Tumori, Ugl Sicilia: “Rete oncologica questione prioritaria per colmare il gap con il resto d’Italia”

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Catania, 18 maggio 2019 – Sui dati diffusi da Airtum – Aiom, sul preoccupante incremento di nuovi casi di malattia tumorale in Sicilia, intervengono Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri, segretari regionali rispettivamente delle federazioni Sanità e Medici della Ugl, auspicando una riflessione finalizzata ad una rapida rifunzionalizzazione dell’offerta sanitaria legata alle cure necessarie.

“Non possiamo immaginare, infatti, una sanità a due velocità in cui i pazienti trattati nelle regioni del nord abbiano una sopravvivenza superiore a quelle del sud e, per questo, chiediamo che si proceda rapidamente all’implementazione della rete oncologica siciliana, vista la già avvenuta approvazione della rete ospedaliera regionale. In tal senso diamo atto che il percorso è stato già avviato con la definizione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali della mammella e la cardioncologia, ma tanto ancora c’è da fare in questo campo”, sottolineano i sindacalisti.

“Rilanciamo la necessità di implementare le strutture specifiche nelle Aziende ospedaliere, individuando e potenziando i centri di riferimento, e nelle Aziende sanitarie provinciali, che potrebbero aiutare la prevenzione e coordinare i percorsi diagnostico-terapeutici, inviando i pazienti verso le strutture più idonee per la specifica patologia.

Ribadiamo anche la nostra proposta di creare un cruscotto informatico con un panel di esperti, individuati con l’ausilio delle società scientifiche, che possa fungere da riferimento per medici curanti e specialisti, a cui rivolgersi per indicazioni e per ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici. Sarebbe, a nostro avviso, un sistema realizzabile in poco tempo, a basso costo, ma sicuramente di grande utilità per la nostra Regione.

Ci auguriamo, pertanto, che l’assessore regionale della salute Ruggero Razza, particolarmente sensibile nei confronti di queste problematiche, accolga anche questo suggerimento a tutela dei siciliani e del loro diritto a poter godere di un sistema di cure più efficace ed efficiente”, concludono Urzì e Lanteri.

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