Inquinamento e sostanze chimiche: aumentano infertilità e disturbi alla sfera genitale nei bambini

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Prof. Sergio Bernasconi, Ordinario di Pediatria e docente della Scuola Ambiente della FIMP: “L’ambiente nel quale viviamo è stato progressivamente contaminato da numerose sostanze chimiche che sono responsabili di danni all’ecosistema e alla salute della popolazione”

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Roma, 14 aprile 2017 – L’inquinamento ambientale può portare tanti problemi alla salute dei giovanissimi. Tra questi la diminuzione di numero di spermatozoi e quindi la riduzione della fertilità e alcune anomalie di sviluppo dei genitali esterni maschili.

E’ questo il monito della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) che ha deciso di dare il via a nuovi corsi di formazione per migliorare la preparazione degli specialisti su questo particolare aspetto della salute dei bambini.

“L’ambiente nel quale viviamo – afferma il prof. Sergio Bernasconi Ordinario di Pediatria e docente della Scuola Ambiente della FIMP – è stato progressivamente contaminato da numerose sostanze chimiche che sono responsabili di danni all’ecosistema ed alla salute della popolazione. Numerosi studi epidemiologici e su modelli biologici hanno suggerito la possibile interferenza di tali sostanze chimiche sui sistemi ormonali dell’uomo. Diverse organizzazioni internazionali hanno perciò posto l’attenzione sul problema dei cosiddetti Interferenti Endocrini (IE) definiti come “..qualsiasi sostanza o materiale esogeno che possa alterare una o più funzioni del sistema endocrino e conseguentemente causare effetti avversi sulla salute di un organismo sano e della sua progenie” e hanno ribadito la necessità di approfondire le ricerche in questo settore e, anche in assenza di dati definitivi, di applicare il principio di precauzione, in particolare nei periodi biologicamente più critici quali la vita fetale e i primi anni di vita postnatale”.

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Prof. Sergio Bernasconi

“I corsi di formazione dei Pediatri della FIMP – riferisce la dott.ssa Maria Grazia Sapia Referente Nazionale FIMP Ambiente – proseguono il loro percorso e ampliano sempre di più le conoscenze dei pediatri di famiglia sulle conseguenze drammatiche che l’inquinamento, e i cambiamenti che esso determina, portano sullo sviluppo dei nostri figli. L’interesse e l’attenzione ricade adesso sugli interferenti endocrini e sulle loro ricadute sulla crescita”.

“Attualmente – prosegue il prof. Bernasconi – esistono sul mercato oltre 100.000 prodotti chimici di cui almeno 1.000 possono agire come EDC. In questa categoria sono stati principalmente identificati pesticidi, sostanze di produzione industriale (tra cui Bifenili Policlorinati o PCBs, Alchifenoli e Ftalati) e composti naturali di origine vegetale, come i fitoestrogeni. Gli effetti negativi degli Interferenti Endocrini sulla salute sono molti: dal danno prenatale nella fase critica di sviluppo del sistema nervoso centrale, con conseguenti alterazioni a livello cognitivo e/o comportamentale, all’obesità e diabete di tipo 2. Numerose poi le evidenze scientifiche che portano a considerare gli IE tra i fattori che determinano da un lato la diminuzione di numero di spermatozoi e quindi l’aumento di sterilità in varie popolazioni e dall’altro le anomalie di sviluppo dei genitali esterni maschili, sia come posizione del testicolo fuori dalla sede naturale (criptorchidismo), sia come morfologia del pene (dimensioni ridotte e sbocco uretrale anomalo (ipospadia). Nella bambina potrebbero contribuire al più precoce sviluppo del seno (telarca) evidenziato in molti Paesi tra cui l’Italia”.

“E’ perciò importante – conclude la dott.ssa Sapia – che il pediatra possa trasmettere alle famiglie dei suoi pazienti informazioni concrete in questo settore, al fine di mettere in atto quei comportamenti che possano ridurre il più possibile l’esposizione agli IE. Anche questa problematica seguirà l’iter informativo del corso, a cascata, dai referenti provinciali a tutti gli iscritti che saranno interessati all’argomento in periferia”.

fonte: ufficio stampa

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