Medici, trasmissione dati patrimoniali. Anaao: “L’Anticorruzione fa confusione”

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Roma, 24 marzo 2017 – Con un contrordine che ricorda altri tempi, l’Autorità Nazionale Anticorruzione produce linee guida, in attesa di pubblicazione sulla GU, nelle quali estende l’obbligo alla trasmissione dei dati patrimoniali, di cui al Dlgs 33/2013, alla dirigenza sanitaria titolare di incarichi di direzione di struttura. Smentendo così non tanto l’Anaao, per la gioia di qualche solerte dirigente amministrativo, ma se stessa.

Non sono passati tre mesi, infatti, dal parere, sollecitato dall’Anaao, con il quale l’ANAC aveva escluso tutti i dirigenti sanitari dagli obblighi di trasmissione dei dati patrimoniali, propri e dei familiari, pur auspicando per il futuro il coinvolgimento dei soli direttori di struttura, da realizzare attraverso una apposita norma di legge.

Ora l’ANAC, forse tirata per la giacca da chi mal digerisce la specificità della dirigenza medica e sanitaria, fa marcia indietro e, insofferente ai tempi del Parlamento, dimentica di quanto deliberato appena tre mesi or sono, veste i panni del legislatore, cimentandosi in una esegesi costituzionale sulla disparità di trattamento che, forse, esula dai suoi compiti.

Declassa, così, a “refuso”, a suo giudizio e senza il conforto della norma di legge invocata, la differenza del regime introdotto dal Dlgs 33/2013 per la dirigenza sanitaria (art.15) rispetto a quello previsto per la dirigenza amministrativa (art.14), senza distinguere tra la diversa portata ed i diversi contenuti gestionali di diversi incarichi dirigenziali. Tenendo accuratamente al riparo gli incarichi dirigenziali dei magistrati e degli universitari, incorruttibili per definizione, con il singolare paradosso per cui nella sanità, a parità di incarico di direzione di struttura, l’obbligo sussiste se si è dipendenti del SSN ma non se si è dipendenti del MIUR. E meno male che si voleva eliminare la disparità di trattamento.

Vale la pena ricordare che gli incarichi dirigenziali del ruolo sanitario, anche di struttura, hanno contenuti prevalentemente professionali ed assistenziali, che ignorano, nella grande maggioranza dei casi, ogni forma di autonomia gestionale pur conservando la responsabilità. E che le strutture sanitarie non sono nemmeno tutte eguali, ancorché nominalmente simili. Ma tanto è e non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare.

L’Anaao Assomed si farà premura di vigilare per evitare ogni abuso, garantendo ai propri iscritti ogni tutela, anche legale. Intanto diamo il benvenuto all’ANAC nel calderone della politica, in cui i ruoli sono sovvertiti e anticorruzione può fare rima con confusione.

fonte: ufficio stampa

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