In un mese la terza dose avrebbe evitato quasi 30 mila contagi tra i vaccinati da oltre 5 mesi. Il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, Facoltà di Economia, campus di Roma
Roma, 9 dicembre 2021 – L’epidemia corre più veloce tra i non vaccinati con un tasso di incidenza pari a 237,95 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, pari a circa 10 volte in più la popolazione vaccinata con terza dose. Si stagliano sempre più nitide quattro pandemie a diversa velocità, da quella dei non vaccinati a quella dei vaccinati con tre dosi, i più protetti.
Durante il periodo che va dal 29/10/2021 al 28/11/2021, le infezioni nella popolazione vaccinata con terza dose si fermano a 25,03 ogni 100.000 abitanti a settimana, a seguire c’è la popolazione vaccinata entro 5 mesi con più del doppio dei nuovi casi, infatti l’incidenza dei contagi tra questi individui è di 61,06 ogni 100.000 abitanti a settimana.
Il calo di efficacia del vaccino dovuto al tempo trascorso dall’ultima dose porta a un incremento notevole delle infezioni settimanali nella popolazione vaccinata oltre 5 mesi, con un’incidenza dei contagi che schizza a 90,04 ogni 100.000 abitanti per questi individui.
“Valutando l’incidenza settimanale ogni 100.000 abitanti, calcolata tenendo separate la popolazione non vaccinata, vaccinata entro 5 mesi, vaccinata da oltre i 5 mesi e vaccinata con terza dose – afferma il prof. Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS) – è possibile vedere che siamo di fronte a quattro pandemie diverse che corrono assieme. L’epidemia corre più veloce tra i non vaccinati con un tasso di incidenza pari a 237,95 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, pari a circa 10 volte in più la popolazione vaccinata con terza dose – continua Cicchetti – Il 67% dei vaccinati da oltre 5 mesi non verrebbe contagiato se fosse stato sottoposto a vaccinazione con terza dose, afferma Cicchetti, e questo avrebbe permesso una riduzione del numero totale dei contagi pari a circa 29.319 su 44.023 contagi verificatisi negli ultimi 30 giorni”.
È quanto emerso dalla 77ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del SARS-CoV-2 a livello nazionale.
L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome italiane. Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).
A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (Professor Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (Professor Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.
La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid-19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.
Quadro epidemiologico
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 06 Dicembre 2021) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 235.835) sulla popolazione nazionale è pari a 0,40% (in aumento rispetto ai dati del 29/11 in cui si registrava lo 0,31%). La percentuale di casi (n= 5.118.576) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 8,58% al 8,41%.
L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 16 ed il 22 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 153 ogni 100.000 residenti (in aumento rispetto ai dati del 29/11, pari a 125 ogni 100.000 residenti).
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (17,13%), in Friuli-Venezia Giulia (11,32%) ma è in PA Bolzano (1,17%) e Veneto (0,84%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,41% (in aumento rispetto ai dati del 29/11, pari a 0,33%).
Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 490 casi ogni 100.000 residenti, in aumento rispetto ai dati del 29/11 (394 casi ogni 100.000 residenti).
Dal report #25 è stata analizzata la letalità grezza apparente del Covid-19 nelle Regioni italiane nell’ultima settimana che corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti positivi al Covid-19 nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 18 ed il 24 marzo 2020 la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è stata pari al 61,80 x 1.000. Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Friuli-Venezia Giulia pari a 4,03 x 1.000 e in Molise pari a 3,91 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 1,57 per 1.000 in calo rispetto ai dati del 29/11 (1,77 x 1.000).
Dal rapporto #26 è stata analizzata la mortalità grezza del Covid-19 nell’ultima settimana; la mortalità grezza corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito della popolazione di riferimento nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 26 marzo ed il 1 aprile 2020 la mortalità grezza, a livello nazionale, è stata pari al 8,42.
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 0,77 in aumento rispetto ai dati del 29/11 (0,70 x 1.000). Il dato più elevato si registra in Friuli-Venezia Giulia al 3,75 e PA Bolzano a 3,19.
