Psoriasi: fino a 9 anni per avere la diagnosi, compromessa la qualità di vita

Roma, 24 novembre 2023 – “Malattia psoriasica. Può essere più vasta di quello che pensi”. È questo il titolo dell’evento che si terrà il 29 novembre, a partire dalle 18:00, al Teatro Golden di Via Taranto 36 a Roma, e che tratterà il tema all’interno di un talk show divulgativo con dermatologi, gastroenterologi e reumatologi del servizio sanitario regionale laziale. Più esperti, perché la patologia infiammatoria cronica immunomediata è sfaccettata e richiede una presa in cura multidisciplinare.

Essendo sistemica, infatti, interessa tutti gli organi del corpo. Può iniziare a manifestarsi con segni sulla pelle (psoriasi cutanea), come placche su mani, piante dei piedi, o gomiti, e avere diversi gradi di severità. E in alcuni casi può anche coinvolgere l’apparato osteoarticolare (artrite psoriasica) evidenziando segni come dattilite (dita a salsicciotto), rigidità, gonfiore delle articolazioni, affaticamento generalizzato, compromissioni gastrointestinali.

Ma, che parta dalla pelle, o che arrivi a coinvolgere anche le articolazioni, in entrambi i casi compromette seriamente la qualità di vita di chi ne è affetto, in tutti gli ambiti.

La malattia psoriasica non fa distinzioni di sesso, e può presentarsi già in età pediatrica anche se la maggior parte delle volte la diagnosi arriva tra i 30 e i 50 anni. Spesso, nel caso dell’artrite psoriasica, la diagnosi può arrivare con un ritardo fino a 9 anni, con le relative conseguenze dell’avanzamento del danno articolare e d’organo.

Quali sono le cause della psoriasi cutanea? “Possono essere multifattoriali – spiega Elena Campione, dermatologa, professore associato di Dermatologia all’Università Tor Vergata di Roma – C’è una predisposizione genetica e una familiarità, che fa sì che vi sia una più alta proliferazione di cheratinociti, ossia le cellule dell’epidermide, e ci sono dei fattori scatenanti che possono accendere la malattia, come per esempio traumi, infezioni virali o batteriche, lo stress, il fumo, l’alcool, alcuni farmaci, fattori endocrini e malattie metaboliche”.

Dai dati, a oggi, risulta esserne interessata il 2-4% della popolazione e la malattia è multiforme, perché può avere diversi gradi di severità, da lieve a severa. “Le varianti cliniche della Psoriasi sono diverse: c’è quella a placche, la guttata, la pustolosa, la forma inversa, e l’eritrodermica generalizzata”, aggiunge Campione. Possono presentarsi recidive, ma la malattia non è né infettiva né contagiosa.

Qual è la correlazione tra psoriasi e artrite psoriasica? “Generalmente compare prima la psoriasi cutanea, che nel 30% dei casi evolve in artrite psoriasica. Ma – fa notare Elisa Gremese, reumatologa presso l’IRCSS Policlinico Gemelli di Roma e professore associato di Reumatologia dell’Università Cattolica di Roma – ci possono essere anche le manifestazioni dell’artrite psoriasica senza che ci sia un interessamento cutaneo, oppure l’interessamento cutaneo può comparire dopo la diagnosi di artrite psoriasica, o essere presente soltanto nei familiari”.

Sostanzialmente: se non c’è un iniziale interessamento della pelle, non è detto che non ci sia l’artrite psoriasica. “Lo si vede dai segni tipici dell’artrite psoriasica, come per esempio il coinvolgimento articolare di un solo dito, oppure quello delle inserzioni del tendine dell’osso: sono manifestazioni tipiche dell’artrite psoriasica, così come un coinvolgimento assiale della colonna vertebrale, o della sacro iliaca. E dalle indagini diagnostiche”, aggiunge Gremese.

Come mai ancora tanto ritardo diagnostico per l’artrite psoriasica e cosa può comportare per chi ne è affetto? “Si può arrivare fino a 7-9 anni, prima di ricevere diagnosi: spesso i pazienti arrivano dal reumatologo estenuati per il lungo iter che li ha portati ad avere la diagnosi, magari con una psoriasi cutanea molto estesa. La qualità di vita è compromessa non solo dal dolore articolare non trattato adeguatamente, con i farmaci biotecnologici che oggi abbiamo a disposizione, ma il loro tono dell’umore si è abbassato drasticamente. Convivere con una malattia cronica, che nel corso del tempo può avere anche riacutizzazioni, è molto complesso. A livello personale e sociale, nonostante oggi la qualità di vita dei pazienti sia nettamente migliorata grazie ai nuovi strumenti farmacologici che abbiamo a disposizione, la convivenza con la malattia può essere davvero invalidante”, aggiunge Elisa Gremese.

Chi è affetto da artrite psoriasica, poi, aggiunge Elisa Gremese, “può essere più spesso iperteso, obeso, avere dislipidemia, o maggiore incidenza di problematiche cardiovascolari e questo compromette ancora di più la qualità di vita”.

Parlare di malattia psoriasica e di tutte le sue sfaccettature è ancora più necessario, affinché il ritardo diagnostico possa essere ridotto fino a non essere più un altro problema con cui dovere fare i conti.

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