Donazioni e trapianti, nel 2021 oltre il 10% in più: l’Italia torna ai livelli pre-Covid

Il report del Centro nazionale trapianti: recuperato completamente il calo dello scorso anno dovuto alla prima ondata della pandemia. Mai così basse le opposizioni alla donazione degli organi, record trapianti di midollo. Il ministro Speranza: “Straordinaria capacità di reazione del SSN, ora più informazione”

Roma, 18 gennaio 2022 – Donazioni e trapianti di organi, tessuti e cellule sono tornati ai livelli di prima della pandemia: è la buona notizia che arriva dal report 2021 del Centro Nazionale Trapianti, che traccia un bilancio estremamente positivo dell’anno appena trascorso. Dopo la brusca frenata del 2020, quando l’impatto della prima ondata del Covid aveva portato a un calo complessivo del 10%, nel 2021 la Rete trapianti è riuscita a riorganizzare la propria attività nel nuovo contesto dell’emergenza e a recuperare completamente, segnando un +12,1% sul fronte delle donazioni di organi e del 9,9% su quello dei trapianti.

Donazioni: il tasso sale a 22,9 per milione di abitanti, cresce il Sud
Nonostante le terapie intensive siano finite spesso sotto pressione durante l’anno (e infatti le segnalazioni di potenziali donazioni in rianimazione sono cresciute, ma solo del 4,8%), il numero dei prelievi di organi è tornato sopra quota 1.700, come prima del Covid: complessivamente le donazioni nel 2021 sono state 1.725 contro le 1.539 del 2020 (+12,1%), di cui 1.363 da donatori deceduti (+10,4%) e 362 da viventi (+19,1%).

Complessivamente il tasso di donazione è risalito a 22,9 donatori per milione di abitanti: meglio del 2020 (20,5) ma anche del 2019 (22,8). Valle d’Aosta, Toscana ed Emilia Romagna si confermano le regioni con il maggior numero di donazioni in rapporto alla popolazione, con un tasso rispettivamente di 64, 47,7 e 37,4 per milione. Le regioni del Centro-Sud restano ancora molto indietro rispetto a quelle settentrionali ma sono tutte in recupero: in particolare molto positivo il bilancio della Basilicata (che sale da 5,3 a 18,1), dell’Abruzzo (+8,6) e di Puglia e Sicilia (+5,4).

A spingere verso l’alto l’attività di trapianto è anche il calo delle opposizioni al prelievo degli organi rilevate nelle rianimazioni: nel 2021 i “no” si sono fermati al 28,6%, contro il 30,2% dell’anno precedente. Circa quattro opposizioni su cinque sono state decise dai familiari del deceduto, negli altri casi il diniego era stato registrata in vita. Il miglior risultato è stato ottenuto in Veneto (tasso di opposizione del 18,8%, -4,4 rispetto al 2020), e anche nelle regioni meridionali la situazione è in netto miglioramento: per la prima volta la Campania ottiene un risultato più positivo della media nazionale (27,8% di “no”, un anno prima l’opposizione era al 37,7%), e diminuzioni tra il 6 e il 17% si sono registrate anche in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, oltre che in Abruzzo, Umbria e Liguria.

Trapianti: 351 interventi in più, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna leader
Sono stati 3.778 i trapianti eseguiti in Italia nel 2021, 341 in più rispetto al 2020 (+9,9%): si tratta del terzo miglior risultato di sempre nel nostro Paese. Di questi, 3.416 interventi sono stati realizzati grazie agli organi di donatori deceduti (+9%). In particolare, l’aumento più significativo è stato riscontrato nei trapianti di fegato (1.376, +14,5%), ma sono cresciuti tantissimo anche quelli di pancreas (passati dai 41 del 2020 ai 55 del 2021). Più 7,6% per i trapianti di rene, che sono sempre quelli più numerosi (2.051, oltre la metà del totale), in salita anche i trapianti di cuore (251, +5,5%), mentre rimane più contenuta l’attività di trapianto di polmone: 115 interventi eseguiti, lo stesso numero di 12 mesi prima.

La regione nella quale sono stati effettuati più trapianti è stata ancora una volta la Lombardia (686), seguita da Veneto (523) ed Emilia-Romagna (486), che ha fatto registrare anche la crescita maggiore dei volumi di intervento: +24,3% rispetto al 2020. Per quanto riguarda i soli trapianti da vivente, è il Veneto a guidare la classifica nazionale (76), davanti a Emilia-Romagna (64) e Lazio (46).

