Coronavirus, sistemi sanitari a confronto in 72 Paesi. Ecco come si sta vincendo la battaglia

Roma, 16 aprile 2020 – L’Unione Medica Euro Mediterranea (UMEM), l’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), il Movimento Internazionale Transculturale Inter professionale Uniti per Unire, stanno raccogliendo tutti i dati ed esperienze positive e negative in Italia e in 72 Paesi mettendo a confronto modalità di diffusione, diagnosi, terapia a domicilio, ospedalizzazione e terapia intensiva, guarigione e contagio di ritorno. Il tutto grazie ai rappresentanti medici e giornalisti locali nei Paesi Euro Mediterranei, America, Africa, Asia e Sud America.

“La sintesi della ricerca basata sulle statistiche ed esperienze delle ultime 3 settimane in 72 Paesi mettendo sistemi sanitari a confronto è illustrata sui punti seguenti dal Coordinatore internazionale della ricerca, Foad Aodi, fondatore di Amsi e Umem, e Membro del Gdl salute Globale Fnomceo, impegnato da novembre 2019 nel seguire l’emergenza Coronavirus con i medici locali.

Prof. Foad Aodi
  1. Non c’è un sistema epidemiologo comune compreso le statistiche e modalità di contare contagiati e morti.
  2. Nei paesi arabi e africani il contagio è più lento e meno aggressivo con percentuali basse di contagio e di mortalità riconducibili ai vaccini anti malaria e cura dell’AIDS, percentuale alta di giovani, percentuale bassa di anziani, stile di vita e alimentazione, la temperatura alta, mancanza di ospedali affollati ed è stata eseguita la maggior parte dei tamponi e cura a domicilio o per la strada.
  3. Si è registrato un alto numero dei contagiati in Europa e in Africa dove la gente è andata numerosa agli ospedali e nelle RSA, dove non c’era separazione tra il percorso Covid e non Covid.
  4. Per la cura i contagiati si dividono in 3 fasi:
    • prima fase con sintomi lievi, si curano a casa;
    • seconda fase con sintomi moderati;
    • terza fase con sintomi gravi e necessità di ospedalizzazione, per il 5% serve reparto di emergenza e rianimazione.
  5. In aumento continuo il numero dei pazienti curati a casa, dimessi da ospedali e dalla rianimazione grazie alle cure che stanno trovando benefici migliorando e accelerando la guarigione, tra queste le cure principali e più utilizzate sono: eparina, anti malarica, antivirale, cortisone, antibiotici, vitamine e plasma terapia, e ci sono studi su pazienti curati con ossigeno ozonoterapia.
  6. Nei paesi arabi e africani si fanno pochissimi tamponi, si effettuano per le strade e non in posti affollati o ospedali, utilizzando maggiormente la cura con anti malaria, anti aids, plasmaterapia e cortisone.
  7. In tutti i paesi l’esercito bianco ha pagato un prezzo altissimo in numero di vittime perché continua ad esercitare senza protezione e molti sono stati contagiati dai pazienti positivi asintomatici.
  8. In Italia nelle ultime settimane ha svolto un ruolo importante la collaborazione tra Ordine dei Medici, medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, sanità privata e medici di origine straniera, curando la maggioranza delle persone a casa e con protocolli efficaci e con meno effetti collaterali, diminuendo la pressione al pronto soccorso.
  9. In numerosi paesi si sta confermando la presenza massiccia di trombi e embolia e l’efficacia dell’eparina come prevenzione e cura.
  10. Il periodo d’incubazione è più lungo di quello che si pensava all’inizio, intorno ai 25 giorni di media, anche per chiarire il fenomeno del riconteggio delle persone guarite o il contagio di ritorno.
  11. I fattori di rischio maggiormente coinvolti sono: obesità, coagulopatia, diabete, ipertensione, patologie cardiovascolari e renali.
  12. Oltre ai sintomi di febbre, cefalea, dispnea, ci sono numerosi casi di sintomi neurologici, dermatologici, epatici e gastrointestinali.
  13. Gli uomini sono più colpiti delle donne, i bambini con percentuale bassa e la maggioranza con disturbi e patologie immunitarie.
  14. Stiamo vincendo la guerra con l’esercito bianco curando i sintomi, conoscendo il nostro nemico giorno dopo giorno, nonostante sia in continuo cambiamento, in attesa del vaccino.
  15. Proprio l’ultimo punto è sul vaccino e le guerre dentro la guerra che hanno un profumo economico, politico e di leadership. Consigliamo di non fare solo annunci che possono danneggiare dal punto di vista psicologico e aumentano paura, ansia e depressione, che già ce n’è tanta fin dall’inizio dell’emergenza.

Dal canto suo il dott. Pierluigi Bartoletti Vice Segretario Nazionale Fimmg, impegnato da anni come medico di famiglia in queste emergenze, con grande esperienza medica e organizzazione sanitaria, dichiara: “Questa malattia nei casi più seri ha due fasi, una precoce, ad esordio insidioso, anche asintomatica o con pochi sintomi, anosmia, febbriciattola, negli anziani spesso asintomatica, dopo il quinto giorno può virare nei soggetti predisposti o individuati come a rischio (obesità, maschi età maggiore di 55 anni, diabetici, ipertesi) verso un quadro di severa insufficienza respiratoria, che necessita spesso l’ospedalizzazione e che purtroppo nelle fasi più avanzate determina la morte. Anticipare il trattamento già ai primi sintomi, valutare subito i soggetti più a rischio e dotarli di pulsossimetro digitale, istruirli sulla compilazione di un diario giornaliero che annoti temperatura corporea, valori di saturazione di ossigeno e numero di atti respiratori al minuto, oltre a una terapia farmacologica mirata sul singolo caso, consente di evitare la degenerazione in quadri di severa insufficienza respiratoria, salvando molte vite ed evitando lunghe convalescenze”.

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