DEF 2024, SMI: “Invertire il definanziamento pubblico alla sanità per salvare il Servizio Sanitario Nazionale”

Roma, 24 aprile 2024 – “Il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2024 in discussione oggi in Aula a Montecitorio è un documento transitorio perché le misure concrete si discuteranno in autunno con la prossima Legge di Bilancio. Ci attendavamo, invece, scelte importanti per la sanità, per i medici e il personale sanitario, che sono state, ulteriormente, rimandate” così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani – SMI.

“Sono solo evidenti i dati, riferiti anche dalla Corte dei Conti, dedicati agli investimenti pubblici per la sanità nei prossimi anni, che confermano la riduzione del rapporto fra la spesa sanitaria e Pil. Finanziamenti che risultano essere sia inferiori agli anni scorsi, sia con la media europea e che mettano a serio rischio la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale”.

Dott.ssa Pina Onotri

“Ci chiediamo quali siano le risorse per attuare le riforma della medicina generale? Il Parlamento e a conoscenza che i medici di famiglia nel nostro paese, secondo l’Annuario statistico del Servizio Sanitario Nazionale per il 2022, sono scesi ancora, da 40.250 a 39.366 unità? Intere zone d’Italia sono ormai senza medici di famiglie; se a tutto questo si aggiunge la crisi del sistema ospedaliero, gravato dai problemi legati ai pensionamenti, dall’aumento dei casi di fuga dal pubblico ma anche di ricerca di opportunità di lavoro all’estero, legata a condizioni economiche più vantaggiose, il quadro divento scuro”.

“Se questo non bastasse si aggiunge, che, a causa delle difficoltà economiche, le famiglie decidono di limitare le spese per la salute e rinunciano alle cure. Il fenomeno avviene molto più spesso nelle regioni del Mezzogiorno, proprio quelle dove l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) è inadeguata per la conseguente insufficiente offerta pubblica di servizi sanitari. L’accesso alle cure e l’impossibilità di far fronte ai bisogni di salute con risorse proprie rischiano di compromettere la salute e la vita dei  ceti più poveri, di peggiorare ulteriormente con l’autonomia differenziata, che sposta risorse nelle regioni più ricche”.

“Occorre, per queste ragioni, fermare il definanziamento pubblico della sanità per evitare l’affossamento del SSN, compromettendo il diritto costituzionale alla tutela della salute dei cittadini, in particolare per le classi meno abbienti e per i residenti nelle regioni del Sud. Lavoreremo, insieme a tutte le forze disponibili del Paese a una inversione di tendenza nella prossima Legge di Bilancio per garantire il bisogno di salute a tutti i cittadini italiani”, conclude Onotri.

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