Medicina di precisione nei pazienti oncologici. Donato sequenziatore del DNA all’ospedale di Arezzo

Arezzo, 9 gennaio 2020 – Rafforzate le attività del Laboratorio di Analisi dell’ospedale di Arezzo grazie al Sequenziatore del DNA, uno strumento fondamentale e rivoluzionario nella diagnosi e cura del paziente oncologico, donato dal Calcit con un investimento di 150mila euro.

Il Sequenziatore serve a esplorare più in profondità l’assetto molecolare della malattia, migliorando la diagnosi e personalizzando la terapia del paziente in base alle sue caratteristiche (cosiddetta Medicina di precisione). Ad oggi, infatti, con le tecniche tradizionali si vede solo una parte di un gene. Con questo strumento potranno essere visti e studiati decine di geni diversi.

Grazie a questo strumento innovativo, sarà inoltre possibile effettuare la biopsia liquida e diagnosticare le malattie tumorali. La biopsia liquida consente, con un semplice prelievo del sangue, di rilevare la presenza di cellule tumorali nel paziente.

Fino ad oggi la diagnosi era affidata ad esami radiologici, più invasivi e per questo non ripetibili con una certa frequenza allo scopo di monitorare la malattia. Con la biopsia liquida, invece, sarà possibile un controllo frequente. Si tratta di una opportunità veramente innovativa.

La formazione del personale all’uso di questo importante strumento e alle nuove tecniche è affidata ad Alessandro Pancrazzi, biologo referente per la Biologia Molecolare del San Donato.

“Questa donazione permette al Laboratorio di Patologia Clinica e Molecolare dell’ospedale di Arezzo di dotarsi della migliore strumentazione nella battaglia al cancro – ha dichiarato il direttore del Laboratorio di Analisi Chimico Cliniche Agostino Ognibene – La potenzialità e gli sviluppi clinici sono enormi e permetteranno la personalizzazione della terapia tarata su ogni singolo paziente e la possibilità di monitorare il tumore ottimizzando la strategia terapeutica. Lo studio del frammento tumorale con la biologia molecolare, grazie all’utilizzo di questa strumentazione, permette di fornire al tumore e alle cellule malate una “Carta D’Identità”, che sarà poi riconoscibile, e con un semplice prelievo di sangue potremo verificare se e quante cellule tumorali sono ancora presenti in circolo nell’organismo. Il Laboratorio di Arezzo è nelle condizioni di fornire un servizio di eccellenza, e nel contempo, di collaborare attivamente nella ricerca scientifica”.

L’attività del nuovo strumento prenderà il via a febbraio e le indagini saranno attivate con i tempi adeguati a garantire, secondo un iter di standardizzazione, la migliore qualità dei risultati. Le attivazioni saranno concordate con le diverse equipe (oncologi, anatomo-patologi, radioterapisti, farmacologi etc.) sulla base di tutti gli elementi che guideranno la personalizzazione della terapia.

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