Ernie gastriche iatali, come sconfiggerle

Il prof. Mattioli: “Ora sappiamo come evitare le ricadute dell’ernia iatale, basta un solo intervento e per sempre nel 93% dei casi trattati”

Sandro-Mattioli

Prof. Sandro Mattioli – Università di Bologna, Direttore del reparto di Chirurgia Toracica di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna)

European Journal of Cardiothoracic Surgery, prestigiosa rivista scientifica europea di chirurgia cardio-toracica, ha recentemente pubblicato un articolo in cui si riportano risultati straordinari per la cura delle grandi ernie gastriche iatali: oltre il 93 % dei casi sottoposti a intervento che prevede la misurazione intra-operatoria della lunghezza dell’esofago in corso di chirurgia laparoscopica, non presenta ricadute (anche dopo 25 anni dall’intervento).

L’articolo a firma del prof. Sandro Mattioli dell’Università di Bologna, Direttore del reparto di Chirurgia Toracica di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna), ospedale privato di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, dimostra che i risultati della chirurgia delle grandi ernie gastriche iatali, oggi eseguita con tecniche mini invasive, laparoscopiche e toracoscopiche, possono essere ottimi sotto il profilo funzionale (gli operati conducono vita normale), duraturi nel tempo, a condizione che si ottemperi a precisi principi chirurgici, basati sulla accurata diagnostica morfologica e funzionale pre ed intra operatoria del paziente.

Fino a non molto tempo fa, è stata cognizione comune fra le persone ed anche nella classe medica che fosse inutile operare queste grosse ernie, perché si riformano molto spesso dopo l’intervento. In effetti, sono stati recentemente riportati tassi di recidiva dell’ernia fino al 40% dopo chirurgia laparoscopica anche se eseguita in centri di riferimento.

“Una delle cause principali di recidiva delle ernie iatali di grandi dimensioni è dovuta ad una condizione di esofago corto presente in oltre il 50 % dei casi – spiega il prof. Sandro Mattioli – I metodi adottati per valutare la lunghezza ed il grado di elasticità dell’esofago e della posizione della giunzione esofago-gastrica rispetto allo iatus sono frequentemente basati sulla valutazione soggettiva del chirurgo”.

Il gruppo del prof. Mattioli fin dagli anni ‘80 ha dedicato la massima attenzione a questo aspetto specifico della chirurgia dell’ernia iatale e della malattia da reflusso gastro-esofageo, fino a sviluppare e a validare nei primi anni 2000, un metodo di misurazione intra-operatoria della lunghezza dell’esofago in corso di chirurgia laparoscopica. Sulla base di queste misurazioni si decide se allungare l’esofago con tecniche chirurgiche particolari al fine di evitare ogni tensione sulle suture, causa questa della lacerazione dei tessuti e della recidiva dell’ernia.

Le ernie gastriche dello hiatus diaframmatico di maggiori dimensioni che si sviluppano lentamente nel tempo, a partire dalla fase dello scivolamento, che spesso dopo i settanta anni producono sintomi molto severi che incidono negativamente sulla qualità della vita e possono dare complicanze molto severe, talvolta mortali.

fonte: ufficio stampa

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