Ricerca di frontiera, premiati tre giovani scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia

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Sono 403 i giovani ricercatori finanziati dal Consiglio europeo per le Ricerche, 42 italiani, ma solo 12 attivi in Italia. I nuovi 3 finanziamenti, portano il totale di IIT a 23 borse ottenute in 10 anni

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Genova, 28 luglio 2018 – L’Europa ha premiato 3 scienziati dell’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, 2 donne e 1 uomo, per i loro progetti di ricerca di frontiera: Maria Rosa Antognazza, Alessandra Sciutti ed Alessandro Gozzi. Sono stati comunicati ufficialmente dal Consiglio europeo per le Ricerche (European Research Council – ERC) i 403 vincitori dei finanziamenti più prestigiosi per giovani ricercatori, gli Starting grant, che l’ERC promuove per investire su nuovi talenti e rendere l’Unione Europea un luogo di ricerca d’eccellenza e innovazione. Dei 403 ricercatori vincenti, solo 15 svolgeranno la loro ricerca in Italia, e 3 sono ricercatori IIT. Ciascuno avrà a disposizione un budget fino a 1,5 milioni per 5 anni. Ad oggi IIT conta in totale 23 progetti finanziati da ERC.

I 3 ricercatori di IIT sono tra i pochi ricercatori di nazionalità italiana che condurranno le loro ricerche nel nostro Paese. Dei 403 premiati dall’ERC (valutati fra 3170 proposte), infatti, sono 42 i ricercatori di nazionalità italiana, rappresentando la seconda nazionalità più rappresentata dopo la Germania (73), ma solo 12 saranno attivi in istituti di ricerca nazionali.

Antognazza e Sciutti, inoltre, fanno parte della percentuale di donne (40%) beneficiarie in Europa; in particolare le due ricercatrici di IIT hanno ottenuto il loro finanziamento in settori con forte presenza maschile, perché più tecnologici.

Maria Rosa Antognazza, 41 anni, si è laureata in fisica all’Università di Milano e ottenuto il dottorato al Politecnico di Milano, specializzandosi in spettroscopia ottica. Dal 2008 è ricercatrice all’IIT di Milano, dove si occupa di elettronica organica e bio-elettronica, con un focus sullo sviluppo di nuovi materiali da applicare nel campo delle neuroscienze. Grazie al progetto LINCE, finanziato dall’ERC, potrà studiare e sviluppare un dispositivo ottico che, interagendo direttamente con sistemi cellulari, ne modulerà la proliferazione, la differenziazione, le funzioni specifiche, in modo preciso e localizzato. La nuova tecnica, detta fotoceutica, potrà essere adottata in medicina rigenerativa e nelle neuroscienze.

Alessandra Sciutti, 35 anni, si è formata presso l’Università di Genova e ha svolto due periodi di ricerca all’estero, a Chicago negli USA e a Osaka in Giappone. Dal 2010 è ricercatrice all’IIT di Genova, lavorando con l’umanoide iCub. In particolare Sciutti si interessa ai meccanismi sensoriali e motori alla base della comprensione reciproca nell’interazione umana, con l’obiettivo tecnologico di progettare robot in grado di interagire in modo naturale con i loro partner umani. All’interno del progetto wHiSPER, finanziato da ERC, Sciutti vuole approfondire i meccanismi che permettono alle persone di adattare la propria percezione di tempo e spazio a quella di un partner, studiando come questa si modifica durante un’interazione con un altro essere umano o un robot.

Alessandro Gozzi, 46 anni, è un biotecnologo che si è formato all’Università di Verona, ha avuto un’esperienza di ricerca presso la multinazionale del farmaco GlaxoSmithKline, e dal 2010 è ricercatore di IIT a Rovereto. Con il progetto DisConn, finanziato dall’ERC, Gozzi ha l’obiettivo di comprendere i meccanismi patologici che causano i deficit di connettività neuronale che caratterizzano le malattie del neurosviluppo, quali l’autismo e la schizofrenia. A questo scopo il progetto prevede la combinazione di tecniche che permettono di creare una mappa neuronale e metodi avanzati di imaging, al fine di tracciare lo sviluppo del sistema nervoso centrale e comprenderne i punti di malfunzionamento in stati patologici.

Nei suoi 10 anni di attività, l’Istituto Italiano di Tecnologia si è già aggiudicato 23 progetti ERC su tematiche che spaziano dalle nanotecnologie alla robotica, dalla chimica alle scienze della vita, attirando talenti da altre istituzioni di ricerca e Paesi stranieri.

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