Green economy, nasce il marchio MGI per valorizzare i prodotti made in Italy

Roma, 16 gennaio 2020 – Migliorare il profilo ambientale di alcuni prodotti italiani dei settori agroalimentare (caffè, formaggio, prodotti da forno, gelati e ortofrutta), cosmetici, serramenti e pellame attraverso la diffusione del marchio “Made Green in Italy” (MGI) che punta a valorizzare i prodotti italiani con le migliori prestazioni ambientali.

È questo l’obiettivo del progetto LIFE MAGIS (MAde Green in Italy Scheme), coordinato da ENEA e co-finanziato dal Programma Ue LIFE, per diffondere la valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti (PEF), in linea con le iniziative europee per la promozione della green economy.

Nell’ambito del progetto ENEA guiderà la sperimentazione dell’intero processo previsto dal regolamento del Made Green in Italy, a partire dallo sviluppo di regole di categoria di prodotto e classi di prestazione ambientale, garantendone la conformità con le indicazioni nazionali ed europee, e dalla loro applicazione in oltre 21 aziende dei settori coinvolti, ma anche attività per la valutazione della percezione del marchio da parte dei consumatori e il potenziamento degli strumenti di comunicazione verso clienti e consumatori finali. Inoltre, ENEA svilupperà strumenti e banca dati pubblica per favorire l’adesione delle aziende al marchio MGI.

“Con l’impegno in questo progetto, ENEA prosegue un percorso già avviato nei progetti PEFMED e LIFE EFFIGE sulla comunicazione dell’impronta ambientale di prodotto, la promozione di una crescita sostenibile e il sostegno alle aziende italiane nella valorizzazione delle produzioni nazionali”, sottolinea la ricercatrice ENEA Sara Cortesi, responsabile scientifico del progetto.

Oltre a ENEA sono partner di LIFE MAGIS Apo Conerpo, Cosmetica Italia, Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, Legnolegno, Lineapelle e Unione Italiana Food, in rappresentanza dei settori coinvolti, e le istituzioni scientifiche Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, Istituto per la Bioeconomia del CNR e Università Tecnica di Aquisgrana (RWTH), una delle università più grandi in Germania.

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