Il Festival della prevenzione e innovazione in oncologia fa tappa a Udine

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Dott. Gianpiero Fasola

Udine, 2 luglio 2018 – Udine diventa capitale della lotta al cancro. Il capoluogo ospita per 3 giorni la diciannovesima tappa della nuova edizione del “Festival della prevenzione e innovazione in oncologia”. Un motorhome, cioè un pullman, sarà allestito dal 2 al 4 luglio in Piazza Duomo, dove gli oncologi dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) forniranno consigli e informazioni sulla prevenzione, sull’innovazione terapeutica e sui progressi della ricerca in campo oncologico. Sono anche previste attività sportive in Piazza per coinvolgere i cittadini.

Ogni anno nella provincia di Udine vi sono circa 3.790 nuove diagnosi di tumore (2.035 uomini e 1.755 donne ogni anno nel triennio 2008-2010).

“Almeno un terzo delle diagnosi potrebbe essere evitato seguendo un corretto stile di vita – spiega Gianpiero Fasola, Direttore del Dipartimento di Oncologia di Udine – In Friuli Venezia Giulia nel 2017 sono stati stimati 9.000 nuovi casi di tumore (4.750 uomini e 4.250 donne); la sopravvivenza relativa per tutti i tumori a 5 anni dalla diagnosi è aumentata dal 54,5% degli uomini e 58,3% delle donne con diagnosi negli anni 2000-2004, fino al 60,8% per gli uomini e al 61,4% per le donne con diagnosi nel periodo 2007-2010. L’obiettivo del progetto è duplice: trasmettere ai cittadini informazioni utili a giocare d’anticipo contro il cancro e presentare i più importanti progressi scientifici di questi anni. Il ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ ci aiuta a far conoscere meglio quello che sta accadendo: oggi possiamo fare molto per la prevenzione , seguendo stili di vita corretti e partecipando agli screening. Abbiamo anche a disposizione nuovi strumenti per la cura e questo fa aumentare il numero di persone che si rivolgono alle Strutture di Oncologia e, più in generale, al Servizio Sanitario Regionale ed ai Servizi sociali. Sono fenomeni che meritano di essere seguiti con attenzione da parte di chi si occupa della politica sanitaria. Il cancro sta diventando una patologia cronica: risente delle misure di prevenzione ma richiederà un grande impegno in termini di risorse anche per continuare ad assicurare a tutti il diritto alle cure e ad una corretta presa in carico del problema”.

La manifestazione itinerante tocca 20 città con eventi che dureranno tre giorni.

“Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio oncologico – afferma Lucia Fratino del Dipartimento di Oncologia Medica al CRO di Aviano e coordinatore AIOM Friuli Venezia Giulia – Più di centomila casi di tumore ogni anno in Italia sono dovuti proprio alle sigarette. Numeri che ricordano quelli di un’epidemia. Il fumo di sigaretta causa l’85-90% dei tumori al polmone, il 75% dei tumori testa e collo (in particolare laringe e faringe), il 25-30% dei tumori del pancreas. Evidente è l’impatto delle bionde anche nel causare il cancro della vescica, uno dei più frequenti nella nostra Regione con il 50-65% dei casi riconducibili a questa dipendenza fra gli uomini e il 20-30% fra le donne. Il fumo inoltre aumenta del 50% la probabilità di sviluppare una neoplasia del rene e fino a 10 volte una neoplasia all’esofago. Un ruolo fondamentale nella prevenzione primaria è svolto anche dall’attività fisica. È dimostrato che il 20% del totale dei tumori è causato proprio dalla sedentarietà. Da qui l’importanza delle campagne di sensibilizzazione come questo Festival”.

“In Italia nel 2017 sono stati stimati poco più di 369.000 nuovi casi di tumore – sottolinea Stefania Gori, Presidente nazionale AIOM e Direttore dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria – Negrar – Oggi non possiamo più parlare di male incurabile perché accanto alle armi tradizionali (chirurgia, radioterapia e chemioterapia) abbiamo a disposizione terapie innovative molto efficaci come le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia che permettono di migliorare la sopravvivenza a lungo termine con una buona qualità di vita. Grazie alla diagnosi precoce e alle nuove armi, in Italia il 60% dei pazienti sconfigge la malattia. Il sistema sanitario deve saper rispondere alle esigenze di salute di questi cittadini, che spaziano dalla riabilitazione al ritorno alla vita attiva, agli affetti e al lavoro”.

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