Distruttori endocrini ed effetti nocivi sulla salute. L’Università di Torino in un team di ricerca internazionale

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medico-ricercatore-laboratorioTorino, 26 aprile 2016 – Un gruppo di ricerca internazionale potrebbe sbloccare quasi 3 anni di impasse della Commissione Europea sulla definizione dei distruttori endocrini (EDC) e sulla conseguente applicazione delle leggi che ne limitino l’uso.

Presenti in pesticidi come il DDT, in saponi, dentifrici, cosmetici, profumi e plastiche, gli Endocrine Disrupting Chemicals (EDCs) sono molecole che hanno effetti nocivi sulla salute – malformazioni congenite, alterazioni del sistema nervoso e del comportamento, cancro al seno – e che hanno provocato danni nell’Unione Europea per un costo sanitario stimato tra i 100 e 200 miliardi di euro.

Dal 2013 le leggi già esistenti a livello europeo su pesticidi e biocidi – per la parte relativa ai distruttori endocrini – non sono state applicate a causa della mancata pubblicazione dei criteri per l’identificazione degli EDC: la Commissione Europea, incaricata di questo compito, ha chiamato in causa una supposta mancanza di consenso scientifico e la necessità di studi di valutazione d’impatto.

GianCarlo Panzica, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino e group leader presso il Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (NICO) di Orbassano, insieme ad altri 6 ricercatori indipendenti di istituti di ricerca dell’Università di Grenoble Alpes, del CNRS e Museum national d’Histoire naturelle (Francia); del CHU di Liegi (Belgio); dell’Università di Nottingham e della Brunel University di Londra (UK), e dell’Università del Massachusetts (Amherst, USA), ha pubblicato sulla rivista “Environmental Health Perspectives” uno studio che smantella le incertezze sulla definizione scientifica di EDC proponendo di applicare a queste molecole lo stesso approccio utilizzato per l’identificazione e la regolamentazione delle sostanze cancerogene.

Il team di ricercatori sostiene che:

  1. Esiste un’ampia accettazione della definizione di EDC data dal World Health Organization (WHO), che già nel 2002 li riconosceva scientificamente come sostanze pericolose.
  2. Per identificare gli EDC è valido l’approccio per l’identificazione di altre sostanze a rischio per la salute, come gli agenti cancerogeni o le sostanze tossiche per la riproduzione: una classificazione sulle 3 categorie “distruttori endocrini”, “sospetti distruttori endocrini” e “sostanze attive a livello endocrino”.
  3. In linea con la decisione della Corte di giustizia europea (2015), i criteri scientifici per includere una sostanza nelle tre categorie non possono essere identificati con studi di valutazione d’impatto, pensati non per definire i pericoli, ma per quantificare l’impatto sanitario, sociale ed economico delle normative.
  4. Le ragioni della Commissione Europea per giustificare i ritardi nella pubblicazione dei criteri scientifici servirebbero a rinviare la piena applicazione delle leggi del 2009 e del 2012 sui pesticidi e biocidi, nel tentativo di distorcere la definizione di EDC per modificare lo spirito della legge, mescolando aspetti scientifici e politici.

fonte: ufficio stampa

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