Chirurgia robotica ginecologica, 50 interventi in 2 mesi al Sant’Eugenio di Roma

Dott. Fabrizio Signore, direttore UOC di Ostetricia e Ginecologia, ospedale Sant’Eugenio: “Con il robot Da Vinci è possibile realizzare interventi di altissima precisione risparmiando tessuti e consentendo alle pazienti recuperi rapidissimi”

Roma, 3 febbraio 2023 – In soli due mesi, da quando l’ospedale si è dotato del sistema Da Vinci, al Sant’Eugenio di Roma sono stati già effettuati all’incirca 50 interventi di chirurgia robotica in ambito ginecologico. Grazie all’evoluto Robot, manovrato dal chirurgo seduto ad una postazione lontana dal campo operatorio e dotata di monitor e comandi per muovere i bracci, è possibile realizzare interventi di altissima precisione risparmiando tessuti e consentendo alle pazienti recuperi rapidissimi.

Tra le principali patologie ginecologiche che possono essere trattate con la chirurgia robotica ci sono quelle oncologiche ma l’endometriosi di grado profondo e la riparazione di tessuti del pavimento pelvico che hanno subito un prolasso. Ma per saperne di più l’agenzia Dire ha intervistato il dott. Fabrizio Signore, primario della UOC di Ostetricia e Ginecologia al Sant’Eugenio.

Quando e come è iniziata l’attività di chirurgia robotica della Ginecologia del Sant’Eugenio?

“Siamo partiti con questa attività alla fine del 2022: dallo scorso novembre ad oggi abbiamo già effettuato circa 50 procedure chirurgiche. Diciamo che il bilancio è ottimo e soprattutto lo vediamo anche dagli effetti nelle nostre pazienti”.

Quando ha iniziato ad occuparsi di robotica?

“La mia formazione robotica è iniziata diversi anni fa quando ero direttore della Ginecologia dell’ospedale di Grosseto, dove c’è la Scuola Internazionale di Robotica fondata dal professor Pier Cristoforo Giulianotti e dove sono membro della faculty”.

Quali sono i vantaggi della chirurgia robotica rispetto alla laparoscopia e alla chirurgia tradizionale?

“Senz’altro la chirurgia robotica rientra nel campo della chirurgia mininvasiva e i vantaggi sono quelli di avere un pronto recupero da parte delle pazienti, un gesto chirurgico molto più accurato da parte del chirurgo operatore e quindi di risparmiare dei punti molto importanti per una rapida ripresa e un ottimo follow up delle nostre pazienti”.

Quali patologie ginecologiche hanno indicazione al trattamento robotico?

“Principalmente la patologia oncologica che riguarda l’utero, sia per il carcinoma dell’endometrio sia per quello della cervice. Oltre a queste patologie, hanno indicazione al trattamento robotico soprattutto l’endometriosi di grado profondo (cioè di quarto grado), dove abbiamo un’infiltrazione dei tessuti retroperitoneali, e anche la patologia del pavimento pelvico con la riparazione dei prolassi e l’immissione di protesi per riparare questi difetti molto comuni nella popolazione femminile, soprattutto nella fase post menopausale”.

Parlando del post operatorio, quali sono i benefici in termini di recupero delle pazienti?

“Il recupero è veramente eccezionale, perché il vantaggio rispetto alla chirurgia tradizionale, ma soprattutto rispetto alla laparoscopia, è poter lavorare con bassissime pressioni grazie ad un sistema di cui è dotato il Robot Da Vinci, cioè l’Airseal, che permette un ricircolo del gas all’interno dell’addome e quindi di poter lavorare a una tensione molto bassa sulla parete addominale riducendo così gli effetti del dolore e del fastidio nel post operatorio. Tutte le nostre pazienti, il giorno successivo, riescono tranquillamente a tornare a casa”.

Ma le pazienti come accolgono questa ‘nuova’ chirurgia robotica?

“Molto bene, anche perché abbiamo delle pazienti che si stanno sempre più aggiornando e informando sui vantaggi della chirurgia robotica, tanto è vero che spesso vogliono accertarsi che il loro intervento venga effettuato con il Robot. Noi ci siamo dotati di una piattaforma importantissima come il Da Vinci e siamo in grado di poter approfittare dei vantaggi della tecnologia, che ci permettono di migliorare molto l’outcome di tutte le donne che si sottopongono all’intervento chirurgico”.

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