Obesità e sovrappeso nemici del tumore al seno: il grasso ostacola l’assorbimento di un farmaco chemioterapico

L’analisi statistica dei dati relativi a recidive e decessi ha evidenziato che le pazienti sovrappeso e obese la cui terapia comprendeva il docetaxel hanno avuto esiti peggiori rispetto a quelle normopeso

Milano, 3 luglio 2020 – Le donne con tumore al seno sovrappeso o obese potrebbero trarre minore beneficio delle pazienti normopeso dal trattamento con docetaxel, comune farmaco chemioterapico. A questa conclusione è giunto un team internazionale di ricercatori sulla base dell’analisi retrospettiva dei dati di un’ampia sperimentazione clinica.

Lo studio, condotto da ricercatori della KU Leuven (Belgio), dell’Università degli Studi di Milano e dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e reso possibile anche con il sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, è stato pubblicato sul Journal of Clinical Oncology.

Nella maggior parte dei paesi europei, oltre la metà delle donne è sovrappeso o obesa (indice di massa corporea – BMI – superiore a 25 kg/m2, secondo la definizione dell’OMS). Negli Stati Uniti la percentuale sale a oltre il 63% ed è previsto un ulteriore aumento nei prossimi anni. È dimostrato che le donne obese sono soggette a maggiori rischi sia di tumore al seno sia di recidiva. Inoltre, molti pazienti oncologici sono sovrappeso o obesi, ma l’efficacia dei farmaci antitumorali in relazione all’indice di massa corporea non è generalmente nota.

Il team dei ricercatori ha analizzato i dati di una sperimentazione clinica su oltre 2.800 pazienti con carcinoma mammario iniziata intorno all’anno 2000. I dati raccolti coprono un periodo di oltre un decennio. Le pazienti sono state trattate con una combinazione di farmaci chemioterapici con o senza docetaxel, uno fra i chemioterapici più utilizzati al mondo.

L’analisi statistica dei dati relativi a recidive e decessi ha evidenziato che le pazienti sovrappeso e obese la cui terapia comprendeva il docetaxel hanno avuto esiti peggiori rispetto a quelle normopeso (BMI tra 18,5 e 25 kg/m2). Tale differenza non si osserva nelle pazienti sottoposte a chemioterapia senza docetaxel.

“Il docetaxel è un farmaco lipofilo: il grasso corporeo potrebbe assorbire parte del farmaco prima che riesca a raggiungere il tumore”, spiega la prof.ssa Christine Desmedt del KU Leuven Laboratory for Translational Breast Cancer Research, che ha iniziato lo studio mentre era ancora all’Istituto Jules Bordet (Belgio).

I risultati sollevano l’attenzione circa il trattamento con docetaxel di pazienti oncologici obesi e sovrappeso. “Se la ricerca di follow-up dovesse confermare che i risultati sono legati esclusivamente alle caratteristiche farmacologiche del docetaxel, tali conclusioni varrebbero probabilmente anche per altri tipi di tumore. Ci chiediamo inoltre se altri chemioterapici della stessa famiglia possano avere un effetto analogo. Per definire nuovi protocolli di terapia mirati a chi non fosse normopeso occorrono però ulteriori ricerche,Il pubblico deve anche essere meglio informato sul legame tra BMI e tumore al seno”.

“Nel mondo della medicina e della ricerca, dobbiamo dedicare maggiore attenzione agli effetti dell’obesità su biologia, progressione del tumore al seno ed efficacia delle terapie – sottolinea il prof. Elia Biganzoli dell’Unità di Statistica Medica e del CRC in Data Science dell’Università degli Studi di Milano, attivo anche presso l’Istituto Nazionale dei Tumori – C’è ancora molto lavoro da fare in quest’ambito”.

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