Roma, 1 marzo 2023 – “Se parliamo del report del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, pubblicato dal Wall Street Journal, sembra più la trama per un film di “James Bond – 007”, il cui titolo potrebbe essere “La spia che infettava il mondo”, piuttosto che un articolo serio e scientifico”. Ha risposto così il direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, il prof. Matteo Bassetti, interpellato nel corso di una intervista video rilasciata alla Dire in merito alle origini del SARS-CoV-2, di cui si è tornato a parlare.
“Ci sono una serie di illazioni – prosegue Bassetti – si scrive che il virus potrebbe essere scappato da un laboratorio, ma credo che questa sia una profonda inesattezza. Esistono pubblicazioni che dicono che il virus era stato trovato due anni prima in un pipistrello, dopodiché, come sia arrivato all’uomo, questo non è dato saperlo. Penso che il SARS-CoV-2 (e il Covid in generale) sia una zoonosi e se non sappiamo dirlo oggi, faremmo un errore clamoroso nel futuro”.
Questo perché, spiega Bassetti, le zoonosi sono le “malattie che arrivano dagli animali agli uomini e ne abbiamo già a che fare con un’altra: guardiamo cosa sta accadendo sul Lago di Garda, con migliaia di gabbiani che muoiono per l’aviaria, che è un’altra potenziale zoonosi futura. Insomma, dire che il SARS-CoV-2 è stato creato artificialmente in laboratorio, come se ci fosse una grande organizzazione criminale ‘SP. E.C.T.R.E’ per avvelenare il mondo, è commettere un grave errore e non fare nulla per prevenire potenziali future pandemie”.
Contro virus aumentare armamentario terapeutico
“Sicuramente se vogliamo affrontare i virus dobbiamo aumentare l’armamentario terapeutico, che è molto importante nei confronti dei batteri con gli antibiotici ma non è altrettanto florido nei confronti del virus”, continua il prof. Bassetti in merito ai nuovi trattamenti per il Covid e ai dati positivi registrati per un nuovo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale.
“I virus storicamente hanno avuto più vaccini ma meno farmaci per trattarli. Oggi per il Covid abbiamo invece tre antivirali disponibili (Remdesivir, Molnupiravir e Lopinavir/ritonavir, ndr) e adesso ce n’è un quarto (i cui dati sono stati presentati nello studio ‘Scorpio’) che sembra essere molto promettente e, probabilmente, si aggiungerà nel breve futuro al nostro armamentario terapeutico. Anche per i vaccini, non ci sono solo quelli contro il Covid, che ormai sono tantissimi, ma esiste un nuovo vaccino per il virus respiratorio sinciziale (VRS)”.
Così il prossimo anno, per anziani e bambini, avremo i vaccini “contro i tre principali virus che causano infezioni durante il periodo invernale: influenza, Covid e anche virus respiratorio sinciziale, con dati molto promettenti ed una efficacia superiore all’80%”, ha proseguito Bassetti.
Sul ragazzo con meningite: con vaccino si evitava forma letale
“Purtroppo mi dicono che le condizioni del ragazzo di 17 anni di Bassano sono disperate e che la situazione è veramente molto difficile. E questo per un batterio, il meningococco di tipo B, prevenibile grazie alla vaccinazione, cioè se quel ragazzo fosse stato vaccinato probabilmente non avrebbe avuto questa forma invasiva”, ha commentato Bassetti in merito al recente caso del ragazzo di Bassano colpito da meningite, che ha fatto emergere come in Italia ci sia una riduzione della copertura vaccinale, passata dal 74,94% nel 2019 al 58,5% nel 2021. “Non dimentichiamo che sono molti i microrganismi che possono causare la meningite e la forma fulminante, che è quella da meningococco, può essere prevenuta dalla vaccinazione”.
Eppure le malattie invasive batteriche, come appunto la meningite, sono una priorità di sanità pubblica. Perché questo calo delle vaccinazioni e cosa è necessario fare? “Il problema è che in questi ultimi due anni hanno parlato tanto e troppo – risponde ancora Bassetti alla Dire – soprattutto quelli che di vaccini non capiscono o che hanno in qualche modo messo in dubbio non solo quelli contro il Covid, ma anche tutto l’impianto stesso dei vaccini. Allora, la perdita di copertura vaccinale del 20%, e anche di più per altri vaccini, dimostra che dobbiamo tornare a spiegare alla gente che non vaccinarsi equivale ad andare indietro, cioè a perdere anni di sopravvivenza per il mondo”.
Per l’infettivologo, quindi, “se siamo arrivati a vivere fino ad 85 anni e se la mortalità pediatrica, in particolare giovanile, è ridotta praticamente allo zero è grazie ai vaccini. Oggi parlare male dei vaccini e soprattutto non affidarsi alla scienza dei vaccini è un errore clamoroso. Sono sicuro che i genitori di quel ragazzo e di tanti altri che hanno avuto problemi saranno i primi a suggerire che bisogna vaccinarsi – conclude Bassetti – per evitare di avere delle forme di malattia così gravi e impegnative”.
(fonte: Agenzia Dire)