Promozione e sostegno dell’allattamento al seno. Conferenza al Ministero della Salute

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Terapie intensive neonatali sempre aperte ai genitori. La Società Italiana di Neonatologia (SIN) promuove l’accesso alle TIN e l’uso del latte materno

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Da sinistra: Beatrice Lorenzin, Mauro Stronati, Riccardo Davanzo

Roma, 12 maggio 2016 – A seguito della collaborazione tra la Società Italiana di Neonatologia (SIN), il Tavolo tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’allattamento al seno (TAS), operativo presso il Ministero della Salute, e l’associazione Vivere Onlus, è stato elaborato il documento “Promozione dell’uso del latte materno nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale e accesso dei genitori ai reparti”.

In occasione della Conferenza nazionale “Promozione e sostegno dell’allattamento al seno”, tenutasi a Roma il 12 maggio, presso l’Auditorium del Ministero della Sanità, il documento è stato ufficialmente sottoscritto dal Presidente della SIN, Mauro Stronati, del TAS, Riccardo Davanzo e di Vivere Onlus, Martina Bruscagnin, alla presenza del Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin e del dott. Giuseppe Ruocco, Direttore Generale DGISAN – Ministero della Salute.

Il documento raccomanda di favorire l’ingresso dei genitori nelle TIN, con lo scopo di sensibilizzarli sui vantaggi che l’allattamento materno e la loro presenza accanto al bambino comportano sulla salute del neonato, sia dal punto di vista nutrizionale che affettivo-psicologico.

Società scientifiche, importanti istituzioni nazionali e internazionali, lavori scientifici si sono più volte espressi sui vantaggi derivanti dall’agevolare il rapporto di contiguità tra i genitori e il proprio neonato in ospedale, anche in relazione agli effetti favorevoli sul successo dell’alimentazione al seno, obiettivo vitale per la salute dei neonati e in particolare per i pretermine.

Ancor più preziosa per questi ultimi, infatti, l’alimentazione con latte materno è in grado in parte di colmare la loro fragilità immunologica e ridurre il rischio di gravi patologie intestinali e di infezioni (sepsi), beneficiando dei fattori immunitari contenuti nel colostro prima e nel latte maturo dopo ed agevolando il raggiungimento del full enteral feeding.

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Da sinistra: Martina Bruscagnin, Giuseppe Ruocco, Beatrice Lorenzin, Riccardo Davanzo, Mauro Stronati

La presenza costante della mamma in TIN accanto al neonato pretermine favorisce l’alimentazione con latte materno, inizialmente tramite sondino o siringa e appena possibile, attaccando direttamente il bambino al seno. L’accesso della famiglia alla TIN facilita allo stesso modo la spremitura del latte materno, ottimizzandone la produzione, favorendo l’avvio e il mantenimento dell’allattamento, oltre ad avere un chiaro e preciso fondamento etico/scientifico.

Anche se l’accesso dei genitori nelle TIN italiane è aumentato nel corso degli ultimi 20 anni, esistono ancora grosse differenze rispetto a Scandinavia e paesi come Germania, Francia, Regno Unito. Per di più la situazione italiana è piuttosto disomogenea nel confronto fra TIN di differenti ospedali. Molte sono le ragioni solitamente addotte per limitare l’accesso dei genitori alle TIN, nessuna delle quali però ha base scientifica.

I vantaggi di un’alleanza stretta con i genitori, sancita anche dalla loro presenza in TIN, va oltre i già citati effetti benefici sull’allattamento al seno e può contribuire a migliorare la vita di tutti i giorni di quel mondo che ruota intorno ai neonati delle TIN e che trova vigore nella qualità e ricchezza delle relazioni.

Allo stato attuale possiamo affermare che la prematurità non costituisce di per sé un fattore in grado di determinare effetti negativi stabili e prevedibili sullo sviluppo del bambino. Un esito evolutivo sfavorevole associato alla prematurità sembra essere piuttosto il frutto dell’interazione tra questo evento e una molteplicità di fattori di rischio, talvolta di natura familiare e sociale. Per questo motivo l’accesso della famiglia alla TIN porta a diversi effetti positivi. I genitori vivono meglio l’esperienza del ricovero e si riduce il loro grado d’ansia; migliora il rapporto con i professionisti sanitari; i genitori imparano prima a prendersi cura del proprio bambino; viene facilitata la pratica della kangaroo care.

“La presenza dei genitori nelle TIN è indispensabile per il neonato, in particolare per quello pretermine, poiché contribuisce a creare da subito un rapporto unico tra madre e figlio oltre a favorire l’alimentazione con latte materno – afferma il Presidente della SIN, Mauro Stronati – La Società Italiana di Neonatologia da sempre raccomanda e promuove la presenza costante della famiglia accanto al neonato critico, necessaria sia per alleviare e contenere lo stress a cui è sottoposto il neonato stesso, sia per gli effetti positivi sui genitori e quindi sulla loro relazione affettiva con il figlio. Numerosi studi clinici e scientifici hanno dimostrato che l’instaurarsi di interazioni precoci ed efficaci tra il neonato pretermine e la figura affettiva di riferimento, costituisce un elemento protettivo per lo sviluppo cognitivo, emotivo e linguistico del bambino. Contrariamente, gli effetti della separazione della mamma dal suo bambino determinano conseguenze importanti nella relazione di attaccamento, con problemi anche drammatici sullo sviluppo neurocognitivo del neonato. Sottoscrivendo il documento, la SIN si impegna ulteriormente affinché la presenza dei genitori sia garantita in tutte le TIN, per il bene dei piccoli e delle loro famiglie”.

Con queste premesse la Società Italiana di Neonatologia (SIN), insieme al TAS e a Vivere Onlus, si è impegnata in prima linea per: facilitare l’accesso dei genitori alle TIN, offrendo appoggio ed informazioni anche sull’uso del latte materno; favorire la presenza dei genitori con il piccolo 24/24 h, al fine di ridurre lo stress e facilitare l’allattamento; agevolare il contatto fisico mamma/neonato, visti gli effetti benefici sulla produzione di latte materno e sulla relazione di attaccamento nella diade; incentivare la costituzione di banche del latte umano per aumentarne l’uso in assenza di quello materno, in particolare nei neonati pretermine; aiutare la famiglia a partecipare alla cura e alla presa di decisioni cliniche che riguardano il loro figlio ed in particolare la sua alimentazione, auspicabilmente con latte materno e/o umano; promuovere la diffusione presso lo staff sanitario di conoscenze aggiornate sulla promozione e l’uso del latte umano nelle TIN.

fonte: ufficio stampa

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