Aggressioni ospedaliere: gli operatori sanitari rischiano quanto le Forze dell’ordine

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pronto-soccorso-ospedale-mediciRoma, 28 novembre 2016 – Le ultime ricerche pubblicate sull’International Journal of Occupational and Environmental Health, hanno valutato oltre 2.000 questionari, dai quali risulta che il 10% per cento degli operatori sanitari ha subito un’aggressione fisica, mentre il 63% per cento ha dovuto subire minacce, insulti e intimidazioni. In diversi casi si è trattato di eventi ripetuti, e spesso anche con conseguenze sull’equilibrio psicologico degli aggrediti, tale da compromettere il loro buon funzionamento lavorativo. Questi studi indicano che gli operatori sanitari corrono più o meno lo stesso rischio di poliziotti e altre Forze dell’ordine.

Gli operatori sanitari più esposti sono coloro che lavorano nei servizi di emergenza e in quelli psichiatrici: in questi settori le aggressioni fisiche nell’ultimo anno hanno raggiunto rispettivamente il 49% e il 276% degli operatori; gli insulti sono risultati il 70% degli operatori, e percentuali più o meno simili si trovano per le minacce.

Il rischio più elevato lo corrono gli operatori degli ospedali di maggiori dimensioni. L’85% delle aggressioni è perpetrato dagli stessi pazienti: un quarto di essi circa risulta essere affetto da disturbi psichici e circa il 6% è sotto l’influsso di droghe. Le motivazioni riportate a proposito delle cause dell’aggressione sono le lunghe attese, il rifiuto di certificazioni di malattia, la discordanza sulle prescrizioni di farmaci. Nei servizi di emergenza circa un quarto delle aggressioni avviene invece ad opera di persone che accompagnano il paziente.

È un fenomeno poco attenzionato. Dallo studio di Gascòn e dei suoi collaboratori è infatti anche emerso che gli strascichi psicologici sugli operatori sono meno rilevanti quando si sentono supportati dall’organizzazione per la quale lavorano, mentre possono risultare devastanti da un punto di vista professionale e personale quando l’operatore si sente lasciato solo ad affrontare il problema, dovendo magari anche tornare a lavorare nel luogo dove ha subito l’aggressione, e con gli stessi pazienti.

Problema: 9 su 10 non denunciano; il 45% è donna; il 60% subisce minacce verbali, il 20% percosse, il 10% atti di vandalismo e il 10% violenza a mano armata.

Costi: Centinaia di giornate di infortunio pagate.

E ancora la psicologa Mazzara ha detto “le statistiche parlano, su uno studio di 1.765 operatori, di un’aggressione verbale al 45%, fisica al 7% e fisica e verbale insieme al 48%”.

L’indagine di Marina Cannavò, dirigente medico psichiatra dell’Asl Rm/B
L’indagine evidenzia poi le conseguenze delle aggressioni che si manifestano nel 91% degli operatori intervistati. Emergono soprattutto reazioni emotive di rabbia, irritazione, umiliazione, paura e impotenza. Il 26% ha inoltre riferito di una riduzione della performance professionale a causa di demotivazione. E il 28% ha raccontato di soffrire di disturbi psichiatrici importanti, in particolare di ansia e depressivi.

fonte: ufficio stampa

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