Indice di positività settimanale
L’indice di positività al test misura, su base settimanale, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi soggetti sottoposti al test. L’indicatore differisce dall’indice di positività calcolato su base giornaliera, che valuta invece, il rapporto tra i nuovi casi positivi e i nuovi tamponi effettuati, e comprende anche i tamponi effettuati per il monitoraggio del decorso clinico e l’eventuale attestazione della risoluzione dell’infezione. In particolare, l’indice registra un valore massimo del 51,86% in Veneto e del 47,54% nella P.A. di Bolzano. In Italia l’indice di positività al test è pari al 19,95%: risulta positivo, dunque, circa 1 paziente su 6 nuovi soggetti testati, in aumento rispetto alla settimana precedente.
Tamponi molecolari e tamponi antigenici
Dal report #37 si è avviato il monitoraggio del confronto tra il numero di tamponi molecolari e il numero di tamponi antigenici per 1.000 abitanti. La Regione associata ad un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere la P.A. di Bolzano (162,70 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata ad un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (34,90 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 16,25 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 41,57 per 1.000 abitanti.
Terapie intensive
Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva
Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 0,70 x 100.000 ab. in aumento rispetto ai dati del 29/11 (pari a 0,66). Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la P.A. di Bolzano (2,81 x 100.000 ab.), la P.A. di Trento (1,65 x 100.000 ab.) e la Val D’Aosta (1,61 x 100.000 ab.).
Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica
L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica.
Le soglie del 10% e del 15%, rispettivamente di Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica, sono individuate dal DECRETO-LEGGE 23 luglio 2021, n. 105 “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche” come quelle oltre le quali è previsto il passaggio dalla Zona Bianca a Zona Gialla.
Al 7 dicembre il Friuli-Venezia Giulia, P.A. di Bolzano e Calabria si posizionano nel primo quadrante registrando tassi di saturazione, sia in relazione ai posti letto di terapia intensiva sia a quelli relativi all’area non critica, oltre le rispettive soglie stabilite dal suddetto DL. Nel secondo quadrante si posiziona la Valle d’Aosta, avendo superato la soglia relativa all’Area Non Critica mentre Lazio, Liguria, Marche, Veneto e P.A. di Bolzano si posizionano nel quarto quadrante avendo superato la sola soglia relativa alla Terapia Intensiva.
Indice di stress del sistema sanitario
L’assegnazione dei «colori» alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive.
Con l’avanzamento della campagna vaccinale, le soglie di 50/150/250 casi ogni 100.000 abitanti devono essere innalzate poiché, a parità di sistema ospedaliero regionale, il numero di persone che oggi rischiano di contrarre la malattia è inferiore rispetto al periodo nel quale queste soglie sono state stabilite.
L’indicatore di stress elaborato sulla settimana (02 dicembre – 08 dicembre) mostra un valore medio nazionale pari a 0,72 (con un’incidenza media settimanale pari a 133 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 45.606.310 persone che hanno completato il ciclo vaccinale), con valori differenti tra le Regioni: la regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la PA Bolzano con un indice di stress pari a 3,42, un’incidenza media settimanale pari a 490 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 365.982 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; al contrario la regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è la Puglia con un indice di stress pari a 0,19, un’incidenza media settimanale pari a 38 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 3.117.878 persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Indice epidemico composito
Sfruttando le principali basi dati disponibili, abbiamo elaborato un Indice Epidemico Composito che rappresenta sinteticamente cinque dimensioni relative all’epidemia, in particolare: la proporzione dei nuovi casi tra i testati, l’incidenza, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità e la proporzione di popolazione non vaccinata; ognuna di queste dimensioni rappresenta un elemento su cui porre particolare attenzione nel monitoraggio dell’epidemia ed è utile poter disporre di un indice che consente di leggerle insieme, il cui valore dovrebbe idealmente tendere al valore 1.
Le 5 dimensioni prese in considerazione sono state normalizzate sulla base di standard di riferimento, in modo da poterle combinare. I valori tendenti al rosso nella mappa indicano i contesti su cui porre particolare attenzione.
Alcune Regioni attualmente si trovano in uno scenario su cui porre più attenzione (Friuli-Venezia Giulia, PA Bolzano, PA Trento, Veneto, Val d’Aosta, Emilia-Romagna, Campania, Liguria, Lazio, Marche, Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Sicilia, Umbria).
Stima dei contagi per mancate vaccinazioni di terza dose
Per fornire un quadro completo sull’impatto per il SSN dell’emergenza Covid-19, si è elaborata una stima del numero dei contagi evitabili rispetto alla campagna vaccinale della terza dose. Il concetto di «contagio evitabile» viene indagato con riferimento al volume di contagi per Covid-19, correlati alle mancate vaccinazioni di terza dose.
