La musica entra in Terapia intensiva neonatale al San Donato di Arezzo

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Arezzo, 16 marzo 2018 – Il reparto di Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia dell’Ospedale San Donato apre le porte al progetto di Musicoterapia.

Sempre più studi evidenziano come la musica sia un efficace strumento per migliorare il benessere del neonato in ospedale, ma anche dei genitori che lo assistono. Da qui l’iniziativa, promossa al Comitato Aretino Neonatologia ONLUS, che ha finanziato il progetto.

Da questo mese i prematuri e i neonati ricoverati, assieme alle loro famiglie, possono partecipare a sedute di musicoterapia tenute da Gianni Cipriani, presidente dell’Associazione Professionale Toscana di Musicoterapia Dinamica, che con l’aiuto di alcuni strumenti musicali intona dolci melodie.

“La nascita prematura è un’esperienza traumatica sia per i bambini che per i loro genitori – ha spiegato il direttore generale Asl Toscana sud est Enrico Desideri – Molti bambini prematuri devono far fronte a eccitazioni sensoriali dovute a iperstimolazioni e privazioni, in un momento in cui il loro cervello notoriamente cresce più rapidamente che in qualsiasi altro periodo della loro vita. Siamo orgogliosi di dare spazio a questo progetto che promuove  lo sviluppo neurologico e socio affettivo del bambino”.

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“Diversi sono i benefici della musicoterapia sul bambino pretermine riportati dalla letteratura internazionale – ricorda Letizia Magi direttore TIN e Neonatologia – Si è riscontrato un abbassamento della frequenza cardiaca, il miglioramento della suzione, l’aumento dei livelli di ossigeno nel sangue, un miglioramento dei ritmi sonno-veglia ed un maggiore acquietamento: tutti elementi che contribuiscono al benessere del piccolo. Inoltre i benefici riguardano anche i genitori, spesso provati dalla difficile esperienza di avere il piccolo ricoverato in Terapia intensiva. Per loro questo è uno spazio dove rilassarsi e poter stare con il proprio figlio e poter evadere  mentalmente dalla fatica della realtà ospedaliera”.

“Le tecniche musicoterapiche – conclude Gianni Cipriani – utilizzano musiche specifiche per poter stimolare adeguatamente il neonato e tranquillizzarlo attraverso l’uso di canti e ninne nanne. Suoni che lo riportano alla vita uterina attraverso la voce dei genitori che, partecipando attivamente alla seduta, interagiscono con il figlio imparando un nuovo modo di comunicare”.

Il progetto avrà una durata di 12 mesi e fa parte di uno studio pilota, approvato dal Comitato Etico locale, con l’obiettivo di valutare l’efficacia dell’intervento musicoterapeutico nel contesto della prematurità e della patologia.

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