Reimpiantate con successo entrambe le mani dopo incidente sul lavoro. Straordinario intervento a Verona

Intervento di 7 ore con 2 equipe in simultanea presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Verona, 29 dicembre 2023 – Finora in letteratura sono descritti solo quattro casi nel mondo. Il quinto è avvenuto il mese scorso a Verona nell’UOC di Chirurgia della mano, diretta dal dott. Massimo Corain, dove è stato portato a termine il reimpianto in contemporanea di entrambe le mani amputate.

Trauma Center regionale

L’amputazione bilaterale è un’emergenza tempo-dipendente, che richiede un livello organizzativo elevato proprio per l’eccezionalità dell’azione in simultanea sulla destra e sulla sinistra. È la prima volta che la sanità veneta porta a termine con successo questo tipo di intervento, reso possibile dal perfetto funzionamento del Trauma Center centralizzato regionale.

Il Veneto ha una consolidata esperienza nella gestione multidisciplinare dei politraumi, attraverso una rete di cinque Centri di Alta specializzazione (Treviso, Mestre, Padova, Vicenza e Verona). A questa Rete salvavita, a cui il Suem 118 smista i politraumi gestiti su base specialistica, si aggiungono altri 12 ospedali territoriali di secondo livello.

Centro hub regionale

Nella Rete regionale, la Chirurgia della mano di Verona è il punto di riferimento per le emergenze-urgenze dei traumi all’arto superiore. Per questo, il Suem 118 ha subito attivato la Rete, portando a Borgo Trento il paziente di Vicenza che, con un macchinario per lavorare il legno, ha subito l’amputazione netta bilaterale al polso. È stata immediatamente attivata la sala operatoria delle urgenze e organizzate le due équipe chirurgiche. Procedure particolari anche per il trasporto delle due parti amputate, che come per il trasporto di organi sono state conservate in appositi contenitori con il ghiaccio.

L’Unità operativa complessa di Verona è l’unica in Veneto specializzata nella mano. Ha un volume di 2.000 interventi l’anno, di cui circa 450 sono urgenze da trauma provenienti da tutto il Veneto e non solo. Sono, infine, da 3 a 5 gli interventi in un anno di reimpianto totale dell’arto. In questo periodo dell’anno si aggiungo i casi di lesioni da petardo che, sempre più spesso, succedono il primo gennaio invece del 31 dicembre per chi raccoglie da terra materiale non scoppiato. I casi più gravi, che necessitano di ricostruzione, arrivano nel reparto del dottor Corain e sono circa 3-4 l’anno.

Intervento e recupero funzionale

Erano presenti in sala 4 microchirurghi che per 7 ore e mezza hanno operato in simultanea sui due arti. Il paziente è rimasto ricoverato 4 settimane presso la UOC veronese, per le cure necessarie alla buona riuscita dell’intervento, anche per il rischio di complicanze vascolari o infettive. Il paziente è ora affidato ad un reparto di rieducazione funzionale per uno speciale recupero della funzionalità delle mani, che in questo caso significa l’autosufficienza nelle minime attività quotidiane come nutrirsi e l’igiene personale. Un processo che può durare fino a 7 o 8 mesi.

In sala operatoria, oltre al direttore, l’équipe era composta dai chirurghi Alberto Garofano, Roberta Sartore, Mattia Giardin e da alcuni medici in formazione. Presenti anche due strumentisti, gli infermieri di sala, l’anestesista con i suoi aiuti. La complessità del reimpianto della mano consiste nel fatto che la microchirurgia deve ricostruire l’arto amputato: dall’osso alla sutura della cute, dai tendini alla vascolarizzazione, fino alla parte neurochirurgica.

Seduti da sinistra: Corain, Lanzarin, Bravi e Garofano
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