Osteopati e chiropratici professioni sanitarie? La posizione dei fisioterapisti resta la stessa!

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Roma, 8 aprile 2016 – Dopo il parere negativo della Commissione Bilancio all’introduzione, fra le Professioni Sanitarie, di Osteopati e Chiropratici, la Relatrice del ddl 1324, c.d. “Lorenzin”, e Presidente della XII Commissione del Senato “Igiene e Sanità”, ne ha ri-presentato gli emendamenti, “opportunamente” modificati.

La posizione dei Fisioterapisti italiani non muta in virtù di un re-styling testuale: l’Associazione Italiana dei Fisioterapisti (AIFI) e le altre professioni sanitarie non tollereranno una violazione delle regole poste a tutela del Sistema, che a sua volta tutela la salute dei Cittadini.

La L. 43/2006 già regolamenta con chiarezza le modalità di individuazione di nuove professioni sanitarie (e infatti non si comprende perché il Ddl 1324, nato per intervenire su altre questioni, debba essere caricato di disposizioni improprie).

Il Sistema di tutela della salute in Italia, costituzionalmente normato, si basa in estrema sintesi sulla garanzia di livelli minimi di prestazioni sanitarie erogate su tutto il territorio e sul livello minimo di competenze (e sulla loro distribuzione) che i professionisti devono garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.

Per questo, per esercitare la professione, bisogna superare un esame di Stato abilitante; e per questo, per individuare nuove professioni sanitarie il Legislatore ha previsto regole chiare da rispettare. Tra queste l’espressione di parere tecnico-scientifico, espresso da apposite commissioni operanti nell’ambito del Consiglio Superiore di sanità, nonché la valutazione dei fabbisogni connessi agli obiettivi di salute previsti dagli atti di programmazione sanitaria nazionale, che non trovino rispondenza in professioni già riconosciute.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità colloca osteopatia e chiropratica nell’ambito delle medicine non convenzionali. Il Ministero della Salute ne autorizza la pratica unicamente quali competenze esclusive dei professionisti sanitari (ovvero coloro che hanno già formazione e abilitazione in ambito sanitario).

Il percorso del Ddl 1324 che deve istituire, con un ritardo di almeno 10 anni, gli Albi delle professioni già regolamentate, affinché i cittadini possano distinguere i professionisti sanitari veri dai tanti millantatori ed abusivi, è ancora rallentato dalla presenza di questi emendamenti inopportuni quanto impropri.

Gli emendamenti proposti mirano a riconoscere due professioni omettendo il percorso di validazione scientifico già previsto dalla Legge, istituendo una formazione universitaria che viene dichiarata senza oneri aggiuntivi a carico dello Stato, affermazione quest’ultima evidentemente incomprensibile.

Continuiamo ad osservare con molta attenzione i lavori della Commissione sanità del Senato e continueremo ad agire per tutelare la salute dei Cittadini, la dignità professionale ed il pieno rispetto delle norme vigenti durante tutto l’iter parlamentare del Ddl.

Dott. Mauro Tavarnelli, Presidente Nazionale AIFI

fonte: ufficio stampa

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