Ernia del disco e sciatica: in aumento tra sportivi, obesi e pigri over40

Prof. Rocco Liguori, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Bologna Irccs Insb: “La vita sedentaria è chiaramente controindicata e predispone alla radicolopatia. Quello che bisognerebbe fare è cercare di mantenere il peso forma, praticare l’attività fisica che mantenga un’adeguata massa muscolare, evitando sforzi fisici”

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Prof. Rocco Liguori

Bologna, 1 luglio 2017 – Sciatica, infiammazioni, ernie del disco, alterazioni di tipo artrosico: le radicolopatie in Italia sono sempre più in aumento nella popolazione adulta, dopo i 40 anni. Sotto accusa: obesità, vita sedentaria e cattiva postura. Non a caso, i pazienti che hanno a che fare con lavori pesanti o alcuni tipi di sport sono a rischio tanto quanto coloro che conducono uno stile di vita più sedentario. Dolore lancinante nella parte bassa della schiena che blocca al letto, perdita del tono muscolare e della sensibilità, formicolio e intorpidimento. A farne le spese qualità del sonno e della vita di chi ne è affetto.

E’ quanto emerge dai lavori del “Forum On Peripheral Neuropathies” che si è svolto a Praga e che ha riunito oltre 200 specialisti in Neurologia, Ortopedia, Reumatologia, Fisiatria e Terapia del dolore.

“Tra le categorie più colpite – afferma il prof. Rocco Liguori, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Bologna Irccs Insb – impiegati, operai edili, tennisti, calciatori e quegli sportivi dediti al ‘fai da te’, con una leggera prevalenza tra gli uomini rispetto alle donne”.

Alla comparsa di primi segni e sintomi, è opportuno contattare il medico. “Solo dopo – aggiunge l’esperto – si possono eseguire radiografia, risonanza magnetica, Tac e una elettromiografia, per capire le cause e quali sono i nervi coinvolti”.

Tra i rimedi contro le radicolopatie, l’assunzione di antinfiammatori, steroidi e di farmaci con un duplice meccanismo d’azione neurotrofico e antidolorifico come L-acetilcarnitina, oltre ai trattamenti chiropratici e terapie fisiche. Nei casi più gravi potrebbe essere necessario ricorrere a interventi chirurgici per cercare di eliminare la compressione del nervo interessato.

Ma quanto conta la prevenzione? “Molto direi – conclude Liguori – La vita sedentaria è chiaramente controindicata e predispone alla radicolopatia. Ovviamente, quello che bisognerebbe fare è cercare di mantenere il peso forma, praticare l’attività fisica che mantenga un’adeguata massa muscolare, evitando sforzi fisici”.

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