Embrione artificiale, Fondazione PMA: “Aprire alla ricerca potrebbe aiutare la cura di gravi malattie”

logo-pma-italia-procreazione-medicalmente-assistita

“SLA e malattie genetiche come l’anemia mediterranea o l’Alzheimer degenerativo possono essere combattute grazie al genoma editing”, dichiara il prof. Luca Mencaglia, Medico Specialista in Ginecologia e Ostetricia e Direttore Unità Operativa Complessa Centro PMA USL sud-est Toscana

dna

Firenze, 7 maggio 2018 – La notizia riportata della creazione di un embrione interamente artificiale costituito da cellule staminali ha una grandissima rilevanza nel mondo ancora non del tutto conosciuto della Fisiopatologia della Riproduzione. “Si sottolinea – dichiara il prof. Luca Mencaglia, Medico Specialista in Ginecologia e Ostetricia e Direttore Unità Operativa Complessa Centro PMA USL sud-est Toscana – come lo studio serva solo a chiarire se possibile i rapporti tra embrione e placenta, la quale ne costituisce l’organo adibito al nutrimento ed al filtro del sangue proveniente dalla madre, non certo uno strumento per creare di per sé un embrione artificiale che non avrebbe nessun senso dal punto di vista della ricerca.

luca-mencaglia-pma-asl-toscana-sud-est

Prof. Luca Mencaglia

Il punto di vista della Fondazione PMA Italia è invece quanto questa notizia rafforzi la necessità di aprire anche nel nostro paese alla ricerca su embrioni umani che potrebbe portare a importantissimi avanzamenti nello studio di alcune malattie quali la SLA o la correzione di un difetto genetico dell’embrione stesso che porterebbe alla prevenzione di diverse alterazioni genetiche gravissime. Ciò sarebbe possibile mediante il ‘genoma editing’, ovvero la correzione di un difetto genetico dell’embrione grazie a forbici molecolari che permettono di eliminare il tratto di DNA alterato, consentendo al momento della successiva riproduzione di eliminare la trasmissione del difetto genetico. La comunità dei nostri ricercatori pensa che si potrebbe arrivare ad evitare la trasmissione di malattie come l’anemia mediterranea o l’Alzheimer degenerativo”, conclude Mencaglia.

In Italia esistono nelle banche dei Centri di PMA più di 50.000 embrioni abbandonati, che nessuno richiede più, che non possono essere utilizzati grazie alla Legge 40 per la ricerca sugli embrioni salvando un numero grandissimo di vite umane.

Salva come PDF
Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. Ricordiamo a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista.

Potrebbe anche interessarti...