Allergici e asmatici meno colpiti da infezione Covid-19. Lo rivela uno studio

Roma, 27 aprile 2020 – Chi soffre di allergia o di asma sembrerebbe avere un rischio minore di contrarre l’infezione da Covid-19. È quanto emerge da uno studio preliminare condotto dalla Società italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) insieme all’Università di Verona, all’Università di Padova e all’ospedale Poliambulanza di Brescia.

“Pubblicheremo i dati proprio a giorni – anticipa all’agenzia Dire Gianenrico Senna, presidente della SIAAIC e direttore dell’unità operativa di Allergologia dell’azienda ospedaliero-universitaria di Verona – si tratta ancora di risultati preliminari, ma per ora quello che ci suggeriscono è che allergici e asmatici molto raramente sono colpiti dal Covid-19. Nelle nostre corsie, per esempio, la frequenza di asmatici con infezione da Coronavirus è compresa in una percentuale che va dal 2% al 3%, mentre nella popolazione generale è del 6%. Se prendiamo in particolare come riferimento le città di Brescia e Verona, la prima ha una percentuale di asmatici pari all’1,9%, mentre la seconda al 2,9%. E queste percentuali, ripeto, sono decisamente inferiori rispetto a quelle della popolazione generale”.

La ricerca italiana sembra quindi confermare uno studio condotto negli Stati Uniti, che sarà a breve pubblicato sulla rivista Journal of Allergy and Clinical Immunology, una delle più importanti del settore. Ma come si spiegherebbe?

“Non sappiamo ancora esattamente il motivo, ma come afferma anche lo studio americano- spiega Senna – una delle possibilità può essere che l’effetto dell’antifiammatorio, inteso come cortisonico locale assunto per via inalatoria, possa in qualche modo eliminare nei pazienti asmatici l’infiammazione e dare un effetto positivo. Si tratta di una risposta di tipo immunologico innescata a livello di reazione allergica, che per certi aspetti potrebbe essere protettiva nei confronti del virus. Su questo stiamo ancora indagando, ma quello che sicuramente è certo e assodato è che sia in Cina sia in Italia la percentuale di persone asmatiche ricoverate per Covid-19 è inferiore rispetto a quella della popolazione generale”.

C’è però da considerare anche un altro aspetto, tiene infine a sottolineare il presidente della SIAAIC, cioè che chi soffre di asma “nel momento in cui c’è stata un’infezione in atto, come quella del Covid-19, probabilmente ha avuto un’attenzione maggiore proprio per il fatto di sapere che quella stessa infezione avrebbe potuto peggiorare l’asma”, conclude Senna.

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