Seno tuberoso: mastopessi con protesi e lipofilling. Studio scientifico confronta le due metodiche

Prof. Pietro Gentile

Roma, 11 novembre 2022 – È il prof. Pietro Gentile, Associato di Chirurgia Plastica presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ad aver pubblicato sull’autorevole rivisita internazionale Aesthetic Plastic Surgery Journal, lo studio scientifico sul confronto tra la mastopessi con protesi e il lipofilling nella correzione del seno tuberoso.

Il seno tuberoso è una malformazione caratterizzata da vari gradi di erniazione del parenchima e del complesso areola capezzolo, da assenza dei quadranti inferiori e può comportare diversi gradi di ipoplasia e asimmetria causando uno significativo disagio psicosociale per la donna. Le mammelle appaiono strette e allungate, a volte anche cadenti con un aspetto tuberoso. La correzione chirurgica deve essere valutata accuratamente caso per caso, scegliendo la tecnica più adeguata in funzione del tipo e gravità del difetto.

Lo studio intitolato “Tuberous Breast, Deformities, and Asymmetries: A Retrospective Analysis Comparing Fat Grafting Versus Mastopexy and Breast Implants. Gentile P. Aesthetic Plast Surg. 2022 Sep 26” mette a confronto tecniche tradizionali come la mastopessi e le protesi con tecniche rigenerative quali l’innesto autologo di grasso, più comunemente noto con il termine di Lipofilling.

Il lavoro, uno studio scientifico caso-controllo, mira a confrontare i risultati ottenuti in un gruppo di donne trattate con innesto di grasso autologo – Lipofilling – (35 pazienti) con quelli di un gruppo trattato con mastopessi e protesi (30 pazienti) per la correzione della tuberosità con vari gradi di asimmetria e ipoplasia, analizzando anche l’influenza delle deformità mammarie e toraciche (asimmetria del complesso areola-capezzolo, pectus excavatum e carinatum) nell’esito finale.

L’analisi pre- e post-operatoria è stata eseguita con un’accurata valutazione clinica, fotografica e strumentale, quest’ultima basata su risonanza magnetica nucleare, mammografia ed ecografia. Il follow-up postoperatorio ha avuto luogo a 1, 3, 7, 12, 24, 48 settimane e poi annualmente per 2 anni.

Quali sono i risultati dello studio?

Da una analisi del lavoro emergono dei risultati incoraggianti per entrambe le metodiche, seppur con delle differenze: il 77% (n = 27) delle pazienti trattate con due interventi di Lipofilling (ciascuno a distanza di circa 6 mesi l’uno dall’altro) ha mostrato risultati eccellenti dopo 1 anno rispetto alle pazienti trattate con un solo intervento di mastopessi con protesi, che hanno mostrato gli stessi risultati nel 73% (n = 22) dei casi.

La naturalezza e il grado di soddisfazione nel gruppo di donne trattate con il Lipofilling erano superiori a quelli del gruppo trattato con mastopessi e protesi. Le pazienti trattate con il lipofilling hanno mostrato seni naturali senza cicatrici e ottimi risultati estetici dopo due procedure. Le pazienti trattate con mastopessi e protesi hanno invece mostrato risultati più evidenti e duraturi dopo una sola procedura, presentando però cicatrici e risultati meno naturali.

In precedenza, il prof. Gentile aveva già contribuito a dimostrare la validità e la sicurezza del lipofilling in numerosi studi scientifici, pubblicati su riviste scientifiche ad alto impact factor, sia per finalità ricostruttive che per finalità estetiche, analizzando i vantaggi ma anche i limiti delle procedure analizzate.

Quali sono i limiti del Lipofilling?

Va detto che non tutte le pazienti possono sottoporsi alla procedura di Lipofilling sia per l’aumento del seno che per la correzione di malformazioni come il seno tuberoso. Le pazienti devono essere attentamente selezionate sulla base di criteri di inclusione ed esclusione e definite idonee al trattamento.

Devono essere presenti delle giuste quantità di tessuto adiposo a livello di addome, cosce e fianchi, tali da consentire il prelievo di quantità adeguate di grasso, necessarie alle procedure di purificazione e innesto. Inoltre, il tessuto adiposo innestato è sottoposto a procedure di riassorbimento nel tempo. La percentuale di riassorbimento è influenzata peraltro da una serie di fattori, come la metodica di purificazione e la tecnica di innesto.

Lo studio suggerisce l’innesto di giuste quantità di tessuto adiposo nella mammella evitando “over corrections” ma considerando attentamente i volumi mammari da dover rimodellare. Le stime sul riassorbimento e l’attecchimento del grasso sono state oggetto di valutazioni strumentali e di studi scientifici.

Il volume di grasso innestato che attecchisce (e dunque rimane) è, in media, del 60% circa dopo un anno, secondo analisi ottenute dalla risonanza magnetica nucleare e riportate in relativi studi. Il tessuto adiposo innestato, dopo questo primo anno di assestamento, tende poi a mantenersi stabile successivamente.

Le pazienti devono essere informate sulla possibilità di poter ripetere il trattamento a distanza di almeno 6 mesi-1 anno in funzione del risultato ottenuto e del grado di soddisfazione raggiunto.

Quali sono le conclusioni dello studio?

Il Lipofilling si dimostra dunque, nello studio pubblicato, in casi opportunatamente selezionati e idonei, una valida metodica alternativa alle protesi e alla mastopessi anche nel trattamento del seno tuberoso. Le protesi e/o la mastopessi possono offrire invece risultati immediati e duraturi anche solo dopo un unico intervento chirurgico, ma con cicatrici.

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