L’Endocrinologia padovana sale in cattedra. Competenze ed esperienza a disposizione degli esperti europei

A Padova il 28 e 29 ottobre “Acromegaly: a problem-solving practical approach”: la scuola padovana di endocrinologia mette a disposizione degli esperti europei in patologie ipofisarie la sua expertise in un corso tutoriale dedicato all’acromegalia, patologia ‘difficile’ sulla quale ci sono sviluppi diagnostico-terapeutici. Il Centro di riferimento in Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova, che collabora con i medici internisti della Clinica Medica III dell’Università degli Studi di Padova, è uno dei primi in Italia, con diverse centinaia di pazienti che vi afferiscono da tutto il territorio nazionale e non solo. Temi principali del corso: diagnosi precoce, problematiche diagnostiche e interpretazione dei test di laboratorio; genetica e counselling genetico; nuove opzioni terapeutiche; complicanze cardiovascolari e metaboliche; relazione tra acromegalia e cancro

medici-cuore-4Padova, 26 ottobre 2016 – L’Endocrinologia padovana, fiore all’occhiello della scuola medica della città, ospita i massimi esperti europei di patologie ipofisarie per una due giorni interamente dedicata all’acromegalia, patologia rara e “difficile” ma che negli ultimi anni sta vedendo importanti sviluppi dal punto di vista diagnostico e terapeutico.

Il corso tutoriale intitolato “Acromegaly: a problem-solving practical approach”, si terrà nelle giornate di venerdì 28 e di sabato 29 ottobre, nella sede del Palazzo della salute che ospita il Museo della medicina. Invitati al corso i massimi esperti in patologie ipofisarie, provenienti da tutti i Paesi europei, compresi alcuni Paesi dell’Est. L’obiettivo dell’importante appuntamento è puramente didattico: mettere a disposizione degli ospiti stranieri attraverso uno scambio face to face tutta l’expertise, le conoscenze e le competenze acquisite negli anni dagli specialisti veneti, in linea con linee guida internazionali e consensus in fatto di percorsi diagnostici e terapeutici-assistenziali per i pazienti acromegalici.

La storia della scuola padovana di Endocrinologia è lunga più di mezzo secolo: dagli Anni ’50, quando nasce grazie all’operoso lavoro di un maestro riconosciuto a livello internazionale, il prof. Mario Austoni, fino ad oggi, con il Centro di riferimento in Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova – che collabora con gli internisti della Clinica Medica III dell’Università degli Studi di Padova, anch’essa a forte orientamento endocrinologico – che non solo è uno dei primi Centri italiani per la cura delle malattie dell’ipofisi e quello che registra una delle maggiori casistiche di pazienti, diverse centinaia, in ambito nazionale, ma è anche candidato a far parte dell’European Reference Network, ERN, la rete dei principali centri europei per le malattie rare.

L’intero panorama delle due giornate padovane è dedicato all’acromegalia, malattia non facile, spesso diagnosticata dopo parecchi anni dalla comparsa dei primi sintomi, ma che ha subito in anni recenti un’evoluzione nel modo in cui i pazienti vengono considerati dagli endocrinologi e nell’esigenza di riuscire a diagnosticarla in una fase molto precoce della malattia.

“L’acromegalia è caratterizzata da un quadro clinico peculiare legato all’esposizione del corpo a un aumento cronico e non controllato di ormone della crescita, GH, e di IGF1 secreto dal fegato, aumento causato da un tumore, di solito un adenoma, della ghiandola ipofisaria – spiega Roberto Vettor, Direttore della Clinica Medica III dell’Università degli Studi di Padova – non è facile definirne l’evoluzione perché almeno nel 30-40% dei casi si associa a complicanze di tipo cardiovascolare, sessuale e psicologico, osseo e metabolico che rendono complicata la sua stessa gestione. Per queste ragioni è fondamentale che l’iter diagnostico, piuttosto complesso, e poi il percorso terapeutico, siano seguiti da équipe multidisciplinari, con un dialogo costante tra gli specialisti, nel contesto di Centri specialistici che possano vantare una casistica rilevante. Se non si segue questo iter, può capitare che il paziente passi da un medico all’altro, per anni, senza ricevere una diagnosi certa. Pur essendo l’acromegalia una malattia relativamente rara, noi internisti universitari e gli endocrinologi del Centro di riferimento dell’Azienda ospedaliera vediamo moltissimi pazienti, provenienti dal Triveneto, da altre Regioni e persino da fuori Italia”.

In tempi recenti il modo di valutare i pazienti è cambiato, si è evoluto, ed è ora ben chiara tra gli specialisti endocrinologi la necessità di identificare precocemente, stadiare e trattare una patologia che, se lasciata a se, può portare a complicanze invalidanti e a ridurre la spettanza di vita. Le terapie chirurgiche e mediche oggigiorno, rispetto al passato, sono molto progredite e sono in grado di rivoluzionare positivamente la vita del paziente.

“La terapia d’elezione è la chirurgia, le cui probabilità di successo sono però limitate – sottolinea Marco Boscaro, Direttore della Clinica di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova e Professore ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Padova – quando l’intervento chirurgico riesce solo parzialmente ad asportare l’adenoma o si rivela un insuccesso, si associano le terapie mediche che attualmente offrono un’ampia gamma di opzioni farmacologiche: dagli storici farmaci dopaminergici agli analoghi della somatostatina, tra i quali in particolare bisogna menzionare quelli di nuovissima generazione come pasireotide, una molecola che inibisce il recettore dell’ormone della crescita, GH; questo farmaco presenta molti vantaggi e un’efficacia significativa. Le terapie farmacologiche sono croniche, ovviamente, ma funzionano bene e possono cambiare la qualità di vita di questi pazienti”.

Il Corso tutoriale si articolerà in una serie di lezioni durante le quali verranno presentati casi clinici e discussioni con il coinvolgimento di endocrinologi, internisti e altre figure specialistiche tra cui cardiologi, neurochirurghi, neuroradiologi, anatomo-patologi e biologi molecolari. Le tematiche più dibattute, in primis la diagnosi e i problemi pratici legati all’interpretazione dei test di laboratorio, si parlerà anche di imaging e di radioterapia; un capitolo importante verrà dedicato alla genetica e al counselling genetico, che sempre più diventa attuale per il paziente e la famiglia; si approfondirà la questione delle complicanze cardiovascolari e metaboliche, gli insuccessi della chirurgia, le resistenze farmacologiche e la relazione, reale o fittizia, tra acromegalia e cancro.

fonte: ufficio stampa

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