Coronavirus, schizzano i contagi. Aumento di ospedalizzati e terapie intensive, primi effetti anche sui decessi

Il monitoraggio della Fondazione GIMBE nella settimana 30 settembre-6 ottobre conferma dinamiche dell’epidemia molto diverse dallo tsunami di marzo-aprile. Il progressivo aumento dei casi attualmente positivi ha prima innescato l’incremento di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva, e adesso inizia a riflettersi anche sui decessi. Per contenere la nuova ondata, in particolare nelle regioni del Centro-Sud, ben vengano le mascherine all’aperto, ma bisogna giocare d’anticipo sul virus su tutti i fronti. Indifferibile potenziare e uniformare tra le diverse Regioni gli standard dell’assistenza sanitaria territoriale e ospedaliera, oltre che trovare una soluzione per ridurre l’elevato rischio di contagio sui mezzi pubblici

Bologna, 8 ottobre 2020 – Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 30 settembre-6 ottobre, rispetto alla precedente, un netto incremento nel trend dei nuovi casi (17.252 vs 12.114) a fronte di un numero di poco superiore di casi testati (429.984 vs 394.396), oltre a un rilevante aumento del rapporto positivi/casi testati (4% vs 3,1%). Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (60.134 vs 50.630) e, sul fronte degli ospedali, aumentano i pazienti ricoverati con sintomi(3.625 vs 3.048) e in terapia intensiva (319 vs 271). Continuano a salire, seppur lentamente, anche i decessi (155 vs 137).

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: +18 (+13,1%)
  • Terapia intensiva: +48 (+17,7%)
  • Ricoverati con sintomi: +577 (+18,9%)
  • Nuovi casi:+17.252(+42,4%)
  • Casi attualmente positivi: +9.504 (+18,8%)
  • Casi testati +35.588(+9%)
  • Tamponi totali: +63.351(+9,7%)

“Nell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – la curva dei contagi si è impennata,in conseguenza del netto incremento del rapporto positivi/casi testati. Si conferma inoltre la crescita costante dei pazienti ospedalizzati con sintomi e di quelli in terapia intensiva”.

Dott. Nino Cartabellotta

Da metà luglio i nuovi casi settimanali sono più che decuplicati (da poco oltre 1.400 a più di 17.000), con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 4% (figura 1). Tale dinamica ha generato il progressivo aumento dei casi attualmente positivi, quintuplicati da fine luglio: da 12.482 a 60.134 (figura 2).

“L’incremento del rapporto positivi/casi testati – spiega il Presidente – conferma che il virus circola in maniera più sostenuta: per questo nelle Regioni dove supera il 5% è cruciale potenziare le attività di testing & tracing”. Nella settimana 30 settembre-6 ottobre si tratta di Liguria (7,7%), Campania (6,3%), Provincia autonoma di Trento (6,8%), Piemonte (6,2%) e Valle d’Aosta (5,4%). Sul versante delle ospedalizzazioni, da fine luglio si rileva un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.625 e da 49 a 319 (figura 3).

“Se il dato nazionale – puntualizza Cartabellotta – non lascia intravedere alcun sovraccarico dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti”. In particolare al 6 ottobre ben 8 Regioni registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 6,5: Lazio (13,9), Liguria (13), Campania (9,2), Sardegna (8,8), Sicilia (7,9), Piemonte (7,1), Abruzzo e Puglia (6,6).

“La composizione percentuale dei casi attualmente positivi – continua il Presidente – si mantiene costante dai primi di luglio: mediamente il 93-94% dei positivi sono in isolamento domiciliare perché asintomatici/oligosintomatici; il 5-6% ricoverati con sintomi e lo 0,5% in terapia intensiva. Tuttavia, anche per questo indicatore le differenze regionali accendono ulteriori spie rosse”. In alcune Regioni, infatti,la percentuale dei casi ospedalizzati è nettamente superiore alla media nazionale del 6,6%: Sicilia (11,5%), Liguria (10,4%) Lazio (9,9%), Puglia (8,9%), Piemonte (8,6%), Abruzzo (8,2%), Basilicata (7,9%).

Anche sul versante dei decessi dai primi di settembre inizia a delinearsi un trend in lento ma costante incremento: il numero dei pazienti deceduti è aumentato da 46 a 155 per settimana (figura 4). In altri termini, spiega il Presidente “le dinamiche dell’epidemia, molto diverse dalla prima ondata, dimostrano che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi iniziato a fine luglio, dopo un mese ha innescato l’incremento di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva, e dopo 2 mesi, inizia a riflettersi anche sui decessi”.

“L’obbligo delle mascherine anche all’aperto – conclude Cartabellotta – è una misura coerente con la rapida ascesa dei contagi, visto che non conosciamo ancora il reale impatto della riapertura delle scuole e quello dell’ulteriore sovraccarico dei servizi sanitari conseguente alla stagione influenzale. Tuttavia, per contenere la seconda ondata, in particolare nelle Regioni del Centro-Sud, la Fondazione GIMBE ribadisce la necessità di giocare d’anticipo sul virus su tutti i fronti: in particolare, è indifferibile potenziare e uniformare gli standard dell’assistenza sanitaria territoriale e ospedaliera, oltre che trovare una soluzione per ridurre l’elevato rischio di contagio sui mezzi pubblici”.

Figura 1 – Trend settimanale dei nuovi casi e del rapporto positivi/casi testati

Figura 2 – Trend settimanale dei casi attualmente positivi

Figura 3 – Trend settimanale pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva

Figura 4 – Trend settimanale pazienti deceduti

Tabella – Nuovi casi settimana 30 settembre-6 ottobre

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