Emergenza Covid-19, firmato il protocollo di sicurezza Fase 3. COSMED: “Ripristinate norme contrattuali”

Roma, 24 luglio 2020 – Con un protocollo unitario firmato da tutte le Confederazioni, senza accordi separati con primogenitura della triplice e apartheid delle altre Confederazioni, sono state sottoscritte le norme generali per tutte le Amministrazioni pubbliche, commenta la Confederazione dei medici e dirigenti.

È stata accolta la principale richiesta della Cosmed: la flessibilità degli orari di lavoro deve avvenire nel rispetto delle norme contrattuali. Ribadito che il rispetto del contratto di lavoro e del D.Lgs. 66/2003 in materia di orario, turnazioni, riposi e durata dell’orario settimanale sono la principale garanzia di sicurezza per pazienti e operatori.

Il protocollo richiama in più punti la necessità del confronto con le organizzazioni sindacali rappresentative sui luoghi di lavoro in materia di sicurezza, adeguatezza dei dispositivi di protezione, regolamentazione del lavoro agile oltre che sulla flessibilità degli orari di lavoro.

Tale confronto è inoltre indispensabile per adeguare alle diverse attività lavorative gli standard di sicurezza e la dotazione di adeguati dispositivi di protezione. Al riguardo andrà verificato il tempestivo e congruo approvvigionamento di dispositivi in dotazione opportunamente stoccati. Sarebbe imperdonabile in caso di riacutizzazione della pandemia la riproduzione delle gravi carenze emerse nei mesi scorsi.

Ribadita la necessità di speciale tutela per i dipendenti con patologie pregresse o in condizioni di fragilità. Cosmed ha richiamato l’urgenza dei decreti attuativi previsti dall’art. 83 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 in materia di sorveglianza sanitaria eccezionale da attuarsi previo confronto con le organizzazioni sindacali.

Come segnalato da Cosmed, la recente sottoscrizione del contratto nazionale delle Funzioni locali, interamente in videoconferenza al pari di questo protocollo, dimostra come siano possibili contrattazioni nazionali e decentrate con tempi sovrapponibili a quelli normalmente previsti.

Resta l’urgenza di una contrattazione nazionale per la regolazione dello smart working e per una normativa sulla conciliazione dei tempi vita-lavoro dei dipendenti, già prevista e mai attuata, che l’emergenza Covid ha reso indifferibile.

Positivo l’impegno dell’Ispettorato della funzione pubblica a monitorare e a verificare il rispetto del protocollo e delle norme anche sulla base delle segnalazioni da parte delle organizzazioni sindacali.

Questo protocollo secondo COSMED deve diventare un’ulteriore opportunità per affrontare il tema delle condizioni di lavoro che devono essere adeguate alla normativa europea superando ritardi storici inaccettabili.

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