Piede diabetico, patologia in crescita. Studiosi a confronto all’ospedale Giglio di Cefalù

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Da sinistra: Silvio Lo Bosco, Giacomo Clerici, Poalo Tondi, Jacques Clarissi, Vittorio Virgilio, Giacomo Avruscio, Luciano Leone e Pier Francesco Veroux

Cefalù, 27 maggio 2016 – “La patologia del piede diabetico colpisce 246 milioni di persone nel mondo (il 5,9% della popolazione) e il dato toccherà i 380 milioni di pazienti nel 2025 pari al 7,1 percento della popolazione”. Sono alcuni dati declinati dal direttore generale dell’ospedale Giglio di Cefalù e chirurgo vascolare Vittorio Virgilio nel corso nel convegno che si tenuto, stamani, nella struttura siciliana e dedicato al piede diabetico. Vi hanno preso parte diversi studiosi italiani e stranieri, fra cui il radiologo interventista Jacques Clerissi, per fare il punto sui nuovi trattamenti.

“Si può parlare di epidemia – ha aggiunto Virgilio – utilizzando lo stesso termine che il Parlamento Europeo non ha lesinato a impiegare in una risoluzione approvata nel marzo del 2012. In Europa si prevede una crescita media annua dell’1,1% per il prossimo ventennio. Lo stesso piano sanitario nazionale del 2013 pone il diabete tra le priorità. Ma poco è stato fatto”, ha chiosato il manager. Virgilio ha anche sottolineato “l’impatto sui costi della sanità che questa patologia in crescita avrà sul sistema sanitario e delle differenze che tutt’ora persistono tra le regioni italiane per l’accesso ai presidi per i diabetici”.

Luciano Leone, presidente dell’Amirs (Associazione medica italiana per la ricerca scientifica), ha illustrato la proposta di “istituire, attraverso apposite leggi dei Centri per il Piede Diabetico di cui 12 in Sicilia uno ogni 410 mila abitanti. È un modello – ha spiegato – che costruisce un sistema di rete tra la medicina di base e ospedaliera con requisiti che partono da figure professionali altamente specializzate”.

Intervento atteso quello del francese Jacques Clerissi, che ha al suo attivo 15 mila angioplastiche sul piede diabetico. Clerissi ha illustrato le nuove tecniche impiegate per salvare l’arto nei pazienti diabetici. Infine, Pierfrancesco Veroux ha puntato sull’importanza della prevenzione. “La diagnosi precoce della malattia celebro vascolare – ha detto – riduce l’incidenza di eventi drammatici come l’ictus e la perdita dell’arto”.

Tra i relatori anche Filippo Boniforti responsabile dell’ortopedia del Giglio, Paolo Tondi, docente di angiologia alla Cattolica di Roma, Gianpiero Avruscio, direttore della struttura complessa di angiologia dell’università di Padova, e Giacomo Clerici direttore del centro studi piede diabetico del San Raffaele di Milano.

fonte: ufficio stampa

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