Università, UGL: “Più posti per le professioni sanitarie e immediate stabilizzazioni”

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Roma, 11 settembre 2019 – “Anche quest’anno nelle università italiane si assiste alla roulette russa delle selezioni per l’ammissione alle facoltà di Medicina (e non solo), con un esercito di candidati rispetto a un numero ridotto di posti disponibili”.

Lo afferma il segretario nazionale Ugl Università e Ricerca, Raffaele Lanteri, sottolineando l’ennesima dimostrazione di criticità del sistema bisognoso di una profonda riforma e chiedendo per questo “al ministro dell’Università, Lorenzo Fioramenti, di impegnarsi su tale fronte con la stessa risolutezza con la quale ha chiesto all’esecutivo di cui è componente lo stanziamento di 1 miliardo di euro per l’Università nella prossima finanziaria, ancorché non sufficiente ad allinearsi alla spesa media (5%), certificata dall’Ocse, dei Paesi più sviluppati”.

“Abbiamo accolto positivamente la notizia della ricognizione, da parte del precedente Governo, dei posti disponibili, con un incremento pari a circa 1.800 unità di ammessi in più su base nazionale. A dimostrazione che c’era e c’è reale possibilità, come l’Ugl Università sostiene e protesta da sempre, nonché il bisogno di un incremento delle opportunità, per consentire, da un lato, a tanti giovani di mettersi alla prova e, dall’altro, la formazione di professionisti, in special modo, nel campo sanitario”.

“Il nostro auspicio – conclude Lanteri – rivolto anche al ministro Fioramonti è che si vada verso un  numero programmato, concludendo la nefasta esperienza del numero chiuso, e avviando una programmazione seria, legata cioè alle reali esigenze del mercato del lavoro e non a logiche random. Deve esistere una rispondenza tra il numero dei laureati e quello dei posti nelle scuole di specializzazione e nella formazione della medicina di base, evitando così anche la fuga dei nostri giovani, mentre in molte regioni si sta pensando di richiamare in servizio medici in pensione, o medici militari per fronteggiare l’emergenza”.

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