Tumore del seno metastatico, le nuove terapie rivoluzionano la cura. In Sicilia trattate già 120 pazienti

Palermo, 29 marzo 2023 – I più recenti dati inerenti Regione Sicilia restituiscono un quadro epidemiologico che registra più di 3.500 nuovi casi di tumore mammario l’anno, che equivalgono ad una incidenza di 134 nuovi casi per 100.000 abitanti con un picco di incidenza compreso tra i 70 ed i 79 anni.

Il tumore della mammella che iperesprime il recettore HER2 rappresenta circa il 15% del totale dei tumori mammari. Nel tumore al seno metastatico HER2+ l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato (ADC) anti-HER2 Trastuzumab Deruxtecan ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte del 72% rispetto all’attuale gold standard e più che triplicato la sopravvivenza libera da progressione di malattia.

In Sicilia dal 2021 ad oggi con i nuovi anticorpi farmaco coniugati-ADC sono state trattate circa 120 pazienti. Se ne parla nel corso dell’evento “Analisi dello scenario attuale e prospettive future nel tumore della mammella – Focus on HER 2+, Sicilia”, organizzato da Motore Sanità.

“La sopravvivenza e la curabilità del carcinoma mammario sono fortemente correlate allo stadio e alle caratteristiche biomolecolari del tumore – spiega Vincenzo Adamo, Coordinatore della Rete Oncologica Siciliana-Re.O.S. e Molecular Tumor Board Regionale – Nell’ambito dei sottotipi oggi noti, il carcinoma mammario HER2 +, caratterizzato da iperespressione di questo recettore, se da un lato manifesta aggressività e rapida evolutività, dall’altro lato rientra tra le forme più responsive alla target therapy. Dal 2005 con il trastuzumab, primo agente attivo, ad oggi molti altri farmaci, dagli anticorpi monoclonali alle piccole molecole inbitori tirosinochinasici, hanno cambiato la storia naturale di questo sottotipo con brillanti risultati anche in termini di sopravvivenza”.

“Lo scenario attuale permette inoltre di superare la inevitabile resistenza biologica alle prime linee terapeutiche con l’avvento di nuovi farmaci mirati, gli anticorpi farmaco coniugati ADC, caratterizzati da un meccanismo d’azione innovativo che attraverso l’utilizzo dell’anticorpo monoclonale come linker-carrier permette al chemioterapico di colpire in maniera diretta e selettiva la cellula che esprime HER2 evitando importanti tossicità di tipo sistemico. In Sicilia dal 2021 ad oggi con i nuovi anticorpi farmaco coniugati-ADC sono state trattate circa 120 pazienti in seconda e linee più avanzate, dapprima in studi clinico-sperimentali e successivamente in programmi di EAP e CNN come importante ed innovativa opportunità”, prosegue Adamo.

“Trastuzumab Deruxtecan è un anticorpo farmaco-coniugato mirato contro HER2 che nello studio Destiny-Breast-03 ha dimostrato efficacia per le pazienti con cancro della mammella avanzato, ricadute dopo una precedente terapia con Trastuzumab e un Taxano o ricadute precocemente dopo trattamento adiuvante, riducendo del 36% il rischio di morte e quadruplicando il tempo mediano di sopravvivenza libero da progressione di malattia rispetto al braccio di controllo – spiega Massimiliano Spada, Coordinatore Regionale AIOM Sicilia – Nello studio Destiny Breast-04 ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo sia della sopravvivenza libera da progressione che della sopravvivenza globale in pazienti affette da carcinoma mammario avanzato a bassi livelli di HER2, con malattia HR +/- rispetto lo standard di cura”.

“La iperespressione di Her2 era originariamente un fattore prognostico sfavorevole, la cui presenza configurava una ridotta aspettativa di vita per le pazienti – prosegue Roberto Bordonaro, Presidente Eletto GOIM (Gruppo Oncologico dell’Italia Meridionale) e Direttore UOC Oncologia Medica ARNAS Garibaldi, Catania – La disponibilità di agenti diretti verso Her2 ne ha da circa 25 anni modificato radicalmente la prognosi; gli anticorpi monoclonali prima (Trastuzumab e Pertuzumab) e le “Antibodies drug-conjugated (ADC)” (Trastuzumab emtansine prima e Trastuzumab Deruxtecan oggi) hanno contribuito ad aumentare la frazione di guarigione quando utilizzate nelle fasi precoci di malattia come trattamento adiuvante e migliorato sensibilmente l’aspettativa di vita nella malattia metastatica)”.

Francesca Catalano, Direttore Unità di Senologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania sottolinea che oggi è ancora più importante il lavoro di squadra, come avviene ormai da tempo nei gruppi multidisciplinari che insistono nelle breast Unit di tutto il paese. “Quando vediamo una paziente già studiata con esami strumentali completi e istologico con assetto immunoistochimico completo, pur avendo in mente il percorso terapeutico da stabilire, abbiamo l’obbligo di confrontarsi in ambito multidisciplinare. Tumori piccoli possono beneficiare dell’uso di un anticorpo coniugato prima della chirurgia. Dovremmo adesso fare attenzione anche agli Her 2 1+ meglio identificati come Her2 low che possono essere suscettibili di cure innovative con risultati, come si evince dagli studi clinici, sorprendenti. In qualità di presidente della Commissione senologica dell’assessorato della salute della regione Siciliana mi auguro di poter uniformare i trattamenti per le pazienti siciliane in tutte le breast Unit. Questi eventi devono essere utili a sensibilizzare le istituzioni affinché si possa investire sulla salute dei cittadini”.

“Come è evidente non c’è solo la terapia innovativa – interviene Stefano Vitello, Coordinatore Regionale CIPOMO Sicilia – C’è la promozione dei corretti stili di vita per ridurre le possibilità di sviluppare i tumori (sono in aumento sovrappeso e obesità per colpa di una dieta ricca di zuccheri e grassi e per scarsa attività fisica) e c’è l’attività di screening, appunto, per individuare per tempo i casi di tumore. Al Sud sono ancora poche le donne che aderiscono ai programmi di screening e in generale la popolazione. Se al Nord la percentuale di adesione arriva all’84%, al Sud è solo del 50%; le ragioni sono diverse: dalla lontananza dai centri di screening al timore della popolazione più a rischio (50-69 anni) di sottoporsi ai controlli. Possiamo migliorare notevolmente tutto questo: sollecitando e invogliando le persone ad aderire compiutamente e convintamente agli screening, attivando un percorso educazionale nelle scuole, negli ambienti lavorativi e di aggregazione giovanile e affinando il percorso attraverso i medici e le associazioni di volontariato. La salute è un bene prezioso che richiede responsabilità di tutti, delle istituzioni e dei cittadini”.

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