione”.

Alla domanda “Parliamo di un particolare problema di salute, cioè di HPV o Papilloma virus. Qual è il tuo grado di conoscenza del tema?” il 6% ha ammesso di non averne mai sentito parlare e un terzo (il 33,3%) l’ha sentito nominare ma non sa cosa sia. Il 60,8 per cento ha risposto “lo conosco e penso di sapere che cosa sia”, più le donne degli uomini (74% contro 48%) e con un livello di consapevolezza dichiarata che aumenta con l’età (se è fermo al 52% fra i 18-21enni sale al 62% fra i 22-25enni e al 68% fra i 26-29enni). Fra i maschi più giovani (18-21 anni) la percentuale più alta di chi dichiara di non avere mai sentito nominare l’HPV (14%).

Rispetto alla media nazionale si dichiarano più informati i giovani del NordOvest (67%) e meno quelli del Triveneto (53%). Anche fra coloro che dichiarano di conoscere il Papilloma virus, però, restano argomenti poco chiari. A volte fondamentali, come il fatto che l’infezione da HPV colpisca sia i maschi che le femmine: la maggioranza (82,7%) lo sa, ma ancora il 14,4% pensa che riguardi solo le donne (ben il 18% del campione femminile e l’11% di quello maschile) e il 3% pensa che si infettino solo gli uomini.

Sulle conoscenze più specifiche riguardo al virus e come si trasmette le incertezze sono maggiori, con un’ampia percentuale (dal 27% al 53% a seconda delle domande) di risposte “non so”. Il 41,4% ritiene che il preservativo sia completamente efficace nel prevenire l’infezione da HPV (non lo è, riduce i rischi ma non li azzera nel caso del Papilloma virus che si trasmette con il contatto fra tessuti e mucose ano-genitali e orali)

Quasi la metà degli intervistati ritiene erroneamente che il virus si trasmetta tramite saliva e sangue e, se oltre il 54% riconosce correttamente che il contagio può avvenire tramite rapporti sessuali orali, il 29,8% risponde “non so” e il 15,8% risponde “no”.

Riguardo ai comportamenti efficaci per ridurre le probabilità di infezione da Papilloma virus solo il 60,6% indica la vaccinazione HPV, mente oltre la metà (51,2%) ritiene che siano efficaci la cura dell’igiene intima e di quella del cavo orale, il 23,9% pensa che aiutino una vita attiva e una dieta equilibrata.

Fra le credenze errate vi è quella per cui l’infezione è sintomatica e non può scomparire spontaneamente (lo pensa il 38%), il 27,3% crede che la maggior parte delle persone entrate in contatto con il virus vadano incontro allo sviluppo di un tumore. Solo un terzo sa che l’HPV è la causa di quasi tutti i tumori della cervice uterina, il 41,6% che provoca anche altri tumori non solo femminili e non solo all’apparato genitale, solo il 25% riconosce che è una delle cause dei tumori dell’ano.

E riguardo ai test di screening per i tumori cervicali, causati dal Papilloma virus? La metà degli intervistati non ha le idee chiare su che cosa sia il Pap test e solo uno su quattro dice di conoscere il test HPV (ma, anche fra coloro che affermano di conoscerlo, il 50,5% non sa che serve a individuare il virus HPV nel collo dell’utero).

Di tutti coloro che affermano di conoscere l’HPV solo la metà sa che il programma di screening per i tumori del collo dell’utero si rivolge a tutte le donne fra i 25 e i 64 anni (lo sa il 56% delle donne e il 46% degli uomini; il 58% fra le donne in età da screening – 26-29enni).

Passando al tema della vaccinazione per il Papilloma virus, fra coloro che dichiarano di conoscere l’HPV solo poco più di un terzo sa che è offerta attivamente e gratuitamente a maschi e femmine a partire dall’undicesimo anno d’età e che è possibile vaccinarsi per iniziativa personale anche in età adulta. Ancora meno (27%) sanno che è possibile vaccinarsi gratuitamente fino ai 18 anni e sanno (il 25,7%) che occorrono due dosi a distanza di 6 mesi oppure tre se si inizia dopo i 15 anni.

Il 33,9% si dichiara vaccinato (il 47% delle donne e il 20% degli uomini), il 45,6% non l’ha fatto ma ha intenzione di farlo, mentre uno su 5 (il 20,5%) non è vaccinato e non intende vaccinarsi contro l’HPV. La percentuale di persone vaccinate è più alta fra le donne 22-25enni (55%) rispetto alle 18-21enni (46%) e lo stesso accade fra i maschi (23% contro il 21%).

Fra le ragioni di coloro che si dicono non intenzionati a vaccinarsi, il 30% dice di non averne bisogno perché già protetto dall’uso regolare del preservativo, il 17,1% ritiene l’HPV e le malattie correlate un rischio non grave per pensare ad un vaccino; altri temono effetti collaterali dannosi (23,5%) o ritengono la vaccinazione non efficace dato che è attiva solo contro alcuni tipi (14,3%); il 20,7% ha superato l’età della gratuità e ritiene il costo troppo elevato; il 12,3% ha ricevuto consigli contrari e il 14,7% si dice contrario ad ogni vaccinazione.

Riguardo all’informazione ricevuta sul Papilloma virus, fra coloro che dichiarano di conoscere l’argomento, oltre il 65% si è rivolto a medici, il 37,3% a fonti di natura medica (siti di istituzioni sanitarie, centri di cura o associazioni attive in ambito di salute); il 32,8% si è informato presso altri adulti o conoscenti, e il 23,7% cita social network e influencer. I giovani intervistati, però, si ricompattano intorno ad un dato conclusivo: l’87% vorrebbe sapere di più dell’HPV e della vaccinazione rispetto a quanto ne sa adesso.

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