Giornata Mondiale della Sepsi: rimane una battaglia contro il tempo

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In Europa si verificano circa 400 casi di sepsi su 100.000 abitanti ogni anno. Un’incidenza che supera quella dell’infarto del miocardio e dei tumori. Fare diagnosi precoce e trattare tempestivamente con antibiotici sono le armi per combatterla. La battaglia contro la sepsi si gioca fuori dalle rianimazioni. Spesso, infatti, quando il paziente arriva in rianimazione è troppo tardi. Se ne sa ancora troppo poco: negli Stati Uniti la conoscono solo il 50 per cento degli americani; in Svezia il 20 per cento e in Australia il 10 per cento. In Italia la prima indagine statistica sarà fatta a bordo treno, in occasione della prossima Giornata Mondiale della Sepsi

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Roma, 11 settembre 2017 – Il 13 settembre si celebra la World Sepsis Day. Una malattia scatenata da un’infezione che può dare origine a una reazione anomale capace di danneggiare i nostri organi e renderli non più funzionanti. Il cervello può avere un rapido deterioramento dello stato di coscienza; il polmone non soddisfa più le normali necessità; i vasi sanguigni, a causa dello stato d’infiammazione, perdono la capacità di mantenere il normale ‘tono’ e non sono più in grado di trasportare adeguatamente l’ossigeno necessario agli organi (cervello, rene, fegato, intestino); il cuore, che all’inizio combatte questa ‘paralisi’ vascolare, smette di funzionare per la presenza in circolo delle sostanze tossiche.

La sepsi può colpire chiunque senza distinzione di sesso e di età e può far morire in tempi molto brevi. Sono più a rischio i soggetti con ridotte difese immunitarie. Per sconfiggerla occorre un tempestivo e adeguato trattamento nelle prime ore dell’insorgenza. La scelta della giusta terapia antibiotica è fondamentale anche per combattere l’aumento dei batteri, denominati superbugs che negli ultimi anni hanno avuto un aumento esponenziale.

La sepsi vede coinvolti diversi medici: anestesisti-rianimatori, infettivologi, microbiologi, chirurghi ed è indispensabile un approccio multidisciplinare. La sepsi ‘costa’ moltissimo: si stima che in Europa un episodio di sepsi costi all’assistenza sanitaria circa 25mila euro.

La guerra contro la sepsi è iniziata da molti anni e la comunità scientifica sta vincendo molte battaglie ma sono necessarie nuove strategie. In un futuro non molto lontano – dicono gli esperti – sarà possibile riconoscere la presenza di una maggiore suscettibilità genetica allo sviluppo di quadri gravi di sepsi in determinati individui, permettendo di intervenire in modo più aggressivo su quei pazienti che presentano un maggior rischio di morte.

Si potrà studiare anche l’assetto immunitario del paziente, evidenziando la presenza di uno stato pro o anti infiammatorio e la terapia potrà essere guidata dall’identificazione di nuove molecole indici dello stato immunitario del paziente. Inoltre, le nuove scoperte in campo microbiologico permetteranno di identificare più velocemente i microrganismi responsabili delle infezioni e di impostare anticipatamente una terapia antibiotica mirata e impedire così che una banale infezione si trasformi in sepsi.

In occasione della Giornata Mondiale, gli anestesisti/rianimatori della SIAARTI, grazie alla fattiva collaborazione con Trenitalia, molto sensibile a questa problematica e nell’interesse dei viaggiatori, svolgeranno un’attività d’informazione sulla sepsi a bordo dei freccia rossa il 13 settembre. L’iniziativa prevede che un gruppo di anestesisti-rianimatori a bordo treno sottoporrà ai passeggeri un questionario allo scopo di elaborare a livello nazionale una statistica sul grado di conoscenza della popolazione su cosa sia la sepsi e consegnerà materiale informativo. I medici saranno presenti sui treni della tratta Torino/Milano/Firenze/ Bologna /Roma e Napoli.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in occasione della 70esima Assembra annuale (tenutasi dal 22 al 31 maggio 2017 a Ginevra), ha approvato una risoluzione volta a migliorare la prevenzione, la diagnosi e la cura della sepsi. La risoluzione richiede che i governi e i responsabili politici migliorino le procedure legate alla sepsi, concentrandosi in particolare sulla prevenzione dell’infezione e sulla limitazione di un’ulteriore diffusione della resistenza agli antibiotici.

La WHA sottolinea inoltre l’importanza d’ informare la popolazione, aumentandone la consapevolezza. Necessaria, quest’ultima, anche gli addetti al settore sanitario, che dovrebbero essere formati per riconoscere rapidamente i sintomi della sepsi e iniziare un trattamento precoce.

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