Partendo dai dati forniti dal Bollettino sulla sorveglianza epidemiologica del Covid-19, rilasciato settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità (01 dicembre 2021 – ore 12:00), in cui vengono esplicitati il numero assoluto e la percentuale di persone vaccinate nella popolazione generale e di casi di infezione da SARS-CoV-2 per stato vaccinale negli ultimi 30 giorni, sono stati calcolati i due tassi di incidenza nelle coorti (vaccinati oltre 5 mesi e vaccinati con terza dose). Dalla differenza tra queste due incidenze, è possibile stimare il numero di contagi evitabili se tutta la popolazione eleggibile alla terza dose fosse vaccinata (con terza dose).
Valutando l’incidenza settimanale ogni 100.000 abitanti, calcolata tenendo separate la popolazione non vaccinata, vaccinata entro 5 mesi, vaccinata oltre i 5 mesi e vaccinata con terza dose, è possibile vedere che siamo di fronte a quattro pandemie diverse che corrono assieme.
Durante il periodo (29/10/2021- 28/11/2021), le infezioni nella popolazione vaccinata con terza dose si fermano a 25,03 ogni 100.000 abitanti a settimana, a seguire c’è la popolazione vaccinata entro 5 mesi con incidenza di 61,06 ogni 100.000 abitanti a settimana. Il calo di copertura vaccinale porta ad un incremento delle infezioni settimanali ogni 100.000 abitanti nella popolazione vaccinata oltre 5 mesi a 90,04.
L’epidemia corre più veloce tra i non vaccinati con un tasso di incidenza pari a 237,95 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, pari a circa 10 volte in più la popolazione vaccinata con terza dose. Il 67% dei vaccinati oltre i 5 mesi non sarebbe contagiato se fosse stato sottoposto a vaccinazione con terza dose. Questo avrebbe permesso una riduzione del numero totale dei contagi pari a circa 29.319 su 44.023 contagi verificatisi negli ultimi 30 giorni.
Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia
Dal report #34 è stato analizzato l’andamento delle vaccinazioni Covid-19 in Italia.
Prime dosi/Popolazione residente per fascia di età (x 100 ab.)
A livello nazionale si registrano le seguenti percentuali per le fasce di età considerate: 12-19 anni (75%), 20-49 anni (83%), 50-69 (86%), 70-79 (90%), over 80 anni (94%). La media nazionale (che considera la fascia di età maggiore di 12 anni) è pari al 85%.
Andamento somministrazioni (valore soglia 500.000)
Analizzando l’andamento delle somministrazioni giornaliere (prima e seconda dose) considerando il valore soglia pari a 500.000 somministrazioni giornaliere, dal 31 luglio 2021 le somministrazioni giornaliere hanno superato nuovamente questa soglia solo lo scorso 3 dicembre 2021, spinte dalle somministrazioni di terza dose.
Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (1° dose)
È stato avviato il monitoraggio della percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la prima dose vaccinale. Dal grafico si evince come la Puglia, il Lazio e l’Emilia-Romagna abbiano vaccinato la quota maggiore di over 70 nel contesto nazionale. La Sicilia rappresenta la regione con la percentuale minore in termini di copertura vaccinale della popolazione over 70 (84,13%).
Terza dose/popolazione residente (+12) x 100.000
Il grafico mostra due differenti informazioni: la percentuale di copertura raggiunta dalla terza dose sulla popolazione over 12 e la percentuale raggiunta dalla terza dose sulla popolazione che aveva già ricevuto almeno una dose. La P.A. di Trento è la provincia in cui il rapporto tra la somministrazione della terza dose sulla popolazione che ne aveva ricevuta almeno una è più alto (28,55%) mentre la Sicilia è la regione in cui tale somministrazione riporta il valore più basso (14,96%).
Copertura vaccinale reale (ciclo completo, popolazione > 12 anni)
L’indicatore mostra la percentuale su base regionale di individui sopra i 12 anni di età che hanno ultimato il ciclo vaccinale. Dal grafico si evince che la regione caratterizzata dalla copertura più alta sia la Toscana (78,28%) mentre la P.A. di Bolzano si configura come la regione con la percentuale di individui che hanno completato il ciclo vaccinale più bassa (65,22%). In Italia il 74,59% della popolazione risulta totalmente immunizzata