Il ruolo dell’ossitocina nel riconoscimento delle emozioni

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Risultati sperimentali dimostrano, tra le altre cose, che la somministrazione nasale (con uno spray) di ossitocina, rende le persone più disponibili a occuparsi degli altri e più brave a riconoscere le emozioni

coppia-sessoTrieste, 14 giugno 2106 – Alcuni studi hanno mostrato che l’ossitocina (che agisce come ormone ma anche sul cervello come neurotrasmettitore) ha un ruolo nel facilitare la percezione delle emozioni nelle espressioni del viso altrui. Uno studio Internazionale condotto da Sebastian Korb (ricercatore nell’area di neuroscienze della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati – SISSA – di Trieste) ha messo alla prova l’idea che questo fenomeno sia collegato all’imitazione facciale.

Secondo le teorie dell’embodied cognition infatti il riconoscimento delle emozioni altrui è agevolato dalla loro imitazione, e cioè dalla loro riproduzione sul il nostro stesso viso. Lo studio conferma l’effetto di facilitazione, che si dimostra più marcata per le espressioni che veicolano emozioni negative (rabbia, tristezza), specie quando osservate sul viso di un bambino.

L’ossitocina, che funzioni come ormone o neurotrasmettitore, è coinvolta in una serie di importanti funzioni fisiologiche e psicologiche. Per esempio, promuove l’attaccamento materno, la lattazione, il legame fra partner, e la coesione del gruppo, anche se in realtà il quadro è ben più complesso, basti pensare che a volte può paradossalmente stimolare persino comportamenti aggressivi. I risultati sperimentali dimostrano anche che la somministrazione nasale (con uno spray) di ossitocina, rende le persone più disponibili a occuparsi degli altri e più brave a riconoscere le emozioni.

Proprio quest’ultimo effetto ha attirato l’attenzione di Sebastian Korb, ricercatore della SISSA ed esperto di Facial Mimicry (imitazione facciale): “attraverso quale meccanismo avviene la facilitazione del riconoscimento delle emozioni dopo somministrazione di ossitocina?” si è chiesto Korb. Secondo le teorie dell’embodied cognition, la capacità di imitare (rispecchiare) le espressioni emotive del viso di chi ci sta davanti facilita il riconoscimento di quell’emozione. “Potrebbe dunque l’ossitocina stimolare l’imitazione?”.

Per verificare il collegamento fra ossitocina e facial mimicry, Korb e colleghi hanno selezionato un campione di 60 maschi adulti, dove metà del campione riceveva una dose spray di ossitocina e metà una dose spray di placebo (né i partecipanti né l’esperimentatore erano a conoscenza di quale prodotto si trattasse). I soggetti, dopo un lasso di tempo sufficiente perché il farmaco facesse effetto, erano sottoposti ad alcuni test di valutazione e riconoscimento di espressioni emotive presentate in brevi video che ritraevano dei visi adulti o infantili. Mentre eseguivano i test, veniva inoltre registrata la risposta dei muscoli facciali, per misurare l’imitazione facciale.

I risultati hanno mostrato che l’imitazione delle espressioni era più marcata nei soggetti che avevano ricevuto l’ossitocina (rispetto al placebo), e che questo aumento dell’imitazione era soprattutto evidente quando i soggetti osservavano neonati piangere (la collera e il pianto sono difficilmente distinguibili nei neonati).

“Il risultato è interessante non solo perché mostra che l’ossitocina ha un effetto modulatorio sull’imitazione facciale, ma anche perché esiste una risposta marcata verso i visi infantili anche nei maschi, mentre si pensava che questo tipo di effetti dell’ossitocina legati ai comportamenti di accudimento fossero tipicamente femminili”, conclude Korb.

Alla ricerca, pubblicata su Hormones and Behavior hanno partecipato (oltre alla SISSA) l’Università di Ginevra in Svizzera e l’Università del Wisconsin negli Stati Uniti.

fonte: ufficio stampa

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