Progetto Infermieri Uniti: contro il demansionamento e a difesa del paziente

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Roma, 15 gennaio 2018 – È nato il movimento Progetto Infermieri Uniti – PIU, per dare voce a quegli infermieri a cui è stata chiusa la bocca, che vorrebbero gridare le proprie ragioni ma hanno timore di farlo. Il PIU nasce per segnalare un grande problema della sanità, confermato da autorevoli studi, ovvero l’impossibilità a garantire la sicurezza delle cure che la L. 24/2017 c.d. Legge Gelli ha riconosciuto come parte integrante del diritto alla salute.

Lo studio internazionale RN4CAST (Registered Nurse forecasting, previsione del fabbisogno di infermieri) ha rivelato che se il rapporto tra infermieri e pazienti assistiti è maggiore di 1/6 aumentano gli esiti negativi (mortalità a 30 giorni, complicanze come: cadute, errori di terapia, lesioni da pressione e riduzione della soddisfazione), nonché le cure mancate (educazione terapeutica, relazione con l’assistito, pianificazione dell’assistenza).

Tutto ciò che dovremmo fare ma non facciamo per mancanza di tempo, perché siamo pochi e demansionati, ovvero utilizzati per altro a spese dell’assistenza ai nostri assistiti e a guadagno delle aziende sanitarie.

In Italia oggi gli infermieri sono demansionati
Nonostante il passaggio da una professione ausiliaria ad una professione intellettuale autonoma (l’Infermiere in Italia è un professionista sanitario con laurea triennale), poco è cambiato nelle realtà ospedaliere. Da Nord a Sud, all’infermiere è richiesto di svolgere mansioni domestico/ alberghiere, eseguire l’igiene dei pazienti, posizionare padelle e pappagalli, dispensare, chiudere bidoni della spazzatura, riordinare le stanze di degenza.

L’infermiere, così, non solo svolge il lavoro di infermiere ma anche quello di OSS, cameriere, operatore ecologico, domestico, segretario, centralinista e così via.

Il demansionamento mette gli infermieri nella condizione di non poter assistere i propri pazienti al meglio delle proprie potenzialità. Dovendo svolgere attività diverse dal proprio profilo di competenza, agli infermieri è sottratto tempo prezioso che potrebbero dedicare all’assistenza diretta ai malati, alla prevenzione e all’educazione sanitaria. Inoltre, può diventare causa di stress e di angoscia che si riflettono nella vita quotidiana, arrecando disturbi psico-fisici che nel tempo possono generare fenomeni più gravi come il burnout.

Il demansionamento si ripercuote inevitabilmente sull’assistito esponendolo ad una serie di rischi evitabili. Con l’aumento del carico di lavoro diminuisce la qualità dell’assistenza infermieristica e diminuisce la sicurezza dei pazienti, aumentando il rischio di errori con la conseguente possibilità che un evento avverso provochi un danno o aumenti la degenza dei pazienti.

Una petizione contro il demansionamento
Abbiamo deciso di promuovere una petizione contro il demansionamento infermieristico aperta a tutti i cittadini che mira a raccogliere il maggior numero di firme in modo da coinvolgere l’intera popolazione contro questo fenomeno.

La petizione verrà depositata al Ministero della Salute, al Ministero dell’Istruzione dell’Università e Ricerca, alla Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi e ai maggiori sindacati rappresentativi. Dopodiché organizzeremo una manifestazione davanti al Ministero della Salute.

Link della Petizione:

https://www.change.org/p/federazione-nazionale-collegi-ipasvi-demansionamento-infermieristico

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