Midollo, è ancora record. Ripartiti i trapianti di tessuti
Ancora una volta l’attività di donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche ha registrato una crescita, circostanza che era avvenuta anche nel 2020, nonostante la pandemia. I trapianti da donatori non consanguinei sono stati ben 931 (+6,4%), mentre le donazioni effettive sono arrivate a quota 300 (+4,2%) di cui ormai quasi il 90% prelevate da sangue periferico (più semplice e rapido), mentre diminuisce ancora la donazione “tradizionale” da midollo osseo vero e proprio.

Positivo anche il bilancio delle nuove iscrizioni al Registro dei donatori di midollo osseo IBMDR. Sono stati 24.227 i nuovi donatori potenziali registrati nel 2021 (nel 2020 erano stati 20.960): siamo lontani dai livelli del 2018 e 2019 ma pesano ancora le restrizioni alle attività sociali che limitano le possibilità di reclutare nuovi donatori nelle piazze, nelle università e nelle scuole. In totale gli iscritti attivi al Registro sono comunque saliti a 469.650 (+1,9%).

Molto positivo il bilancio per quanto riguarda i trapianti di tessuti umani: nel 2021 ne sono stati effettuati 18.506, oltre 4mila in più rispetto all’anno precedente (+29,7%). In quasi metà dei casi (9.047) si è trattato di trapianti di tessuto muscolo-scheletrico (+33,8%), ma sono in aumento tutte le tipologie di intervento (membrana amniotica +71,8%, cornea +17,5%, cute +13,5%, valvole cardiache +12,9%, mentre i trapianti di vasi sanguigni sono addirittura raddoppiati). Più contenuto l’aumento delle donazioni, che sono state 9.968 (+6,9%), di cui 6.695 di cornea (+6,6%). Da segnalare il primo caso di donazione e trapianto di tessuto adiposo.

Dichiarazioni di volontà, mai così tanti sì alla donazione
Il 2021 è stato un anno di ripresa non solo sul fronte dell’attività clinica, ma anche su quello della cultura della donazione. Negli ultimi 12 mesi sono state recepite 3.201.540 dichiarazioni di volontà, di cui 2.204.318 consensi alla donazione (68,8%) e 997.222 opposizioni (31,2%): la percentuale di “sì” è la più alta mai raccolta in un anno da quando la registrazione dell’opinione dei cittadini maggiorenni in materia avviene prevalentemente all’anagrafe comunale al momento del rinnovo della carta d’identità. Un risultato positivo considerato che nel 2020 le opposizioni erano state il 33,6%, due punti e mezzo in più.

Il calo dei “no” è distribuito in modo abbastanza uniforme su tutto il territorio nazionale (a migliorare sono 20 delle 21 regioni e province autonome italiane): segno che la nuova campagna nazionale “Donare è una scelta naturale”, lanciata nell’aprile 2021 da Ministero della Salute, CNT e associazioni di settore, ha influito positivamente sulle scelte dei cittadini.

Sono diminuite anche le astensioni: nel 2021 gli italiani che hanno rinnovato la CIE rimandando la scelta sulla donazione sono stati il 44,3% contro il 48,2% dell’anno precedente. Complessivamente le dichiarazioni di volontà registrate nel Sistema informativo trapianti al 31 dicembre 2021 erano 11.960.876, di cui 8,7 milioni di sì e 3,2 milioni di no.

Speranza: “Straordinaria capacità di reazione del SSN”
“Gli ultimi dati dell’attività di donazione e trapianto sono un’ulteriore conferma della straordinaria capacità di reazione che il Servizio sanitario nazionale ha dimostrato in questi due anni di pandemia – dichiara il ministro della Salute Roberto Speranza – Dobbiamo continuare a investire su un’eccellenza come la rete trapiantologica, sia sul fronte organizzativo che in termini di promozione dell’informazione, per convincere sempre più cittadini a dire sì alla donazione”.

Cardillo: “Lavoriamo per un’assistenza sempre più capillare”
Per il direttore del CNT Massimo Cardillo “aver recuperato in un solo anno il gap accumulato all’inizio della pandemia è un grande risultato il cui merito va all’intera rete trapiantologica che ha dimostrato di essere solida e resiliente, dal Nord al Sud del Paese. Ora dobbiamo cogliere le opportunità che arriveranno dal Recovery Fund e dal PNRR per offrire una presa in carico ancora più capillare a tutti i pazienti trapiantati e in attesa di trapianto”.

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