Vescica iperattiva e incontinenza fecale, tecnica mininvasiva di neuromodulazione sacrale al San Donato di Arezzo

Arezzo, 29 maggio 2023 – È stato eseguito nei giorni scorsi ad Arezzo dalla dott.ssa Marilena Gubbiotti il primo impianto di Neuromodulatore Sacrale, presso l’Urologia dell’ospedale San Donato diretta dal dott. Michele De Angelis. Trattasi di un’ importante novità e preziosa acquisizione di una tecnica chirurgica mininvasiva per l’urologia neuro- funzionale.

La Neuromodulazione Sacrale (NMS), eseguita per la prima volta negli ospedali dell’Asl Tse, è una tecnica mininvasiva indicata nel trattamento dei pazienti con vescica iperattiva (con o senza incontinenza urinaria), ritenzione urinaria non ostruttiva e incontinenza fecale. Riveste oggi un ruolo fondamentale nel trattamento di quelle condizioni disfunzionali del basso apparato urinario dimostratesi refrattarie alla terapia farmacologica e/o riabilitativa, ponendosi inoltre come valida alternativa a procedure chirurgiche di tipo demolitivo.

Sono infatti molto incoraggianti i risultati sinora ottenuti con ľ applicazione di tale metodica nei casi di urgenza minzionale, aumentata frequenza minzionale diurna e notturna, nell’incontinenza urinaria da urgenza e anche in presenza di disturbi di svuotamento vescicale, indicazione per la quale è stata recentemente ottenuta l’approvazione anche da parte della FDA. Ci sono altre indicazioni dove l’utilizzo di questa terapia ha dimostrato buoni risultati, come ad esempio il dolore pelvico, la stipsi cronica refrattaria a terapia conservativa e la vescica neurologica, ma non sono ancora supportate da trial clinici basati su grandi numeri.

“La Neuromodulazione sacrale – spiega la dott.ssa Marilena Gubbiotti responsabile del servizio di neuro urologia del San Donato di Arezzo – verrà eseguita sia presso l’ospedale S. Donato di Arezzo che presso l’ospedale “La Gruccia” in Valdarno, che attualmente vede come coordinatore ad interim del reparto di Urologia il dott. Stefano Rosadi, e che prevederà una particolare attenzione all’Uroginecologia e all’urologia Neuro-funzionale”.

Il trattamento chirurgico di II livello di Neuromodulazione sacrale è uno dei trattamenti iperspecialistici offerti solo in pochi centri italiani ed è un punto di forza dell’urologia funzionale e in particolar modo del servizio di Neuro-urologia attualmente attivo presso l’ospedale di Arezzo e tra poco tempo anche presso l’ospedale della Gruccia.

“La paziente – conclude la dott.ssa Gubbiotti – sottoposta all’impianto definitivo di NMS, ha riportato la completa risoluzione dei sintomi urinari da vescica iperattiva che incidono molto sullo stile di vita già dopo le prime ore dall’accensione dello neurostimolatore ed è stata dimessa dopo 24 ore dall’intervento in ottime condizioni cliniche. È un’emozione sempre nuova vedere come cambia in poco tempo la qualità della giornata, la qualità di vita, dei pazienti che fino a poco prima erano al limite della sopportazione a causa della loro condizione urinaria. Proprio per tale motivo ho tenuto a porre come obiettivo del nostro centro di Urologia Neuro-funzionale ‘Put People First’”.

Dettagli dell’intervento

La neuromodulazione sacrale si effettua in due tempi. L’indicazione all’impianto definitivo è posta soltanto in caso di una positività a un primo test percutaneo di stimolazione ovvero sulla base della riposta clinica obiettivabile e sulla ricomparsa della sintomatologia alla sospensione della stimolazione.

Il test consiste nell’applicare ambulatorialmente un elettrodo per via percutanea in anestesia locale, sulla radice nervosa di S3, per valutare la risposta motoria e sensitiva delle fibre, mediante stimolazione anterograda. All’applicazione della stimolazione la comparsa di una contrazione a soffietto dell’ano e una flessione plantare del piede e dell’alluce sono indice di una buona risposta motoria.

La componente sensoriale viene valutata in modo soggettivo dal paziente, che deve riferire la sensazione e dove sente lo stimolo elettrico (ano, retto, perineo o vagina). Quindi, oltre ad una idoneità data dal test, è necessario che il paziente candidato a questo tipo di terapia sia collaborante e in grado di gestire autonomamente un dispositivo elettronico.

La stimolazione di “prova” durerà un massimo di 28giorni. Il “secondo tempo” (impianto del neurostimolatore definitivo) è previsto nel caso di successo terapeutico al termine del periodo di prova del PNE. Tale procedura è eseguita in sala operatoria, mediante anestesia locale, e prevede l’impianto di un elettrocatetere quadripolare, in posizione adiacente al nervo sacrale S3. Tale elettrocatetere è dotato di alette e di marker: le alette consentono il fissaggio dell’elettrocatetere, mentre i marker segnalano il livello di profondità dell’elettrocatetere.

La batteria dello stimolatore garantisce prestazioni ottimali per tutta la durata dello stimolatore che è costruito con tecnologia miniaturizzata che consente di contenere le dimensioni in un volume di meno di 3 cm3. Le complicanze legate agli interventi eseguiti nelle due fasi sono rare.

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