Ebola in RDC, continua l’epidemia mentre crescono i disordini. MSF apre nuovo Centro di Trattamento

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Roma, 22 gennaio 2019 – Quasi sei mesi dopo la dichiarazione dell’epidemia di Ebola nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), le équipe in prima linea, tra cui quelle di Medici Senza Frontiere (MSF), stanno ancora lottando per controllare la diffusione del virus. Finora 640 persone sono state contagiate, di cui 373 sono decedute, in quella che è diventata la seconda peggiore epidemia di Ebola della storia, la prima in un’area di conflitto.

Per rispondere ai sempre più numerosi casi provenienti dalla città di Butembo, che conta quasi 1 milione di abitanti, MSF ha costruito un nuovo Centro di trattamento e un nuovo Centro di transito, oltre a rafforzare le attività esistenti.

Nel frattempo la crescente insicurezza dovuta alle elezioni presidenziali ha ulteriormente ristretto l’accesso della popolazione alle cure mediche nell’area di Beni, dove diversi centri sanitari sono stati danneggiati durante le proteste. Tutto questo rende la tempestiva identificazione di nuovi casi ancora più complessa, mentre i centri sanitari ancora attivi sono sempre più sovraffollati.

“In questa situazione le persone sono spesso costrette a cercare cure in strutture che non possono garantire un adeguato di triage, né misure di prevenzione e controllo dell’infezione, e questo aumenta il rischio di contagio – dichiara Laurence Sailly, coordinatore dell’emergenza a Beni – Stiamo parlando di una popolazione già provata da molti anni di conflitto, che ora deve affrontare la più mortale epidemia di Ebola nella storia del paese. I disordini di queste settimane peggiorano la situazione, limitando la possibilità di trovare cure mediche adeguate”.

Da quando è stata dichiarata l’epidemia il 1° agosto, MSF ha costantemente aumentato le proprie attività mediche per rispondere al numero crescente di casi confermati. Nelle ultime settimane, in particolare, le attività si sono concentrate nei distretti sanitari di Butembo, Katwa e Komanda, con l’ampliamento del Centro di trattamento Ebola a Butembo da 64 a 96 posti letto, l’apertura di un nuovo Centro di trattamento a Katwa, a est di Butembo, che arriverà a 70 posti letto, e l’apertura del Centro di transito di Bwana Sura a Komanda, nella provincia di Ituri, dove sono stati identificati nuovi focolai.

“Con sempre più casi provenienti dalla popolosa città di Butembo era necessario allestire un secondo Centro di Trattamento Ebola molto rapidamente – spiega Chiara Burzio, coordinatore medico di MSF a Katwa – Allo stesso tempo stiamo lavorando per garantire la fiducia delle comunità colpite. Abbiamo progettato il Centro di Katwa per offrire una migliore capacità di cura. Ampie finestre consentono ai pazienti di vedere i volti dei medici e degli infermieri che si prendono cura di loro e rendono le visite dei familiari più agevoli, ristabilendo almeno in parte quel contatto umano che è così difficile mantenere nei Centri Ebola”.

Sensibilizzare le comunità sulle misure per controllare la diffusione del virus resta una sfida fondamentale ed è diventata una delle principali responsabilità delle équipe sul terreno. Raggiungere le comunità è diventato ancora più difficile dopo i disordini scoppiati dopo il posticipo delle elezioni a Beni e Butembo e le persone sono ancora più riluttanti ad accettare misure di prevenzione e controllo dell’infezione, come le sepolture sicure o la decontaminazione di case e centri sanitari.

“Per vincere l’Ebola, i Centri di trattamento non bastano. Connettersi con le comunità e costruire fiducia reciproca è un’azione cruciale per controllare l’epidemia – dice Roberto Wright, antropologo di MSF a Katwa – Dobbiamo aumentare i nostri sforzi per coinvolgere la popolazione e renderla parte attiva nella lotta contro il virus. Per questo ascoltiamo anche i loro bisogni più ampi. Alla fine di dicembre, abbiamo distribuito kit traumatologici ai centri sanitari locali per aiutarli a gestire eventuali focolai di violenza. Allo stesso modo, i nostri Centri di transito non servono solo a identificare i casi di Ebola, ma anche a garantire cure adeguate per altre patologie. Visitare le comunità per presentare le nostre attività prima di avviarle offre importanti risultati in termini di comprensione reciproca e facilita una migliore collaborazione nel lungo termine”.

Le équipe di MSF stanno rispondendo all’epidemia di Ebola in Nord Kivu e nella vicina provincia di Ituri da quando è stata dichiarata il 1 agosto 2018. MSF gestisce Centri di trattamento Ebola nelle città di Butembo e Katwa, Centri di transito a Beni e Bwana Sura (distretto sanitario di Komanda) e un centro di isolamento a Bunia. MSF ha anche supportato la vaccinazione degli operatori in prima linea, e conduce attività di prevenzione e controllo dell’infezione, oltre che di sensibilizzazione tra gli operatori sanitari e le comunità colpite.

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