Neonatologia, necessarie figure specializzate per cure ad alta intensità. Esperti internazionali a Napoli

Prof. Francesco Raimondi

Napoli, 9 novembre 2023 – “Quasi 10.000 bambini in Campania potrebbero nascere in condizioni di maggiore sicurezza”, è quanto ha dichiarato il prof. Francesco Raimondi, Direttore dell’U.O.C. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in apertura del V Convegno Internazionale di Neonatologia, Neonatology in Naples, a Napoli il 9 e il 10 novembre 2023, presso il Centro Congressi Federico II.

“Abbiamo 49 punti nascita nella nostra Regione, 33 di I e 16 di II livello, per un totale di 44.391 nati(Dati SDO 2022) – continua Raimondi – Solo il 37% di questi punti nascita (18) realizza più di 1.000 nati/anno, il 41% tra i 500 ed i 1.000 e il 22% meno di 500. Nel frattempo, la mortalità neonatale rimane al di sopra della media nazionale”.

Il volume di attività ottimale dei Punti Nascita dovrebbe essere di almeno 1.000 nati/anno e un volume inferiore a 500 nati/anno rappresenta un rischio per la diade madre-neonato. Questo è quanto confermato dalla letteratura e previsto nell’Accordo Stato-Regioni del 2010.

Un ospedale è tanto più sicuro, quanti più sono i parti che segue, perché aumenta la casistica e l’esperienza del suo staff, a cui vanno aggiunte attrezzature e tecnologie sempre più all’avanguardia e il cui investimento richiede anche una efficienza nell’utilizzo. Un alto volume di attività si associa, inoltre, a costi più bassi.

Prof. Luigi Orfeo

“Come Neonatologi abbiamo il dovere di assicurare a questi neonati ed alle loro mamme le migliori cure e assistenza possibili. Ciò passa anche dalla piena attivazione del sistema di trasporto neonatale che sconta un ritardo di oltre 25 anni da quanto previsto dalla stessa normativa regionale”, continua il Presidente del Convegno Neonatology in Naples.

Le cure ad alta intensità in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) richiedono uno staff altamente specializzato, con figure professionali che sono molto più vicine a quelle del rianimatore per gli adulti. Lavorano in un ambiente di urgenza/emergenza, dove competenza, esperienza ed aggiornamento professionale, uniti all’utilizzo delle più moderne tecnologie ed attrezzature e ad una organizzazione razionale ed efficiente sono fondamentali per la sicurezza della diade mamma-neonato.

Il Convegno Internazionale di Neonatologia ha ospitato a Napoli i maggiori esperti del settore a livello mondiale: il prof. Peter Davis del Murdoch Children’s Research Institute di Melbourne (Australia), i proff. Haresh Kirpalani e Barbara Schmidt della Mac Master University di Toronto (Canada) e il prof. Daniele De Luca, dell’Università Paris Saclay e Past President della European Society for Pediatric and Neonatal Intensive Care (ESPNIC), che hanno contribuito a incrementare e specializzare ulteriormente il bagaglio di conoscenze dei 150 selezionati partecipanti.

Hanno aperto i lavori, insieme al prof. Francesco Raimondi, la Presidente della Scuola di Medicina Maria Triassi, il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) Luigi Orfeo, il Presidente SIN Campania Giovanni Chello.

Nel corso del Simposio Internazionale sulle Malattie Respiratorie Neonatali si è discusso dell’assistenza respiratoria dei neonati in sala parto e in TIN, della Sindrome da distress respiratorio acuto nel neonato (ARDS) e della Prevenzione e trattamento della Broncodisplasia polmonare (BDP) del neonato. Quest’ultima può determinare una grave insufficienza respiratoria cronica anche dopo la dimissione. Per questo motivo, il piccolo lattante va protetto dalle infezioni respiratorie, specie in inverno.

Ciò mentre andiamo incontro a un periodo di picco stagionale di casi di infezioni delle vie respiratorie nei bambini al di sotto dei 2 anni, in particolare per il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), maggiore responsabile della bronchiolite, che è la causa principale di ospedalizzazione sotto l’anno di vita (circa l’1,7% dei bambini in Europa e USA), con un incremento di ricoveri all’età di 2-3 mesi.

La profilassi in Italia oggi è prevista con un tipo di anticorpo monoclonale che prevede la somministrazione ripetuta solo per un ristretto gruppo di bambini fragili. L’Agenzia europea dei medicinali (EMA) e la FDA americana hanno recentemente approvato un nuovo anticorpo monoclonale per il VRS, che è stato introdotto già per questa stagione in quattro Paesi europei (Francia, Spagna Germania, Lussemburgo) per immunizzare, con una sola dose, tutti i nati a termine e pretermine, sani e con displasia broncopolmonare.

“Paventiamo, purtroppo, la saturazione dei posti disponibili negli ospedali sia in Campania, che nel resto d’Italia, anche a causa dell’insufficienza di letti di Terapia Intensiva Pediatrica. Da una mappa recentemente pubblicata su The Lancet, si evince che, in Italia, il numero di letti è solo 273 per 9 milioni e 788.622 pazienti di età compresa tra 1 e 18 anni. In Campania la situazione non è migliore, con 14 posti al Santobono, 2 al Pausillipon, solo per cure speciali oncologiche e quindi non accessibili, e 2 posti di subintensiva pediatrica a Battipaglia – conclude Raimondi – Speriamo che anche in Italia si possa passare ad una profilassi generalizzata per tutelare i nostri bambini da questi virus per la stagione influenzale 2024. Nel frattempo, è inderogabile razionalizzare ed efficientare la rete assistenziale dei punti nascita campani, seguendo l’esempio dei migliori modelli organizzativi esistenti”.

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