Coronavirus, preoccupanti i disturbi della sfera emotiva nei bambini. Il punto del pediatra Giuseppe Mele

Prof. Giuseppe Mele

Roma, 9 marzo 2021 – Il prof. Giuseppe Mele, Presidente della Società Italiana Medici Pediatri, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Cusano Italia Tv.

L’impatto del coronavirus sui bambini. “Fin dall’inizio della pandemia sapevamo che i bambini sarebbero stati colpiti al pari degli adulti – ha affermato Mele – A maggio, i pochi dati che avevamo ci dicevano che i bambini sarebbero stati gli untori del domani. Quindi il nostro Paese avrebbe dovuto attrezzarsi per fronteggiare quell’ondata”.

“Il bambino, diversamente dall’adulto, mostra una reazione differente dal punto di vista immunitario per una serie di motivi e quindi il virus non colpisce in maniera chiara e definitiva come colpisce gli adulti, nel senso che sono asintomatici, paucisintomatici o con sintomi molto diversi rispetto agli adulti. Uno studio recente ci dice che i bambini affetti da Covid hanno disturbi nella sfera emotiva: disturbi del sonno e comportamentali. Questo è preoccupante ed è indubbiamente legato anche allo stile di vita che è cambiato”.

Sull’aumento dei casi di sindrome di Kawasaki. “Questa sindrome era stata descritta, ma non si è mai capita la causa principale, è probabile che il coronavirus abbia provocato l’insorgenza della sindrome”.

Sul vaccino. “Il fatto che il virus stia circolando all’interno della fascia pediatrica potrebbe creare un’immunità di gregge in quelle fasce. Per il momento la ricerca scientifica ha escluso i bambini, ma non è detto che in futuro anche i bambini non possano essere vaccinati contro il Covid. Si stanno incominciando a fare i primi studi per cercare di utilizzare gli stessi vaccini anche per i bambini”.

“I bambini non hanno avuto una sintomatologia grave in larghissima parte, le fasce più a rischio sono state quelle più fragili, preservando quelle fasce l’incidenza del virus si riduce in maniera rilevante, nel frattempo la ricerca può andare avanti per produrre vaccini per i bambini”, conclude Mele.

(fonte: Radio Cusano Campus)

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