Dal Kosovo all’Aou di Udine per tornare a una vita normale. Intervento di alta chirurgia maxillofacciale

Udine, 3 dicembre 2019 – “Questa è una storia di successo che dimostra come il nostro sistema sanitario riesca ad offrire una qualità di livello internazionale, riuscendo a risolvere casi di estrema complessità. I miei complimenti all’équipe e a tutti quelli che hanno seguito questo caso, un vero esempio di collaborazione tra sistema salute, istituzioni e volontariato”. Lo ha dichiarato il Vicepresidente con delega alla Salute Riccardo Riccardi commentando il caso di un ragazzo operato dall’équipe di chirurgia maxillofacciale dell’Aou di Udine per le gravi conseguenze di un trauma.

Il ragazzo si chiama M., viene dal Kosovo ed era già stato plurioperato presso altre strutture, anche italiane, più volte durante l’età infantile per una anchilosi bilaterale delle articolazioni temporo-mandibolari in seguito a un trauma. Non riesce ad aprire la bocca, per cui non mangia, non parla, non socializza.

L’Associazione di volontariato S.O.S. Infanzia nel Mondo onlus e Suor Giuliana, una suora che si è presa cura del ragazzo fin da bambino, attivando un canale umanitario lo portano a visita presso la Chirurgia Maxillo Facciale di Udine, diretta dal prof. Massimo Robiony.

Clinicamente si evidenzia una situazione gravissima per cui, a causa dell’anchilosi della mandibola con il basicranio, M. non è in grado di aprire la bocca di neanche pochi millimetri e quindi di alimentarsi normalmente, situazione incompatibile con una vita normale oltre che una situazione pericolosa.

C’è indicazione per un intervento chirurgico, per rimuovere il blocco anchilotico e contemporaneamente ricostruire l’articolazione temporo-mandibolare bilateralmente con due protesi fatta su misura per il paziente.

“A ottobre – riferisce il prof. Robiony – il paziente è riuscito ad ottenere il visto per cure mediche e quindi è stato sottoposto al delicato intervento presso la nostra struttura. Vi sono solo 2 centri in Italia, oltre a Udine, in grado di eseguirlo, poiché richiede un’organizzazione particolarmente complessa: la progettazione in realtà virtuale dell’intero cranio, l’analisi delle problematiche chirurgiche (prof. Massimo Robiony e dott. Salvatore Sembronio, rispettivamente direttore e aiuto della Cattedra e Struttura di chirurgia Maxillo facciale di Udine), la dettagliata analisi  del caso multidisciplinare con i radiologi interventisti dott. Sponza, direttore di Radiologia interventistica. Ha perfezionato il tutto il primario di Anestesia, dott. Flavio Bassi, che ha eseguito una tracheotomia mini invasiva con fibroendoscopia eseguendo solo una minima perforazione della trachea”.

Un lavoro di équipe, un intervento durato 12 ore: rianimazione, sala operatoria, reparti. Ma anche gli uffici amministrativi hanno avuto un ruolo importante, poiché ricordiamo che da e per il Kosovo è necessario un visto non agevole da ottenere, e M. per almeno un anno sarà seguito in follow up dall’équipe di Udine.

Il 7 dicembre prossimo, a Tavagnacco, si parlerà anche del caso di M. nell’importante Convegno sui disordini Temporo-Mandibolari, organizzato dall’Università e dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine, con la partecipazione di specialisti statunitensi e dei maggiori centri italiani.

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