Firenze, 9 novembre 2018 – Dai farmaci rivoluzionari per le cure degli emofilici alla nuova frontiera delle cure genetiche, dalla prevenzione dell’ictus con nuovi farmaci anticoagulanti ai rischi per le giovani donne incinte. Se ne parla al XXV Congresso Nazionale della Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e Trombosi, in corso a Firenze.
Le malattie tromboemboliche, sia arteriose che venose, costituiscono la principale causa di mortalità e morbilità nei paesi occidentali. Per questo, la diagnosi, la prevenzione e il trattamento di tali patologie sono oggetto di continui studi e i progressi in questo campo della medicina sono rapidi e sempre in evoluzione.
In particolare, in questi ultimi anni lo sviluppo di nuovi farmaci ha offerto importanti vantaggi ad esempio nella prevenzione dell’ictus e nella terapia del tromboembolismo venoso e il loro impiego in altri tipi di patologie è oggetto di studi recenti. Inoltre, diversi studi sono rivolti al miglioramento della gestione dei pazienti affetti da patologie tromboemboliche, in particolare con l’obiettivo di aumentare la sicurezza dei trattamenti. Altrettanto, nuovi farmaci con potenziali ulteriori benefici sono oggetto di ricerca.
Le malattie emorragiche congenite e acquisite costituiscono una sfida diagnostica e terapeutica anche per gli specialisti del settore e richiedono un costante aggiornamento. Anche in questo ambito, nuove prospettive terapeutiche si sono affacciate all’orizzonte e promettono di cambiare rapidamente il modo di gestire soprattutto chi è affetto da emofilia.
Il Congresso ha una cadenza biennale e rappresenta prima di tutto una grande occasione per tutti i ricercatori italiani di incontrarsi e di presentare gli ultimi risultati di studi clinici e di ricerca di base. Nel programma si alterneranno sessioni educazionali su problematiche cliniche rilevanti come ad esempio la corretta interpretazione dei testi emocoagulativi, la gestione delle patologie trombotiche ed emorragiche in età pediatrica, il trattamento delle trombosi in sedi inusuali, la terapia delle trombosi nei pazienti oncologici o il corretto impiego dei farmaci antitrombotici nei pazienti con ictus, problematiche trombotiche del deficit congenito di proteina C. Altre sessioni approfondiranno invece le conoscenze sull’associazione tra immunità e trombosi e sulle più recenti novità nel trattamento dei pazienti con disordini emorragici congeniti.
Vi saranno infine sessioni estremamente pratiche organizzate a piccoli gruppi e coordinate da esperti che saranno a disposizione dei discenti per condividere la loro esperienza in ambiti tipo l’inquadramento del paziente piastrinopenico o la gestione della trombosi in gravidanza.