Diabete, ne soffrono circa 4 milioni di italiani. Le infezioni orali tra i fattori di rischio

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Viareggio, 30 gennaio 2019 – Il tema del diabete, con tutte le sue correlazioni con le patologie odontoiatriche, rappresenta una delle più comuni malattie croniche ed è caratterizzata da una crescita inarrestabile in tutto il mondo, conseguente ai mutati stili di vita.
In Italia i casi noti di diabete erano circa 1,5 milioni nel 1985 e si avvicinano ora ai 4 milioni, quindi sono più che raddoppiati in 30 anni. In soli 10 anni poi si è passati da una prevalenza del 5,1% (2007) all’attuale 6,4%, in altre parole si è avuto un incremento del 24%. La presenza di una malattia diabetica presenta implicazioni che investono tutte le terapie odontoiatriche e in modo particolare le infezioni del cavo orale.

“Il diabete è una malattia che negli ultimi trent’anni dal punto di vista epidemiologico ha avuto una crescita esponenziale – afferma il prof. Ugo Covani, Direttore dell’Istituto Stomatologico Toscano – Da sempre il paziente diabetico ha rappresentato un problema per i dentisti per il rapporto bidirezionale che esiste con le infezioni del cavo orale: da una parte, il diabete favorisce le infezioni, visto che la maggior parte delle patologie odontoiatriche sono infettive; dall’altra, le patologie infettive del cavo orale nel paziente diabetico creano scompenso al metabolismo, ossia rendono più difficile l’equilibrio della glicemia. Per questo è necessario definire e razionalizzare l’approccio da parte di tutti gli operatori dello studio odontoiatrico”.

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Prof. Ugo Covani

In ragione di queste considerazioni, gli odontoiatri devono conoscere il diabete e tutte le precauzioni che il paziente richiede in corso di trattamento odontoiatrico. Le manifestazioni orali della malattia diabetica comportano inoltre un importante ruolo dell’odontoiatra nella diagnosi precoce e nella motivazione del paziente diabetico e da questo nasce l’importanza di un costruttivo rapporto fra odontoiatra e diabetologo.

La bocca è lo specchio della salute: per questo l’odontoiatra e l’igienista dentale hanno un ruolo di primo piano come sentinelle della salute. Le infezioni orali sono oggi studiate molto attentamente perché attraverso complessi meccanismi possono portare a danni sistemici. Un’attenta cura delle infezioni del cavo orale può contribuire dunque a migliorare anche la terapia.

“Ogni paziente dovrebbe avere la giusta consapevolezza dell’importanza di un controllo periodico per prevenire le malattie orali e risparmiare nel futuro, visto che la prevenzione permette di evitare interventi più costosi e invasivi” evidenzia la professoressa Annamaria Genovesi, professore straordinario Università Guglielmo Marconi di Roma e Responsabile del Servizio di Igiene e Prevenzione orale dell’Istituto Stomatologico Toscano.

Le prime forme di prevenzione da adottare sono un costante controllo e una particolare cura nella pulizia dei denti. I primi segni di disturbi gengivali includono rossore o gonfiore delle gengive, sanguinamento o comparsa di sangue dopo l’uso dello spazzolino, denti all’apparenza più lunghi e spazi più ampi tra i denti.

Indipendentemente dalla comparsa o meno di questi sintomi, sarebbe necessario recarsi dal dentista e/o dell’igienista dentale due volte all’anno. Inoltre, seguendo i consigli del proprio igienista, sarebbe auspicabile lavarsi i denti almeno due volte al giorno con una media di spazzolamento corretto di almeno 4 minuti, contro gli attuali 30 secondi che è riscontrato nella media della popolazione italiana. Come riscontrato dai professionisti del settore, l’igiene interdentale pulisce l’85% del cavo orale, mentre il semplice spazzolino solo il 60%.

In questa ottica il ruolo dell’igienista dentale sta assumendo un ruolo di primo piano nella primissima valutazione del paziente. “Essere in grado di eseguire una valutazione del paziente non solo da un punto di vista della salute orale, ma anche in modo più ampio è ciò che si richiede oggi alla figura dell’igienista dentale – aggiunge la professoressa Genovesi – La saliva è il target di nuove ricerche e negli ultimi anni ha assunto un ruolo di primissimo piano nella diagnosi di numerose patologie. Un semplice test salivare, come un banale tampone, assolutamente non invasivo, può infatti portarci moltissime informazioni sullo stato di salute del paziente. Ad esempio, è in grado di darci una valutazione dei livelli di stress ossidativo del paziente; lo stress ossidativo è un marker di estrema attualità che rientra a pieno titolo nella eziopatogenesi di numerose patologie, tra cui la malattia parodontale, il diabete, la cardiopatia ischemica. La missione di odontoiatri e igienisti è dunque quella di sensibilizzare sia i pazienti che la stessa classe medica, troppo spesso non a conoscenza di queste informazioni, al fine di creare percorsi diagnostico-terapeutici multidisciplinari, condivisi con tutti gli operatori che gravitano all’interno delle professioni sanitarie”, conclude Genovesi.

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