Infermieri italiani scelgono l’estero, Giuliano (Ugl): “Senza programmazione, SSN a rischio desertificazione”

Roma, 28 novembre 2023 – “Che l’Italia sia da sempre terra di fragorosi paradossi è risaputo, ma quello che sta accadendo nella nostra sanità sembra un copione della commedia dell’assurdo. Si ricorre all’assunzione, attraverso società interinali che mediano il servizio, di infermieri stranieri mentre i giovani operatori italiani varcano le frontiere per accettare offerte economiche e condizioni di lavoro migliori. L’ultimo caso arriva dalla Norvegia dove abbiamo conosciuto, attraverso interviste, la nuova e miglior vita di Giulia di Ferrara e di Michele di Sassari gratificati da stipendi impensabili in Italia, da turni di lavoro consoni e dalla massima sicurezza del luogo in cui svolgono la loro professione. Che, ricordiamolo, è stata plasmata in Italia con costi di formazione nelle nostre università che così non verranno mai più ammortizzati” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute.

Dott. Gianluca Giuliano

“E mentre i professionisti italiani guardano con sempre maggiore attenzione alla possibilità di emigrare – prosegue il sindacalista – si palesano da noi le criticità nell’ utilizzo di medici ed infermieri stranieri. Il loro inserimento, per quanto riguarda comprensione della lingua e protocolli da seguire, non è automatico come qualche inguaribile ottimista poteva pensare. Così, già in sotto numero per la cronica carenza degli organici, molti operatori italiani devono dividersi tra espletamento della professione e il tutoraggio dei nuovi arrivati, sottraendo tempo ed energia a un’assistenza già ridotta al lumicino”.

“Non è certo colpa dei professionisti stranieri, ma di una sanità dove le soluzioni tampone e l’assenza di programmazione sono all’ordine del giorno, producendo solo l’allargamento della falla del nostro SSN. I corsi di laurea in professioni sanitarie sono snobbati dai giovani, tanti operatori italiani preferiscono guardare all’estero e si profila un futuro dove ai pensionamenti di chi oggi è in organico non si potrà far fronte. Il baratro è ad un passo e se non si interverrà con soluzioni immediate che passino dal livellamento verso l’alto, in linea con la media Europea, degli emolumenti a garanzie di sicurezza sui luoghi di lavoro, la grande fuga non conoscerà sosta. Insomma, il rischio della desertificazione della sanità è alle porte” conclude Giuliano.

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