Primavera e patologie respiratorie nei bambini, ecco i rischi. Intervista al prof. Cutrera

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Roma, 13 marzo 2018 – Dalla bronchiolite che colpisce i neonati alle principali patologie respiratorie che insorgono nei bambini con l’arrivo della primavera, fino alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno. Ne abbiamo parlato con il prof. Renato Cutrera, presidente della Fiarped e direttore dell’Unità operativa di Broncopneumologia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Professore, quali sono le principali patologie respiratorie cui vanno incontro i bambini? Ci può dare qualche dato?
“Partendo dai più piccoli, la patologia che più preoccupa i genitori è la bronchiolite, che colpisce i bambini sotto l’anno di vita ed è causata dal virus respiratorio sinciziale. In realtà praticamente tutti i bambini ne sono affetti, ma solo alcuni, quelli più piccoli e che hanno una patologia sottostante, vanno incontro ad ospedalizzazione. Si può dire, anzi, che la bronchiolite sia la prima causa di ospedalizzazione sotto l’anno di vita.

C’è poi la bronchite asmatica, caratterizzata da quel rumore sibilante del torace, a volte continuo nel periodo invernale, di cui ne soffre un bambino su quattro. E ancora l’asma bronchiale, che colpisce invece un bimbo ogni dieci e che ha rapporti con le allergie più note e conosciute”.

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Prof. Renato Cutrera

Nei primi sei mesi di vita, come già ha accennato, si sente spesso parlare di un’infezione virale acuta, la bronchiolite. Che cos’è esattamente, quali sono i sintomi e quale il trattamento?
“Come dice il nome stesso, la bronchiolite colpisce i bronchioli, ossia la parte terminale dei bronchi, che sono quei tubi che portano l’aria dalle prime vie respiratorie fino ai polmoni. Purtroppo non c’è un reperto di broncospasmo di muscoli che si chiudono, ma una vera e propria ostruzione, con i piccoli bronchi che si riempiono di secrezioni e causano difficoltà respiratorie.

Per quanto riguarda le terapie, queste possono essere somministrate a domicilio da parte del pediatra di famiglia nelle forme più lievi, mentre quando comincia ad esserci una difficoltà nell’ossigenazione devono essere date in ospedale. Tra le terapie ci sono tendenzialmente l’ossigenoterapia, l’idratazione e la nutrizione, perché questi bambini così piccoli non ce la fanno a crescere e bisogna controllare sempre il loro peso, per vedere se la crescita sia effettivamente presente tutti i giorni”.

La bronchiolite sembra una patologia ‘recente’, ma in realtà è sempre esistita… È così?
“Assolutamente sì: i primi casi noti si verificarono a Napoli nel 1978. Allora si parlava di ‘male oscuro’, perché i bambini sembrava che morissero appunto per cause ignote nei bassi napoletani, dove c’era un alto indice di affollamento nelle stanze e dove purtroppo molta gente fumava.

Ecco, il fumo di sigarette è uno dei fattori di rischio più importanti per l’insorgenza di bronchiolite. La forma più grave è quella nei bambini molto piccoli, sotto i tre mesi di vita, in quelli prematuri e in quelli, infine, che hanno una patologia sottostante come una cardiopatia”.

Il 5% dei bambini russa. Quanto hanno inciso sui problemi respiratori dei più piccoli cause come l’obesità, sempre più diffusa, ma anche lo smog e l’aria che respiriamo in città?
“I disturbi respiratori del sonno sono molto frequenti: abbiamo circa il 5-10% dei bambini sani che presentano un russamento abituale, ossia non solamente quando sono raffreddati, e questi vanno segnalati dal genitore al pediatra di famiglia, perché tra di loro potrebbe esserci chi soffre di Osas, cioè della Sindrome delle apnee ostruttive del sonno.

Questi bambini fanno delle pause respiratorie perché non riescono a emettere bene l’aria durante il sonno, o per cause ostruttive delle vie aeree superiori, tipo delle tonsille o adenoidi molte grosse, oppure perché sono obesi.
E il bambino che ha delle apnee durante il sonno avrà dei disturbi comportamentali perché, non dormendo bene durante il giorno, sarà spesso iperattivo, molto agitato, e avrà un cattivo rendimento scolastico; oppure il bambino obeso sarà letargico e si addormenterà sul banco.

In entrambi i casi queste due patologie di bambini vanno indagate con molta attenzione, perché a lungo andare questi problemi possono essere causa di malattie significative”.

I bambini che vivono in campagna sono più sani rispetto a quelli che vivono in città?
“È una buona domanda, perché in realtà gli argomenti sono differenziati e diversi. Teoricamente un ambiente bucolico, sano e senza inquinamento favorisce lo stare bene. Il problema è che, a volte, anche le nostre campagne non sono più posti salubri, dipende da dove si vive: basti pensare che l’inquinamento delle città dipende anche dal vento e da dove questo arriva, quindi certe zone di periferia urbana, quasi agricole, possono essere influenzate dai venti che arrivano dalla città o dalle fabbriche”.

È in arrivo la primavera e con essa anche le allergie. Come devono prepararsi i bambini ma soprattutto i loro genitori?
“I bambini allergici ovviamente avranno dei disturbi se sono allergici alle graminacee o ad alcuni pollini di determinati alberi che fioriscono in questo periodo, tra cui, per esempio, il fiore dell’ulivo, l’olea, ma anche alcuni allergeni che sono più nuovi per i nostri climi, come il cipresso. Tutti questi bambini possono avere problemi di rinite allergica, di una congiuntivite allergica, quindi con fastidi agli occhi e al naso, ma un sottogruppo di questi può avere anche problemi di asma allergica. Bene, in tutti e tre i casi i bambini devono fare una prevenzione farmacologica che può essere a base di antistaminici per la rinocongiuntivite, di spray nasali o di spray specifici per l’asma nei casi in cui il bambino soffra di asma allergica”.

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