Ernia inguinale, stop a dolore cronico post-operatorio. Soluzione più facile e sicura con protesi autoagganciantesi

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L’ernia inguinale è una patologia benigna che si tratta chirurgicamente con un intervento di una quarantina di minuti. La conseguenza post-operatoria più temibile che si può riscontrare è il dolore cronico che va ad alterare la qualità della vita impedendo anche lo svolgimento non solo di attività sportiva ma anche di banali attività quotidiane; questa condizione è dovuta ad una sbagliata gestione dei nervi presente nel canale inguinale che viene aperto nel corso dell’intervento chirurgico.

I nervi a cui dobbiamo stare attenti noi chirurghi durante un intervento di ernioplastica sono tre e possono causare gravi condizioni postoperatorie che necessitano di un trattamento molto lungo nel tempo da parte di fisiatri professionisti o, alcune volte, addirittura di un secondo intervento chirurgico.

La nostra tecnica chirurgica garantisce percentuali vicine allo 0% di dolore cronico rispetto a quelle riscontrate in letteratura che vanno tra il 6 e il 12%; questo è dovuto a due importanti fattori: un’importante attenzione alla gestione dei nervi ed il tipo di protesi utilizzata.

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Prof. Marco Muzi

Per quanto riguarda la gestione dei nervi i chirurghi dedicati a questo tipo di patologia li sanno identificare e quindi o risparmiare o qualora ritenuti atrisk, resecare.

Per quanto riguarda il tipo di protesi che utilizziamo normalmente, prevede prima di tutto l’impianto di materiali leggeri, parzialmente riassorbibili o addirittura completamente riassorbibili.

In più cerchiamo di evitare completamente l’uso di punti di sutura che potrebbero essere uno dei momenti più pericolosi nel coinvolgimento di un nervo e quindi della possibilità di sviluppare dolore cronico. Per tal motivo le protesi che noi utilizziamo sono autoagganciantesi o autoincollantesi. La procedura chirurgica diventa pertanto più veloce e sicura consentendo al paziente un rientro a casa in giornata o al massimo il giorno successivo all’intervento.

Per quanto riguarda l’attività quotidiana potrà essere ripresa dal giorno successivo, quella lavorativa dopo cinque giorni e quella sportiva dopo dieci-quindici giorni al massimo.
Per rendere così sicura e veloce la procedura chirurgica, altro elemento fondamentale è l’utilizzo dell’anestesia locale, in tal modo il paziente è partecipe all’atto operatorio e il chirurgo valuta immediatamente la buona tenuta della protesi ed il non coinvolgimento di un nervo.

Infine, aver raffinato così il gesto chirurgico, l’anestesia e il fatto di poter utilizzare materiali di ultima generazione ci ha permesso di registrare una incidenza di recidiva dello 0.26% (praticamente un caso ogni 400 interventi), di gran lunga inferiore a quella nota nelle casistiche che si attesta tra il 2 e il 5%.

Marco Muzi

Marco Muzi

Medico Chirurgo specializzato in Chirurgia generale e vascolare. Professore presso Dipartimento di Medicina Sperimentale e Chirurgia, Università “Tor Vergata”, Roma. Responsabile dell’Ernia Center della clinica Nuova Villa Claudia, Roma

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