Prof. Vincenzo Mirone, Professore Ordinario di Urologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia, Università Federico II, Napoli: “La nostra campagna di prevenzione mira a ricordare agli uomini il ruolo protettivo di comportamenti sani, ma anche di aderenza alle terapie e alla loro continuità, di partecipazione agli screening e attenzione al proprio benessere”
Roma, 20 novembre 2020 – Crollo dal 75 al 90% per l’attività sia di elezione che di Pronto Soccorso, azzerata la prevenzione, a rischio l’aderenza delle terapie, prezzo altissimo per la gestione tardiva di patologie il cui decorso è fortemente condizionato da una diagnosi precoce. Questo il quadro dell’Urologia italiana in tempo di Covid-19, tracciato dalla Fondazione PRO nel corso di una conferenza stampa virtuale, nella giornata internazionale dedicata dall’Unesco alla salute maschile.
“L’attività chirurgica per le patologie oncologiche non si è fermata per i tumori della vescica e della prostata – spiega Vincenzo Mirone, Presidente di Fondazione PRO, Professore Ordinario di Urologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia, Università Federico II, Napoli – ma a tenere lontani gli uomini dalla propria salute ci ha pensato il combinato disposto della paura del contagio e della consueta, perniciosa, scarsa attitudine a prendersi cura di sé o a farlo quando ormai è troppo tardi”.
“Il Covid-19 – ricorda Mirone – ha reso più difficile l’esistenza degli oltre 564mila uomini che in Italia vivono con un cancro alla prostata. Per il 71% dei pazienti il Coronavirus è fonte di forte preoccupazione, mentre il 37% è convinto di essere più esposto al contagio a causa dei trattamenti anti-tumorali. Quattro malati su dieci hanno evitato di andare in ospedale già durante il primo lockdown, rinviando così cure e visite. E sette malati su dieci auspicano di poter assumere terapie trimestrali o semestrali, per poter così ridurre gli accessi alle strutture sanitarie e garantire la continuità delle cure”.
“A tutti loro è dedicata la nostra campagna educazionale nazionale “Prostata, per il cancro non c’è lockdown”, un appello a non abbandonare le terapie, sposato e condiviso da una persona sensibile e generosa come Massimiliano Allegri, protagonista del nostro spot”, prosegue Mirone.
“In un Paese che vede 25 milioni di uomini sopra i 15 anni, 8 italiani su 10 non si sono mai sottoposti a una visita dall’urologo – afferma Andrea Salonia, Professore Ordinario di Urologia e Direttore dell’Istituto di Ricerca Urologica, Università Vita-Salute, Ospedale San Raffaele, Milano – Eppure il cancro della prostata rappresenta il tumore più frequente nei maschi dopo i 50 anni, con numeri molto simili a quelli del tumore della mammella (36.000 nuove diagnosi ogni anno, con circa 7.000 morti)”.
“Possiamo intervenire su questi dati, iniziando col migliorare il rapporto con l’ambiente: un contesto sano ha infatti un ruolo protettivo della salute delle persone – spiega Salonia – Le ultime ricerche epidemiologiche confermano infatti una correlazione diretta, in particolare per quanto riguarda la fertilità e l’esposizione ad agenti cancerogeni. Le caratteristiche del liquido seminale possono essere considerate una valida chiave di lettura dell’intero stato di salute dell’uomo e usate per fare prevenzione secondaria. I soggetti infertili, a parità di età sono meno sani, biologicamente più anziani e la loro condizione può considerarsi un campanello d’allarme rispetto allo sviluppo di alcune patologie”.
“Nella sindrome metabolica – continua Mirone – si ha un abbassamento dei livelli circolanti di testosterone, strettamente correlato a malattie come il tumore della prostata, il deficit erettile, l’infertilità e l’ipertrofia prostatica benigna, una patologia che affligge oltre il 50% degli uomini sopra i 60 anni e consiste nell’ingrossamento benigno della ghiandola, con conseguenti difficoltà nell’urinare. Un problema che ha un sensibile impatto sulla qualità della vita degli uomini”.
“Nella Giornata Internazionale dedicata alla salute degli uomini – conclude Mirone – vogliamo sottolineare che per la salute maschile il fattore di rischio, oltre al consumo di alcol e al fumo di sigaretta, al sovrappeso e alla sedentarietà, sta diventando sempre più la paura. La nostra campagna di prevenzione mira proprio a ricordare loro il ruolo protettivo di comportamenti sani, ma anche di aderenza alle terapie e alla loro continuità, di partecipazione agli screening e attenzione al proprio benessere, con la consapevolezza necessaria per vivere a lungo e bene”.