Fibromi uterini, quando preoccuparsi? Ecco i nuovi trattamenti per la cura

Prof. Stefano Uccella, docente di Ginecologia e ostetricia all’Università di Verona e insignito dall’American Association of Gynecological Laparoscopists del riconoscimento di Surgeon of Excellence in Minimally Invasive Gynecology: “La fibromatosi uterina interessa oltre il 50 per cento della popolazione femminile sopra i 40 anni e fino ad oggi erano poche le terapie a disposizione, se non una vigile attesa in caso di crescita di fibromi e conseguente intervento chirurgico. Oggi c’è una speranza in più: il fibroma uterino, conosciuto anche come mioma, può essere trattato con composti naturali”

Roma, 27 giugno 2022

Prof. Uccella, quali sono le principali problematiche legate al fibroma uterino?

I fibromi uterini sono estremamente frequenti e si stima che più del 50% delle donne sopra i 40 anni ne sia affetta. Nella maggior parte dei casi, vengono riscontrati casualmente ad una visita di controllo, e non necessitano di alcuna terapia. Altre volte però possono dare sintomi, anche severi. I più frequenti sono le emorragie durante la mestruazione, l’anemia, il senso di peso ed il dolore pelvico. Se i fibromi crescono molto, possono causare anche compressione degli organi vicini. In questo caso, vi può essere anche una maggiore tendenza a dover urinare o stitichezza.

La vitamina D e il D-chiroinositolo possono aiutare a prevenire le problematiche legate al fibroma uterino?
Prof. Stefano Uccella

La vitamina D e il D-chiroinositolo sono stati testati in numerosi studi scientifici, eseguiti con buona metodologia e pubblicati su riviste internazionali di valore. I risultati sono molto promettenti ed indicano una capacità di queste sostanze di bloccare la crescita dei fibromi o, addirittura, di provocare una riduzione del loro volume e dei sintomi correlati.

Quali sono le ultime evidenze scientifiche per la gestione dei fibromi uterini? E a seguito di queste evidenze quali sono le opzioni terapeutiche più usate?

Nonostante la ricerca stia continuando ad occuparsi dei problemi legati ai fibromi uterini, oggi la maggior parte delle donne con problemi causati dai fibromi, si deve sottoporre a chirurgia. Esistono però approcci alternativi, come appunto gli integratori a base di vitamina D, the verde e D-chiroinositolo, i farmaci, la radiologia interventistica (che include l’embolizzazione delle arterie uterine, gli ultrasuoni focalizzati sotto guida della risonanza magnetica e la miolisi a radiofrequenze). Nelle donne però che hanno sintomi pesanti e non hanno trovato risposta nelle terapie disponibili, l’asportazione dell’utero rimane l’unica modalità definitiva di trattamento.

Quali i fattori di rischio e quando ci si deve preoccupare? Quali sono i campanelli d’allarme per i quali le pazienti dovrebbero recarsi dal medico?

Le perdite ematiche eccessive alla mestruazione, la stanchezza cronica, il senso di peso pelvico, devono far pensare a una problematica correlata alla fibromatosi uterina. Ancora oggi purtroppo tantissime donne si rassegnano a non stare bene e a tollerare sintomi invalidanti e severi. È importante creare consapevolezza nella popolazione riguardo i fibromi uterini e spiegare alle pazienti che la medicina può fornire una risposta seria ed efficace ai loro disturbi.

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