Carenza specialisti, Anaao Assomed: “Previsti 40mila medici in meno nel SSN entro il 2024”

Roma, 23 maggio 2022 – L’Anaao Assomed ha analizzato i principali fattori che determinano la carenza di medici specialisti riconducibili ad almeno 3 fenomeni:

1) Pensionamenti

Nel triennio 2019-2021 sono andati in pensione circa 4.000 medici specialisti ogni anno per un totale di 12.000 camici bianchi. Nel triennio 2022-2024 andranno in pensione circa 10.000 medici specialisti. Quindi in 6 anni il SSN perderà 22.000 medici specialisti ospedalieri per pensionamenti.

2) Licenziamenti

A impoverire le corsie si aggiunge il fenomeno della fuga dagli ospedali. Dal recente studio Anaao risulta che dal 2019 al 2021 hanno abbandonato l’ospedale circa 9.000 camici bianchi per dimissioni volontarie. Se il trend dei licenziamenti fosse confermato anche nel triennio successivo, si licenzierebbero ulteriori 9000 medici dal 2022-2024.Tra pensionamenti e licenziamenti si arriverebbe a una perdita complessiva di 40.000 medici specialisti entro il 2024.

3) Nuove attività che richiedono una implementazione delle dotazioni organiche con medici specialisti

La pandemia ha reso indispensabile il potenziamento delle terapie intensive e sub-intensive non solo dal punto di vista del numero dei posti letto da incrementare ma anche del personale che deve essere specificamente formato a questa attività. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede diversi interventi tra i quali la realizzazione degli ospedali di Comunità con circa 11mila posti letto entro il 2026.

Dove reperire il personale?

Secondo l’Anaao Assomed gli specializzandi sono l’ancora di salvezza per il SSN. Coloro, però, che hanno ottenuto il contratto di formazione specialistica nel 2020 e nel 2021 (le borse sono state rispettivamente 14.000 e 18.000), potranno essere utilizzati negli ospedali solo tra 4/5 anni.

Nell’immediato è necessario:

  • stabilizzare tutto il precariato formato durante la pandemia (9.409 unità);
  • contrattualizzare, per quanto necessario e possibile, quella platea di 15mila specializzandi degli ultimi anni di specializzazione che già da subito potrebbero essere impiegati per dare aiuto nelle attività ospedaliere.
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