Ecco come le cellule tumorali interagiscono con il sistema immunitario. Scoperta italiana

Prof. Andrea Alimonti: “Prendendo di mira specifici meccanismi di invecchiamento del sistema immunitario con gli immuno-senolitici, potrebbe essere possibile prevenire o ritardare le malattie legate all’età come l’Alzheimer, il Parkinson e il cancro”. Lo studio, pubblicato su Cancer Cell, è stato condotto da ricercatori dell’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR) e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) in collaborazione con Università di Padova

Padova, 3 marzo 2023 – I ricercatori dello IOR e del VIMM, guidati da Andrea Alimonti – che del VIMM è Principal Investigator – e di Arianna Calcinotto hanno identificato – con la collaborazione di ricercatori dell’Università di Padova – un nuovo meccanismo di resistenza alla terapia che coinvolge i neutrofili. I neutrofili rappresentano il 50-70% dei globuli bianchi circolanti nel sangue umano, e sono principalmente coinvolti nell’immunità innata contro gli agenti patogeni.

Grazie alla produzione di sostanze specifiche, i tumori sono generalmente in grado di attirare un tipo particolare di neutrofili detti “immunosoppressivi”, in quanto in grado di bloccare il nostro sistema di difesa favorendo la crescita tumorale e la resistenza ai trattamenti farmacologici.

Prof. Andrea Alimonti

Questo meccanismo era già stato dimostrato in buona parte nei tumori della prostata in fase avanzata, dove l’aumento dei neutrofili circolanti è correlato ad una minore sensibilità alle terapie convenzionali e quindi ad una sopravvivenza più corta dei pazienti. Per questa ragione molti gruppi di ricerca stanno esplorando nuove vie terapeutiche volte a bloccare il reclutamento di queste cellule immunosoppressive da parte del tumore.

Normalmente i neutrofili hanno una vita molto breve; grazie a questo studio, pubblicato sulla prestigiosa pubblicazione scientifica Cancer Cell, i ricercatori hanno identificato un sottogruppo di neutrofili che può persistere a lungo nel microambiente tumorale e che è in grado di bloccare in modo ancora più importante il nostro sistema naturale di difesa antitumorale rispetto a quanto fatto dal resto dei neutrofili immunosoppressivi.

Questi neutrofili invecchiati sono quindi in grado di potenziare lo sviluppo del tumore e di aumentare la resistenza alle terapie. In tal modo sarà possibile individuare un nuovo meccanismo che permette al tumore di sottrarsi alle difese immunitarie del nostro organismo e fanno intravvedere la possibilità di sviluppare nuove terapie antitumorali basate su farmaci senolitici che colpirebbero i neutrofili senescenti.

“I nostri risultati rappresentano una scoperta significativa, che fa luce su come le cellule tumorali interagiscano con il sistema immunitario a livello molecolare”, ha dichiarato Nicolò Bancaro, primo autore della pubblicazione.

“Prendendo di mira specifici meccanismi di invecchiamento del sistema immunitario con gli immuno-senolitici, potrebbe essere possibile prevenire o ritardare le malattie legate all’età come l’Alzheimer, il Parkinson e il cancro”, ha aggiunto il prof. Andrea Alimonti.

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